Tom Christofferson, un membro fedele della Chiesa appartenente alla comunità LGBT+, ha un messaggio per i genitori di figli LGBT+: non è necessario scegliere tra i vostri figli e la Chiesa cui appartenete. Potete amare entrambi.

La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni insegna che provare attrazione per lo stesso sesso non è un peccato, ma che agire in base ad essa lo è; alcuni genitori membri della Chiesa decidono che, per essere fedeli, devono respingere i loro figli che hanno relazioni con qualcuno dello stesso sesso.

Rispettare gli standard. Non perdonare il peccato.

Altre famiglie pensano che per sostenere i loro figli gay debbano abbandonare la loro Chiesa.

Tom Christofferson, il fratello dell’apostolo D. Todd Christofferson e membro della comunità LGBT+, afferma che i suoi genitori non hanno seguito nessuno corso su come comportarsi con lui.

“La fede e l’unità familiare sono sempre state interconnesse tra loro, ognuna incompleta senza l’altra”, ha detto in un’intervista. “Non ho mai avuto dubbi riguardo a ciò in cui credevano i miei genitori, ma sapevo anche che mi amavano”.

Che è quello che tutti i cristiani dovrebbero fare.

La scelta per i membri LGBT+ della Chiesa, però, è più rigida ed inevitabilmente dolorosa: perseguire una relazione con qualcuno dello stesso sesso in opposizione ai principi della Chiesa oppure vivere il celibato all’interno di essa.

Christofferson ha provato entrambi ma alla fine ha preso una decisione sofferta. Ha scelto il discepolato.

“È stata un’odissea imprevedibile, piena di ripensamenti e difficoltà, prima di poter arrivare in questo luogo di pace”, dice nel suo libro “That we May be One: A Gay Mormon’s Perspective on Faith and Family” (Affinché possiamo essere uno: la prospettiva di un mormone gay sulla fede e la famiglia — disponibile solo in lingua Inglese).

Tuttavia, il Santo degli Ultimi Giorni sa che la sua scelta non funziona per tutti e non ha problemi ad accettarlo.

Una visione alterata

comunità LGBT+Da bambino, il giovane Tom ha sempre avuto una profonda consapevolezza di essere “diverso in modo importante dai suoi quattro fratelli più grandi, ma non tanto da parlarne.”

Nulla cambiò fino a quando, alle scuole medie, non lo chiamarono “omo” e cercò la parola “omosessuale” in un dizionario trovando una definizione per quello che sentiva.

Tale realizzazione, tuttavia, lo convinse che il suo segreto lo avrebbe allontanato dal Dio che stava scoprendo nella sua vita da membro della Chiesa.

A 19 anni Tom servì una missione di due anni, ritornò e sposò una giovane donna in un tempio. Il matrimonio venne annullato dopo un breve periodo e infine diede la notizia ai suoi genitori.

Il loro figlio era gay.

Un membro della Chiesa e della comunità LGBT+

Tom Christofferson e la comunità LGBT+Credendo che la sua attrazione verso gli uomini gli impedisse di essere un membro attivo, Christofferson chiese di essere scomunicato dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

Per più di due decenni visse la propria omosessualità ed ebbe una relazione con un medico idealista che aveva incontrato a San Francisco.

Anche se alcuni dirigenti della Chiesa lo avevano messo in guardia sulle possibili conseguenze, la famiglia di Christofferson accolse con favore il suo partner, considerandolo suo coniuge in tutte le attività e persino permettendo alla coppia di condividere un letto durante le visite.

Il loro fu un rapporto di 19 anni gioioso e soddisfacente, ricorda Tom Christofferson, ma mancava qualcosa. La spiritualità che aveva trovato nella sua fede.

Nel 2007, quando la coppia si trasferì a New Canaan in Connecticut, Christofferson fu attirato dalla casa di riunione della città. Entrò, si sedette su una panca e ascoltò le note finali dell’inno di chiusura.

