Quando siamo sani, abbiamo tutti i soldi di cui abbiamo bisogno e i nostri figli giocano felici (e in tranquillità), è abbastanza facile provare gratitudine. Il segreto della felicità sembra esserci stato svelato.
Ma cosa accade durante i momenti di prova? O in tempi di grandi disastri naturali? Quando crediamo in un Dio onnipotente, biasimarlo può sembrare una risposta semplice.
Sopportare le nostre prove con fede e gratitudine può essere difficile. La risposta sul come farlo, potrebbe arrivare da una fonte improbabile e senza pretese: la farfalla.
Il cambiamento delle stagioni della vita ha effetto su ciascuno di noi
In un messaggio contenuto nella Liahona di settembre 2013, “Santi in tutte le stagioni”, l’allora presidente Uchtdorf descrive lo splendido paesaggio che si trasformava intorno a lui al mutare delle stagioni nel luogo in cui è cresciuto: l’esplosione del verde in primavera, i piacevoli cieli blu dell’estate, i toni caldi e brillanti dell’autunno e le candide coperte di neve dell’inverno.
Egli dice:
“Le stagioni esistono anche nella nostra vita. Alcune sono miti e piacevoli. Altre no. Alcune giornate sono meravigliose come le immagini di un calendario.
Ci sono, tuttavia, giornate e circostanze che causano tristezza e possono portare nella nostra vita sentimenti profondi di disperazione, risentimento e rancore.”
Quando dice che non è possibile vivere solo nelle stagioni estive, ci ricorda anche che questa non sarebbe un’opzione desiderabile. Non apprezziamo o notiamo la felicità e la gioia, senza provare la tristezza e la frustrazione delle prove e delle avversità.
Lehi fa un ulteriore passo avanti quando ci dice in 2 Nefi 2:11 che senza opposizione, la rettitudine non potrebbe realizzarsi. Il presidente Uchtdorf dice:
“Nella Sua infinita saggezza, il nostro Padre Celeste sapeva che per diventare ciò per cui erano stati creati, durante questa vita i Suoi figli dovevano attraversare periodi di avversità.
Anzi, è l’amarezza della vita che ci permette di riconoscerne, contrapporne e apprezzarne la dolcezza.”
Il presidente Brigham Young ha detto:
“Tutti gli esseri intelligenti, destinati a ricevere sul loro capo corone di gloria, di immortalità e di vita eterna devono passare attraverso ogni cimento stabilito per gli esseri intelligenti, sì da meritare la gloria e l’esaltazione.
Ogni calamità che può colpire gli esseri mortali li colpirà… per prepararli a godere della presenza del Signore… Tutte le traversie e tutte le esperienze che ci sono capitate sono necessarie per la nostra salvezza.”
Che cosa sto facendo di sbagliato?
A volte ci disperiamo durante gli inverni della nostra vita
È molto comune, dopo un disastro o una tragedia nazionali, o anche dopo un brutto evento locale o personale, sentire la seguente domanda:
“Perché il Signore permette che questo accada?”.
È molto comune, in quei momenti, chiedersi se esista un segreto della felicità.
Durante il periodo che trascorsi come rappresentante dei Giovani Adulti Non Sposati, chiesi ad una ragazza di vent’anni di elencare tutte le cose brutte che le stavano accadendo in quel momento e concludere con la domanda:
“Dvorah, cosa sto facendo di sbagliato? Perché il Padre celeste mi sta punendo in questo modo?.”
Alla fine, le sorrisi e le risposi che, dal mio punto di vista, ciò che stava accadendo nella sua vita era il risultato di tutto ciò che aveva fatto bene. Niente di ciò che stava accadendo era una punizione.
Le parlai della fede che avevo visto in lei, e le spiegai che possiamo essere grati per le prove, perché sono lì a dimostrare che abbiamo imparato e siamo cresciuti.
Gli eventi della vita si verificano per insegnarci precetto su precetto, nell’esatto momento in cui siamo pronti a ricevere un dato insegnamento.
