La parola “espiare” deriva dal termine latino expiare e significa letteralmente: scontare, riparare una colpa, facendone ammenda o accettando con rassegnazione la relativa punizione. L’espiazione è pertanto “l’atto o il fatto di espiare”.
Con riferimento al mondo cristiano, l’espiazione è l’atto compiuto da Gesù Cristo per la salvezza e la redenzione di tutti i figli di Dio.
Ma in che cosa consiste effettivamente l’espiazione? Da dove ha origine? E quali sono gli effetti sia individuali che collettivi che questa ha nella vita delle persone?
Per potere più appieno comprendere un concetto, è spesso utile cominciare indagando sulle origini della parola che lo definiscono.
Cosa vuol dire Espiazione? Le origini ebraiche del termine
I termini “espiazione” ed “espiare” si trovano prevalentemente nell’Antico Testamento, in particolar modo nel libro di Levitico, dove vengono enunciate tutte le pratiche relative alla purificazione del santuario (o tempio) da parte del sommo sacerdote e l’annesso sacrificio animale per la remissione dei peccati del popolo ebraico nel “giorno dell’Espiazione” o “Yom Kippur”.
Deriva infatti dalla radice ebraica “kafara” (o “kpr”) che nelle varie forme derivate può assumere il significato di “coprire”, “imbrattare”, “strofinare”, “purificare” o “riscattare”.
Nel capitolo 16 di Levitico il Signore spiega a Mosè come deve essere effettuato il sacrificio.
Finalità e modalità dello “Yom Kippur”
Il giorno dell’espiazione serviva a ricordare che i sacrifici quotidiani, settimanali e mensili fatti sull’altare delle offerte non erano sufficienti per espiare il peccato.
Anche davanti all’altare, l’adoratore doveva mantenersi a distanza, incapace di avvicinare la santa presenza di Dio, che si manifestava tra i cherubini nel luogo santissimo.
In questo giorno dell’anno il sangue dell’espiazione era portato dal Sommo sacerdote, in rappresentanza di tutto il popolo, nel Santo dei santi, luogo del trono divino.
Il Sommo sacerdote eseguiva l’espiazione per “tutte le iniquità dei figli d’Israele e per tutte le loro trasgressioni”.
L’espiazione era fatta prima di tutto per il sacerdote, in quanto il mediatore tra Dio e il Suo popolo doveva essere puro da un punto di vista cerimoniale.
Anche il santuario era purificato perché anch’esso era contaminato dalla presenza e dal culto reso da uomini peccatori.
Il sommo sacerdote era ammesso a entrare nel Luogo santissimo ubicato nel tabernacolo o, successivamente, nel tempio di Gerusalemme.
Lì, il sommo sacerdote sacrificava un giovenco e un capro, aspergeva il sangue degli animali sui punti designati del Luogo santissimo, a simboleggiare l’Espiazione di Cristo per i peccati dei sacerdoti e per quelli del popolo.
Il sommo sacerdote poi trasferiva simbolicamente i peccati del popolo su un altro capro (chiamato capro espiatorio), che veniva condotto nel deserto per significare la cancellazione di tutti i peccati del popolo.
Egli sacrificava inoltre due montoni come olocausti per sé stesso e per il popolo.
In un certo senso, il sangue degli animali sacrificali veniva usato per “imbrattare” alcuni punti del santuario, come l’arca dell’alleanza e l’altare dei sacrifici, per “coprire” e “cancellare” o “pulire via” i peccati del popolo.
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Gesù e il compimento della legge di Mosè
Sebbene la comunità ebraica celebri ancora il giorno dell’Espiazione—nonostante con il tempo abbia subito delle modifiche nei rituali— per il mondo cristiano tutte queste pratiche sono state abolite con il ministero di Gesù Cristo.
Tutti i precetti imposti da Dio al popolo ebraico altro non erano che una prefigurazione e un simbolo dell’espiazione infinita ed eterna che il Salvatore avrebbe compiuto una volta sulla Terra.
Tramite lo spargimento del Suo sangue non fu più necessario spargere sangue animale.