Infine, si avvicinò al vescovo della congregazione per presentarsi e chiedere se fosse il benvenuto.

“Naturalmente”, rispose senza esitazione l’allora Vescovo Bruce Larson e lo invitò a portare il suo partner.

Nella Chiesa di Gesù Cristo tutti i membri della comunità LGBT+ sono benvenuti

Luoghi comuni mormoni“Non avevo bisogno di istruzioni su come rispondere a tutti coloro che sinceramente e umilmente volevano unirsi a noi per pregare” scrive Larson in un’email da Hong Kong, dove ora vive. Era “praticamente un bisogno spirituale, non razionale”.

Così iniziò il soggiorno di quasi sette anni in quel quartiere della costa est dove, a poco a poco, entrò nella comunità di credenti che condividevano la sua fede, insegnando lezioni occasionali, pregando durante il servizio ed assumendo il ruolo di un amato zio dei bambini del rione.

“I meravigliosi Santi che mi hanno fatto posto nel loro cuore e nelle loro case, anno dopo anno, non mi hanno mai chiesto di mostrar loro i miei progressi o il mio pentimento” scrive. “Hanno semplicemente fatto spazio.”

Mentre Tom, nonostante fosse ufficialmente un ex-membro, continuava a frequentare le riunioni domenicali, sentì un risveglio spirituale che da lungo tempo ormai non sentiva più.

“Volevo essere in un posto e con un gruppo di persone con cui potessi esplorare il significato e lo scopo della vita” continua nel libro “dove poter indagare e prendere in considerazione le risposte alle difficoltà delle mie esperienze”.

In quello stesso periodo, il partner di Christofferson, che era cresciuto come episcopaliano, sentiva che andare in chiesa a Natale e Pasqua fosse sufficiente.

Poi arrivò il 2008, anno in cui la Chiesa in California contribuì all’avanzamento della Proposition 8, la quale, definendo legittimo solo il matrimonio tra uomo e donna, richiedeva l’abolizione del diritto al matrimonio gay.

comunità LGBT+

Christofferson aveva un fratello in California che aveva votato a favore della Proposition 8 e il suo compagno se ne lamentò: “Ci conoscono. Pensavo che mi volessero bene.”

Questo ferì il cuore del suo compagno e creò una certa distanza tra lui e la Chiesa.

David Checketts, magnate sportivo e presidente di palo che in quel momento presiedeva su un gruppo di congregazioni in Connecticut, si incontrò con il compagno di Tom per spiegargli perché per lui (Tom) tornare in Chiesa significasse così tanto.

Lo scrittore ricorda nell’intervista che il suo compagno rispose: “La tua chiesa dovrebbe sostenere la nostra famiglia, non dividerla”.

Che è proprio ciò che accadde in seguito.

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Il partner di Christofferson, che Tom ancora ama, lo ha liberato dal loro impegno reciproco dicendo che avrebbe dovuto fare ciò che era meglio per lui.

Anche ad alcuni membri della Chiesa dispiacque di questa rottura.

“Il suo compagno era/è un uomo meraviglioso, di talento e gentile” scrive Larson. “Il mio cuore soffre per coloro che sperimentano il dolore o la perdita di un rapporto veramente amorevole.”

Fu Larson ad eseguire il battesimo di Christofferson nel mese di Ottobre del 2014, sostenendolo fino a quando non venne completamente immerso nell’acqua e, poi, gentilmente riportandolo indietro: un uomo nuovo.

Tutta la famiglia presenziò all’evento, compreso Anziano D. Todd Christofferson, uno dei dodici apostoli, che eseguì il rituale che pone le mani sulla testa per conferire il dono dello Spirito Santo.

Per Checketts fu un momento toccante.

“Questa è una storia d’amore per lui e per il suo compagno, l’amore tra quei due uomini che rispetto e capisco” dice l’ex presidente di palo. “Ma è anche una storia sulle scelte difficili”.