È facile incolpare il Signore quando ci troviamo in tempi difficili. Essere grati in quei momenti è più complicato.
Proprio come un bambino vede l’ora del pisolino come la più grande ingiustizia che i suoi genitori possano imporgli, mentre il genitore sa che il sonno andrà solo a beneficio del suo piccolo, così gridiamo all’ingiustizia delle avversità quando non riusciamo a vedere come queste ci stiano portando molto più vicini al nostro ritorno a casa, con il Padre celeste.
In Matteo 5:45, il Salvatore ci insegna che il sole sorge “sul male e sul bene, e la pioggia cade sui giusti e sugli ingiusti”. A volte non riusciamo a comprendere perché accadano cose difficili, persino ingiuste, nella nostra vita.
Ma ci viene ricordato che se “cerchiamo diligentemente, preghiamo sempre e siamo credenti… tutte le cose coopereranno per il nostro bene, se cammineremo rettamente” (Dottrina e Alleanze 90:24).
Il presidente Uchtdorf prosegue dicendo:
“La questione non riguarda se attraverseremo periodi di avversità, ma come affronteremo le tempeste.
La nostra grande opportunità durante le stagioni della vita in continuo mutamento, è attenersi saldamente alla fedele parola di Dio, perché i Suoi consigli non sono destinati solo ad aiutarci ad affrontare le tempeste della vita, ma anche a farcele superare.”
La fatica della farfalla
La fatica della farfalla rafforza le sue ali
Molti di noi conosceranno la storia del ragazzino che trovò una farfalla, la quale aveva appena cominciato a muoversi per sfondare il bozzolo che l’aveva protetta durante tutta la fase di trasformazione.
Il ragazzino vide la seria fatica che la farfalla stava facendo per liberarsi da questo guscio, e ne ebbe compassione.
Decise di aiutarla a liberarsi dal suo bozzolo. Quando la farfalla crollò sul ramo e provò ad allargare le ali per asciugarsi e compiere il suo primo volo, scoprì di non averne forza e la sua vita fu molto breve, senza che potesse mai volare ed aggiungere la sua bellezza al mondo.
Troppo tardi, il ragazzo apprese che la natura aveva progettato questa avversità per consentire alla farfalla di acquisire la forza necessaria attraverso la fatica che avrebbe fatto per liberarsi dal bozzolo, affinché potesse vivere la vita al massimo del suo potenziale una volta fuori.
La mia chiamata, in questo momento, è di insegnare ai bambini di 9 e 10 anni. Siamo nel bel mezzo della serie di lezioni che parlano dell’ingresso trionfale di Cristo a Gerusalemme, fino alla Sua resurrezione.
Abbiamo parlato dell’esempio perfetto che Cristo è per noi, nella nostra vita, e delle molte lezioni che possiamo trarne.
Descrivendo tutto ciò che Egli ha dovuto espiare per noi, ho sottolineato che, se Egli ha potuto sopportare tutto ciò, allora sicuramente noi saremo in grado di sopportare qualsiasi prova ci venga data.
Gesù Cristo è il nostro alleato durante le prove
Attraverso Cristo possiamo trovare la felicità nei momenti difficili
Il Salvatore promette di guidarci nei momenti di prova se Lo cerchiamo.
Oltre a questa prospettiva, ho sottolineato che, grazie alla Sua disponibilità a compiere un tale sacrificio, abbiamo un alleato su cui fare affidamento, che ha letteralmente sperimentato il nostro dolore individuale e personale e sa esattamente come ci sentiamo in ogni prova.
Può aiutarci a trovare il segreto della felicità nei momenti difficili perché non c’è nessun “non capisci come mi sento”, quando si tratta di Lui.
Cristo vuole che ci appoggiamo a Lui durante i momenti di prova. Vuole compensare quello che non possiamo fare da soli. Il Suo amore per noi non può essere descritto. Egli vuole che noi scopriamo il segreto della felicità.
