Il simbolo della croce è il simbolo più diffuso del cristianesimo, riconosciuto in tutto il mondo.
Una delle domande più frequenti che riceviamo è: “Perché i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni non usano la croce come simbolo?”.
In effetti, entrando in una delle nostre case di riunione, sebbene Cristo sia al centro del nostro culto, non ci sono croci appese da nessuna parte. Perché? Vediamolo insieme.
È sbagliato usare il simbolo della croce?
È bene partire da una premessa importante. Non c’è assolutamente nulla di sbagliato nell’usare la croce come simbolo della vostra fede.
Non c’è nessuna dottrina nel nostro credo secondo cui usare la croce sia sbagliato.
Anzi, come altre fedi cristiane, crediamo che la morte di Cristo sulla croce sia parte del Suo sacrificio espiatorio; ci sono quadri che ritraggono Cristo crocifisso, inni, scritture e discorsi sulla croce.
Quindi, prendiamo un attimo in considerazione il contesto storico e culturale di base.
Quando la Chiesa fu organizzata, nel 1830, la maggior parte delle altre confessioni religiose non adoperava il simbolo della croce nell’architettura dei propri edifici, fatta eccezione per la Chiesa Cattolica che, però, era poco diffusa negli Stati Uniti.
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Quindi, a livello generale la croce non faceva parte del contesto culturale.
In seguito, tra il 1840 e il 1870, divenne invece un simbolo sempre più utilizzato anche dai Santi degli Ultimi Giorni.
Le persone iniziarono ad usarlo come ornamento di gioielleria, come simbolo sugli edifici religiosi e sulla copertina di una delle prime edizioni del libro di Dottrina e Alleanze.
Per un certo periodo, il simbolo della croce venne utilizzato durante i funerali dei dirigenti della Chiesa, così come sulle lapidi di alcuni di loro, per cui era vista in modo positivo.
Allora, cosa è cambiato e perché sembra che molti membri della Chiesa abbiano una visione negativa del simbolo della croce?
Inversione di marcia nell’uso della croce
Dunque, nel 1957 il Presidente David O. McKay suggerì che per le ragazze della Chiesa fosse meglio non acquistare o indossare collanine con la croce, perché questa era una forma di culto principalmente cattolica, incline all’uso di immagini, croci, ecc… mentre il nostro culto doveva avere luogo all’interno del nostro cuore.
Non è chiaro perché Presidente McKay avesse questa visione delle cose, ma tra il 1950 ed il 1970 furono pubblicate due dichiarazioni dai dirigenti della chiesa che consideravano indossare la croce una pratica di cattivo gusto.
Ora, c’è da sottolineare che il suo uso non è mai stato vietato.
Sebbene siamo chiamati a seguire i consigli dei profeti, è anche vero che pratiche del genere sono soggette a cambiamenti nel tempo e in base al contesto storico e culturale.
Similmente, esistono almeno 16 dichiarazioni da parte dei dirigenti della Chiesa che sconsigliano l’uso di bevande contenenti caffeina, quindi molte di più rispetto a quelle che sconsigliano l’uso e l’esposizione del simbolo della croce.
Ma se quella è una scelta personale, perché non dovrebbe esserlo l’uso della seconda?
Ora, non sto suggerendo ai membri della Chiesa di indossare catenine con la croce. Sto dicendo che non dovremmo giudicare o avere dei pregiudizi nei confronti di coloro che desiderano indossarla.
La risposta più comune che diamo quando ci viene chiesto perché non utilizziamo il simbolo della croce è che, per noi, la croce simboleggia il Cristo in punto di morte, mentre il nostro messaggio è che Cristo vive.
La verità è che molti più cristiani di quanto immaginiamo vedono la croce come simbolo per ricordare Gesù Cristo, che Egli è morto per i nostri peccati e come memento della propria fede in Lui.
Il simbolo della croce: un simbolo di sacrificio
In fin dei conti, il significato della croce è strettamente personale.
In passato poteva essere identificato come “simbolo cattolico”; per Presidente Hinckley rappresentava il Cristo morente, ma per altri può simboleggiare l’avere fede in Cristo, può dare conforto nei momenti difficili o può ricordare il trionfo di Cristo sulla morte, perché una croce vuota ricorda che Egli non è più lì, ma è risorto.
Mentre un mio amico stava servendo nel Vescovato, una famiglia fu battezzata.
La bambina, in età da Primaria, e sua nonna andarono in Chiesa indossando una collanina con la croce e alcuni membri suggerirono loro di non indossarla in Chiesa.
Il mio amico si avvicinò loro e chiese perché indossassero la croce.
In risposta, condivisero la loro gratitudine per il sacrificio di Gesù Cristo. Lui rispose: “Per favore, continuate ad indossare le vostre collanine. Anche io indosserò un simbolo della croce ogni domenica”.
Così, acquistò una coppia di gemelli a forma di croce e li indossò ogni domenica in chiesa. Quando i membri del suo rione gli chiedevano perché indossasse un simbolo della morte di Cristo, lui rispondeva:
“La croce non è un simbolo della morte. È un simbolo della vita. È un simbolo del trionfo del Salvatore sulla morte.”
Infine, è interessante notare come, nelle scritture, in molte occasioni, leggiamo spesso di Gesù Cristo che si presenta come “colui che fu crocifisso per i peccati del mondo”.
Quando visitò i Nefiti, quando apparve a Joseph Smith—in diverse occasioni in Dottrina e Alleanze—quando tornerà sulla Terra alla Seconda Venuta, Lui si presenta dicendo:
“Io sono Gesù Cristo, che è stato crocifisso per i peccati del mondo”.
Che siate membri della nostra Chiesa o no, ricordiamo che invece di giudicare gli altri perché indossano o meno il simbolo della croce, possiamo concentrarci sul significato che questo ha realmente per noi, il Suo amore per l’umanità, il Suo sacrificio espiatorio e la Sua resurrezione.
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