Sei mesi dopo il suo battesimo, Christofferson si ritirò in pensione lasciando il lavoro come banchiere e si trasferì nell’Ovest mentre il suo compagno acquistò un’altra casa in Connecticut.

Tuttavia, il santo degli ultimi giorni sempre più ottimista che era in lui, sperava che lui e il suo partner potessero continuare la loro “relazione emotiva” dopo aver abbandonato quella fisica.

Ma fu impossibile.

Amore fraterno e una politica dura

matite colorateIl capitolo più difficile da scrivere, dice Christofferson, è stato quello riguardante alcune politiche della Chiesa del Novembre del 2015 che, per un periodo limitato, hanno impedito ai figli di coppie composte da membri dello stesso sesso di essere battezzati fino al compimento del 18° anno di età.

Queste politiche, tuttavia, sono state modificate e non sono attualmente in vigore

Nel frattempo, ha continuato a consigliare ai genitori e alle famiglie membri della Chiesa di accettare la realtà delle vite e delle scelte dei loro figli LGBT+.

Di andare ai loro matrimoni. Di accogliere i loro partner nella famiglia. Di essere felici per la loro felicità. Di tenerli vicini.

“Quale importante opportunità può essere un matrimonio per aumentare l’unità familiare, per mostrare l’amore puro e per solidificare i rapporti” scrive nel suo libro.

“I vostri figli non metteranno in dubbio il vostro discepolato personale, né dubiteranno dell’importanza che avete nell’essere parte integrante della loro vita”.

Il libro può aiutare o danneggiare i membri della Chiesa e della comunità LGBT+?

Tutti i fratelli di Christofferson hanno letto il manoscritto prima che venisse pubblicato, incluso colui che fa parte del Quorum dei Dodici Apostoli.

“Amo Tom” dice Todd Christofferson in una dichiarazione al Salt Lake Tribune “e sono contento che abbia raccontato la sua storia come solo lui può fare”.

Non importa quanto Tom Christofferson possa dire che il libro parli solo della sua esperienza personale, il legame dell’autore con un dirigente Santo degli Ultimi Giorni e con la casa editrice del volume, la Deseret Book (di proprietà della Chiesa), lo rende quasi un libro ufficiale e gli conferisce più peso che ad altre opere.

E questo riguarda diversi lettori.

Il libro è “molto commovente e ha affermato la mia fede” scrive Steve Evans, avvocato di Salt Lake City, in un suo intervento su un blog.

Tom ChristoffersonChristofferson descrive due tipi di santi degli ultimi giorni: colore che vanno al tempio e coloro che vanno in chiesa.

Non tutti soddisfano le norme di fede e di comportamento necessarie per entrare in un tempio, spiega, ma “tutti possono andare in chiesa.”

Quella certamente è stata l’esperienza di Christofferson nel quartiere New Canaan ed è anche la visione di Larson.

Il libro è molto più che il semplice viaggio di un uomo, scrive l’ex vescovo.

“Si tratta di un messaggio su come realmente e amorevolmente si possa far sentire benvenuto nel Vangelo chiunque abbia potuto avere un cammino di vita diverso da quello che abbiamo fatto noi o chiunque possa essere diverso da noi”.

Non importa quale sia la strada che un santo degli ultimi giorni appartenente alla comunità LGBT+ possa prendere, dice il sindaco della contea di Salt Lake Ben McAdams, la famiglia, gli amici e i compagni di fede dovrebbero stargli accanto con “compassione e comprensione”.

“Questo”, dice McAdams, uno degli amici più vicini a Christofferson, “è tutto quello che ha vissuto Tom.”

Tom Christofferson, condivide il suo viaggio nel discepolato come membro della comunità LGBT+ è stato scritto da Peggy Fletcher Stack e pubblicato su sltrib.com. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.