Egli è il Secondo Consolatore e, come ci dice in Giovanni 14:18-19, 21:
“Non vi lascerò orfani; tornerò a voi. Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete… Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io l’amerò e mi manifesterò a lui.”
Durante la nostra permanenza nel Maine, il nostro presidente di palo ha vissuto la tragedia di perdere uno dei suoi figli. Taylor aveva 17 anni ed era conosciuto e amato da molti.
Conosco il dolore che deriva dalla perdita di un bambino che ho sognato di avere, ma so per certo che non riesco a capire il dolore di perdere un bambino che è stato cresciuto e curato. Immagino che sia l’esperienza più terribile che si possa chiedere ad una persona di sopportare.
Alcuni anni dopo la morte di Taylor, durante l’ultima parte della Conferenza dei giovani, il nostro presidente di palo ne parlò ai giovani uomini e alle giovani donne. Era via per lavoro quando gli era arrivata la terribile notizia.
Egli raccontò ai giovani:
“Non so se vi abbiano mai detto qualcosa che vi abbia messo semplicemente in ginocchio, ma questo è quello che accadde a me in quel momento.”
Ha continuato dicendo a questi giovani – persone che avevano frequentato gli scout con Taylor, avevano ballato con Taylor alle feste della chiesa, si erano sedute con Taylor durante le lezioni del sacerdozio e avevano lasciato le loro attività per partecipare al funerale di Taylor:
“Devo dire onestamente, che se mi venisse data l’opportunità di cancellare quel tragico evento, di avere mio figlio nella mia vita oggi, non ne approfitterei. Grazie a questa esperienza sono arrivato a conoscere il Salvatore ad un livello che non sarebbe stato possibile altrimenti.
So che ci è stato chiesto di sopportare tutto questo per avvicinarci a Lui.”
Il segreto della felicità: conoscere Cristo
Per disegno divino, la nostra esperienza può portarci più vicini a Cristo
Siamo stati mandati su questa terra per crescere come non potremmo fare senza un corpo.
Proprio come siamo stati in grado di imparare molto da bambini a casa con i nostri genitori, ma abbiamo continuato ad imparare in modo esponenziale e ad un ritmo più veloce quando ci siamo trasferiti e abbiamo creato una nostra vita, così è stato quando abbiamo vissuto con il nostro Padre Celeste e abbiamo scelto di venire qui.
Mentre siamo qui, dobbiamo imparare a liberarci delle nostre tendenze egoistiche e ad assumere un approccio più spirituale al servizio e all’amore. Cristo dice:
“E ancora, in verità vi dico, che è vostro privilegio, e faccio una promessa a voi che siete stati ordinati a questo ministero, che nella misura in cui vi spoglierete delle gelosie e dei timori, e vi umilierete dinanzi a me, poiché non siete abbastanza umili, il velo sarà strappato, e voi mi vedrete e saprete che io sono” (Dottrina e Alleanze 67:10).
Dobbiamo ricordare che dobbiamo attraversare tutte le stagioni, sia piacevoli che dolorose.
Ma ecco qual è il segreto della felicità: indipendentemente dalla stagione, se riponiamo la nostra speranza in Gesù Cristo e camminiamo verso la Sua luce, cammineremo risolutamente verso la nostra meta celeste, per tornare verso la casa che abbiamo scelto di lasciare.
E l’abbiamo lasciata per attraversare e sopportare le prove che abbiamo deciso di affrontare, affinché noi, come la farfalla, ottenessimo la forza di cui avevamo bisogno, spiegassimo le ali e realizzassimo il nostro potenziale, aggiungendo la nostra bellezza al mondo, nel modo in cui il Signore sa che possiamo farlo.
Leggi anche: La Scienza collega il pagamento della decima alla felicità, al successo e molto altro
Il segreto della felicità: come trovarla nei momenti difficili è stato scritto da Dvora Governdale e pubblicato sul sito thirhour.org. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.
Commenti