Tuttavia, impariamo ancora molto da alcuni di questi precetti. Per esempio, non tutti gli animali erano adatti ad essere sacrificati. Il capro in questione doveva avere delle caratteristiche ben precise, tra cui:
- -essere il primogenito del gregge
- -essere privo di difetti
- -non doveva essere spezzato alcun osso
- -poteva essere sacrificato per procura invece di un altro.
Similmente, Gesù fu il Primogenito di Dio nello spirito e l’Unigenito nella carne. Visse una vita perfetta e senza macchia, priva di peccati e iniquità.
Contrariamente ai malfattori che vennero crocifissi insieme a Lui, le cui gambe vennero spezzate (come era usanza a quei tempi), nessun osso del Suo corpo venne spezzato.
Puro tra gli impuri, si offrì di prendere su di sé i peccati, le sofferenze e le malattie dell’umanità. Gesù Cristo fu letteralmente “l’Agnello sacrificale di Dio”.
Un’altra lingua che può aiutarci a comprendere più a fondo il significato della parola Espiazione è la lingua Inglese.
La traduzione Inglese del termine Espiazione e il concetto di “Riconciliazione”
Il corrispettivo Inglese di Espiazione è “Atonement”. Un neologismo del XVI sec. formato a partire dalle tre sillabe che lo compongono, ovvero “at-one-ment”, letteralmente “per essere uno”, indica un’unità di intenti tra due persone.
In questo caso si riferisce al diventare “uno” con Dio Padre, ad essere “riconciliati” con Lui e tornare alla Sua presenza.
Proprio come il sacerdote non poteva accedere al Santo dei santi se non dopo essere stato purificato dai propri peccati, senza l’intercessione di Gesù Cristo nessuno di noi può tornare alla presenza di Dio.
Nel Libro di Mormon—un altro Testamento di Gesù Cristo—il Salvatore spiega al popolo dei Nefiti che nessuna cosa impura può dimorare alla presenza di Dio:
“E nessuna cosa impura può entrare nel suo regno; perciò nulla entra nel suo riposo, salvo coloro che hanno lavato le loro vesti nel mio sangue, a motivo della loro fede, del loro pentimento di tutti i loro peccati e della loro fedeltà fino alla fine” ( 3 Nefi 27:19 ).
L’Espiazione pertanto è necessaria per essere riconciliati con Dio. A sua volta, “riconciliare” è un termine proveniente da tre radici latine: re, con e sella, ossia «sedia».
Riconciliazione quindi significa letteralmente «sedere di nuovo con». Gesù Cristo ci ha permesso di avere la possibilità di ereditare un giorno tutto ciò che Dio possiede e “sedere con Lui”.
In che cosa consiste l’espiazione di Gesù Cristo?
Ma in che cosa consiste effettivamente l’Espiazione che compì Gesù Cristo? Da un punto di vista dottrinale, secondo il credo de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, l’Espiazione comprende tre fasi.
Le sofferenze di Gesù nel giardino del Getsemani, la morte sulla Croce e la Resurrezione al terzo giorno.
Non sappiamo bene come avvenne, quanto durò o come fu possibile da un punto di vista scientifico, ma sappiamo che nel giardino del Getsemani Gesù prese su di sé tutti i peccati, le sofferenze e le malattie dell’umanità.
La sofferenza fu così intensa che il suo corpo sanguinò da ogni poro. Egli sparse letteralmente il Suo sangue per noi.
Nonostante fosse il Figlio Unigenito di Dio nella carne e avesse potere su tutti gli elementi, Cristo depose volontariamente la propria vita sulla croce.
Se non fosse stato così, non si sarebbe potuta verificare l’ultima e culminante fase della Sua missione sulla Terra, la Resurrezione dalla tomba.
Al terzo giorno il Suo spirito e il Suo corpo furono riuniti per l’eternità, per non separarsi mai più. Attraverso la Resurrezione Gesù Cristo ha ottenuto la gloria del Padre e vinto il pungiglione della morte.
