Come riportato sul sito christianpost.com, “Papa Francesco ha ufficialmente approvato un cambiamento nella preghiera al Signore, conosciuta come il ‘Padre Nostro’ di Matteo 6:13, che sostituisce la frase ‘non ci indurre in tentazione’ con ‘non lasciarci cadere in tentazione‘”.

È una modifica che il Papa aveva chiesto di apportare già nel 2017, sostenendo che si trattava di una traduzione errata di Matteo 6:13, in quanto dava un’immagine di un Dio che induce il popolo in tentazione.

“Chi induce in tentazione è Satana”, aveva affermato il Papa nel 2017.

Le modifiche apportate al “Padre nostro”

Il “Padre nostro” in Matteo, come contenuto nella “Revised Standard Version” della Bibbia (edizione cattolica), recita:

“Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il Tuo nome. Venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà come in cielo, così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano e perdona i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male.”

Papa Francesco ha chiesto di modificare il “Padre nostro” come segue (i cambiamenti sono stati evidenziati in neretto):

“Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il Tuo nome. Venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà come in cielo, così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano e perdona i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non lasciarci cadere in tentazione ma liberaci dal male.”

La traduzione del “Padre nostro” secondo Joseph Smith

Joseph Smith traduce il Libro di MormonCirca duecento anni fa, Joseph Smith (all’età di quasi trent’anni), apportò una modifica simile. Egli, come il Papa, cambiò la frase “non ci indurre in tentazione”.

Egli, come il Papa, affermò che il Signore non “ci induce in tentazione”.

La sua traduzione della versione della Bibbia di Re Giacomo recita, (modifiche in corsivo):

“Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il Tuo nome. Venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà come in cielo, così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano e perdona i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non permettere che veniamo indotti in tentazione, ma liberaci dal male.”

Le parole utilizzate nelle due versioni modificate non sono esattamente uguali, ma lo è il significato. Satana è colui che induce le persone in tentazione, non Dio.

Joseph Smith ha corretto molte scritture con espressioni simili. Per esempio, in tutto l’Esodo si dice che il Signore “indurì il cuore del Faraone.”

Anche in questo caso Joseph Smith modificò il testo, al fine di descrivere un Dio che non indurisce i cuori. Egli corresse le stesse espressioni in Esodo 4:21; 7:3 e 13; 9:12; 10:1, 20 e 27; 11:10; 14:4, 8 e 17.

Mi chiedo se possiamo aspettarci dai nostri amici cattolici altrettanti cambiamenti.

Questo articolo è stato scritto da David Snell ed è stato pubblicato sul sito ThirdHour.org. Questo articolo è stato tradotto da Sara Mondelli.