E noi parliamo di Cristo, gioiamo in Cristo, predichiamo il Cristo, profetizziamo di Cristo e scriviamo secondo le nostre profezie (2 Nefi 25:26; citato 55 volte, parole preziose durante la Conferenza Generale).
Pertanto, io vi dico, nutritevi abbondantemente delle parole di Cristo; poiché ecco, le parole di Cristo vi diranno ogni cosa, tutte le cose che dovrete fare (2Nefi 32:3; citato 58 volte, parole preziose durante la Conferenza Generale).
La parole preziose
Chi ascolta attentamente i discorsi della conferenza generale, spesso riconosce le parole e le frasi che suonano familiari o che sono chiaramente citate da altre fonti, come ad esempio le scritture, gli inni o le parole di altri dirigenti della Chiesa moderna.
Il linguaggio che sentiamo in questo ambiente ispirato è, spesso, saturo di discorsi sacri. Alcune di queste parole e frasi sembrano essere ripetute spesso, diventando “parole preziose” nel vocabolario della Chiesa. Esempi recenti riconoscibili sono:
“Misericordia” (1 Nefi 1:20; 8:8; a cui si fa riferimento 24 volte)
“Il piano di salvezza / felicità” (Giarom 1:2; Alma 42:8; a cui si fa riferimento 597 volte)
“Un’opera meravigliosa e un prodigio” (2 Nefi 25:17; a cui si fa riferimento 56 volte)
“Mangiare, bere ed essere felici” (2 Nefi 28:7; a cui si fa riferimento 39 volte)
“Semplice e prezioso” (1 Nefi 13:40; a cui si fa riferimento 29 volte)
“Il campo è già bianco da mietere” (DeA 4:4; a cui si fa riferimento 25 volte)
“Cercate nei migliori libri” (DeA 88:118; a cui si fa riferimento 58 volte)
“Cercate l’istruzione, sia con lo studio ed anche mediante la fede” (DeA 88:118; a cui si fa riferimento 52 volte)
“Il valore delle anime è grande” (DeA 18:10; a cui si fa riferimento 77 volte).
Per fare solo un esempio, il seguente paragrafo è preso da un discorso della conferenza, tenuto dall’anziano apostolo Neal A. Maxwell e contiene diverse citazioni e allusioni, senza gli effettivi riferimenti alla Sacra Scrittura.
“Non si può avere un’adeguata fede in un Cristo che non si conosce adeguatamente: “chi è straniero… è lungi dai pensieri e dagli intenti del suo cuore” (Mosia 5:13).
Invece, lasciando da parte “ogni peso” del mondo ed i peccati, che così “facilmente ci affliggono” (Ebrei 12:1), cercando Gesù e banchettando con le Sue parole, saremo in grado di andare avanti con vigore intellettuale e spirituale (2 Nefi 31:20).
In caso contrario, come ha detto Paolo, possiamo diventare stanchi e deboli, nelle nostre menti (Ebrei 12:3).
Quando comprendiamo quello che è stato rivelato ad Adamo – “il piano di salvezza per tutti gli uomini” (Mosè 6:62) – allora queste dottrine sono profondamente rilevanti, per il processo di domani, per la tentazione di Martedì o per l’ondata di autocommiserazione del mese prossimo.
Dopo tutto, il castigo, la prova della nostra fede e la pazienza, sono parte del piano (Mosia 23:21)” (“Chiamati e preparati fin dalla fondazione del mondo”, Neal A. Maxwell, Conferenza Generale, Aprile 1986).
Questa pratica di magistrale intreccio di prosa di oggi, con le parole preziose del passato, non si limita a qualsiasi discorso particolare, ma è una modalità comune che può essere notata in molti interventi della conferenza generale e anche altrove.
Chi è interessato può andare su il sito della Chiesa Mormone, dove si possono cercare parole e frasi delle Scritture e scoprire dove sono state utilizzate, in generale, nei discorsi per le conferenze e negli interventi delle Autorità generali e di altri dirigenti della Chiesa.
Ad esempio, una ricerca per la parola “misericordia” porta subito a 24 esempi e “piano di salvezza” si presenta 597 volte.
La Parola del Vangelo
La pratica di citare e alludere alle scritture antiche o anche di utilizzarle senza riferimenti, come parte di un vocabolario proprio, quando si parla, era una pratica comune tra gli scrittori e coloro che tenevano discorsi nei tempi antichi (questa pratica è parte di un fenomeno che è stato definito come “intertestualità”. La presenza di intertestualità nel Libro di Mormon è stata discussa in una serie di interventi.
Alcuni di questi sono inclusi nella sezione “Approfondimenti”, che trovate alla fine di questo articolo). Centinaia di esempi di questa pratica, si trovano in tutta la Bibbia e nel libro di Mormon.
Quando Gesù chiese a suo padre: “Perché mi hai abbandonato” (Matteo 27:46; Luca 15:34), stava usando una citazione dal Salmo 22:1, che era ben nota, in quel momento.
Lehi, in 1 Nefi 8:8, dichiara:
“Ho cominciato a pregare il Signore, perchè avesse pietà di me, secondo la moltitudine delle sue misericordie”.
Egli aveva, quasi certamente, in mente il Salmo 51:1, in cui si afferma: “Abbi pietà di me, o Dio… secondo la moltitudine delle tue compassioni”, anche se egli non afferma che stia citando le scritture.
E’ possibile che conoscesse il passaggio così bene, che lo ha incluso semplicemente nella sua lingua, nei suoi pensieri, o che si aspettasse che il suo pubblico riconoscesse il riferimento e fosse ispirato dalla sua allusione a quel testo sacro.
Gli insegnanti di oggi del Vangelo di Cristo, in modo simile, incorporano le parole dei servi del passato del Signore, nel loro vocabolario. In tal modo, quelle parole senza tempo respirano di una vita rinnovata e diventano rilevanti per la nostra vita di oggi. Considerate le seguenti parole, del compianto Bruce R. McConkie:
“Nel parlare di queste cose meravigliose userò le mie parole, anche se si potrebbe pensare che siano le parole della Scrittura, le parole pronunciate da altri apostoli e profeti.
Vero è che sono state proclamate da altri, ma ora sono mie, perchè lo Spirito Santo di Dio mi ha testimoniato che sono vere ed ora è come se il Signore le avesse rivelate a me, in prima istanza” (“La purificazione del potere del Getsemani”, Bruce R. McConkie, La Stella, Maggio 1985).
Questa pratica viene utilizzata naturalmente non solo da coloro che conoscono e amano le Scritture, ma il Signore e i suoi servi la incoraggiano. Attraverso Mosè, il Signore ha ammonito i suoi figli a “conservare le sue parole nel cuore e nell’anima” (Deuteronomio 11:18).
Nefi ha invitato tutti a “nutrirsi delle parole di Cristo” (2 Nefi 32:3) e Alma ha insegnato al suo popolo che se avesse piantato la parola di Dio nel proprio cuore e l’avesse nutrita avrebbe messo “radici; ed ecco, sarà un albero che crescerà fino alla vita eterna” (Alma 32:41), che porta nuovi frutti, andando avanti, per benedire le nuove stagioni di ascoltatori e seguaci.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul sito ldsmag.com. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.
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