Perché era necessario che vi fosse un’Espiazione?
A causa della trasgressione di Adamo ed Eva, spesso chiamata anche “caduta”, l’umanità ha subito sia la morte fisica che quella spirituale (ovvero l’allontanamento dalla presenza di Dio).
Contrariamente a quanto molti possano pensare, la caduta di Adamo ed Eva era necessaria affinché i figli di spirito del Padre celeste prendessero un corpo fisico e adempissero il piano di felicità che Egli aveva programmato per noi.
Nel Libro di Mormon il profeta Nefi ci spiega che “Adamo cadde affinché gli uomini potessero essere” (2 Nefi 2:25).
Ovvero, se Adamo ed Eva non avessero trasgredito nessuno di noi si troverebbe qui sulla Terra oggi.
Tuttavia, come abbiamo detto, poiché questo fece sì che l’uomo diventasse mortale e fosse allontanato dalla presenza di Dio era necessario che qualcuno pagasse il prezzo per permetterci di essere riammessi alla Sua presenza.
Il profeta Alma spiega con chiarezza perché era necessario che ci fosse questo mediatore:
“Ed ora, ecco, vi renderò testimonianza io stesso che queste cose sono vere. Ecco, io vi dico che so veramente che Cristo verrà fra i figlioli degli uomini per prendere su di Sé le trasgressioni del suo popolo, e che egli espierà per i peccati del mondo; poiché il Signore Iddio lo ha detto.
Poiché è opportuno che sia fatta un’espiazione; poiché, secondo il grande piano dell’Eterno Iddio, dev’esser fatta un’espiazione, altrimenti tutta l’umanità dovrà inevitabilmente perire; sì, tutti sono induriti; sì, tutti sono decaduti e perduti, e devono perire, a meno che non avvenga tramite l’espiazione che è opportuno sia fatta.
Poiché è opportuno che vi sia un grande e ultimo sacrificio; sì, non un sacrificio di uomini, né di bestie, né d’alcuna sorta di volatili; poiché non sarà un sacrificio umano; ma dovrà essere un sacrificio infinito ed eterno.
È necessario perciò che vi sia un grande e ultimo sacrificio; e dopo vi sarà, ossia è opportuno che vi sia, un termine allo spargimento di sangue; allora la legge di Mosè sarà compiuta; sì, sarà tutta compiuta, ogni iota, ogni apice, e niente sarà annullato.
Ed ecco, questo è l’intero significato della legge; ogni più piccola parte sta a indicare quel grande e ultimo sacrificio; e quel grande e ultimo sacrificio sarà quello del Figlio di Dio, sì, infinito ed eterno.
E così egli porterà la salvezza a tutti coloro che crederanno nel suo nome; poiché è questo l’intento di questo ultimo sacrificio: richiamare le viscere della misericordia, la quale vince la giustizia e procura agli uomini i mezzi perché possano aver fede fino a pentirsi” (Alma 34:8-10; 13-15).
In 1 Corinzi 15:22 sta scritto: “Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saran tutti vivificati.”
Era stato previsto dal piano che ci fosse una caduta ed era stato altresì previsto che ci fosse un Salvatore. Gesù Cristo è il mediatore di cui parlano le scritture e di cui testimoniarono tutti i profeti, sia del Vecchio che del Nuovo Testamento.
Quali sono le conseguenze dell’Espiazione nella nostra vita?
Potremmo affermare che l’Espiazione compiuta dal Salvatore sia il punto culminante del piano di felicità (o di salvezza) di Dio, poiché ha conseguenze eterne per l’umanità sia da un punto di vista collettivo che individuale.
Attraverso le sofferenze nel giardino del Getsemani, Gesù Cristo ci ha purificati da ogni colpa e da ogni peccato.
Nessuno di noi pertanto può essere punito o giudicato per la trasgressione di Adamo ed Eva, ma piuttosto per i propri peccati.
Quando scegliamo di seguire Gesù Cristo e obbedire ai comandamenti di Dio, permettiamo al potere purificatore dell’Espiazione di avere effetto nella nostra vita. In questo modo un giorno potremo dimorare alla presenza di Dio.
Essendo risuscitato al terzo giorno, il Salvatore ha vinto il “pungiglione” della morte. Ciò vuol dire che la morte non è la fine della nostra esistenza.
Un giorno, il corpo e lo spirito di tutti coloro che hanno attraversato la vita terrena saranno riuniti per essere portati alla presenza di Dio e giudicati.
Ciò vuol dire anche che potremo riabbracciare tutti i nostri cari che non sono più con noi e vivere insieme a loro per sempre.
Come spiegò Paolo ai santi di Corinto:
“Or questo dico, fratelli, che carne e sangue non possono eredare il regno di Dio; né la corruzione può eredare la incorruttibilità.
Ecco, io vi dico un mistero: Non tutti morremo, ma tutti saremo mutati, in un momento, in un batter d’occhio, al suon dell’ultima tromba. Perché la tromba sonerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati.
Poiché bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità, e che questo mortale rivesta immortalità” (1 Corinzi 15:50-53).
Gesù Cristo ha fatto sì che, a prescindere dalle opere compiute in vita, siano esse buone o malvage, un giorno tutti risorgeremo. L’immortalità è un dono gratuito per tutti i figli di Dio.
Per ottenere la vita eterna, ovvero per potere dimorare con Dio, invece, è necessario che ci pentiamo dei nostri peccati e che attraverso le nostre opere dimostriamo a Lui di essere disposti a seguirLo.
L’Espiazione di Gesù Cristo è molto di più
Per quanto ci si possa sforzare di spiegarla attraverso le parole o lo studio delle scritture, per poter realmente comprendere l’espiazione bisogna capire come applicarla ogni giorno, e questo è un processo che dura tutta la vita.
È vero, l’Espiazione di Gesù Cristo ci ha permesso di vincere la morte e, se ne siamo degni, di tornare alla presenza di Dio, ma questo, per quanto di per sé sia strabiliante, riguarda qualcosa che succederà in futuro.
La notizia meravigliosa è che possiamo attingere al potere guaritore dell’Espiazione in modi diversi ogni giorno.
Nel Libro di Mormon il profeta Alma spiega:
“Ed egli andrà, soffrendo pene e afflizioni e tentazioni di ogni specie; e ciò affinché si possa adempiere la parola che dice: egli prenderà su di sé le pene e le malattie del suo popolo.
E prenderà su di sé la morte, per poter sciogliere i legami della morte che legano il suo popolo; e prenderà su di sé le loro infermità, affinché le sue viscere possano essere piene di misericordia, secondo la carne, affinché egli possa conoscere, secondo la carne, come soccorrere il suo popolo nelle loro infermità.
Ora, lo Spirito conosce ogni cosa: nondimeno il Figlio di Dio soffrirà, secondo la carne, per poter prendere su di sé i peccati del suo popolo, per poter cancellare le loro trasgressioni, secondo il potere della sua liberazione; ed ora, ecco, questa è la testimonianza che è in me.”
Il profeta Isaia, in uno dei più commoventi passi dell’Antico Testamento e con occhio lungimirante rivolto a ciò che sarebbe avvenuto molti secoli dopo, scrisse:
“Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare col patire, pari a colui dinanzi al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
E, nondimeno, eran le nostre malattie ch’egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui s’era caricato; e noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio, ed umiliato!
Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione.” (Isaia 53:3-5)
Queste scritture sono una testimonianza del fatto che il Salvatore è in grado di guarirci in tutti i modi possibili e immaginabili. Fisicamente, spiritualmente, emotivamente, mentalmente;
Poiché attraverso il Suo sacrificio espiatorio ha patito tutte le sofferenze dell’umanità, sa come soccorrerci. Non c’è dolore che egli non sia in grado di comprendere, e soprattutto non c’è dolore o sofferenza che non sia in grado di guarire.
Cos’è l’Espiazione di Gesù Cristo? Tutto quello (o quasi) che volevi sapere è stato scritto da Ginevra Palumbo.
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