In questi ultimi giorni, le notizie riguardanti il ritorno dei talebani e la loro presa del potere, in Afghanistan, arrivano da ogni parte: telegiornali, giornali, notizie online, social media.

Quando ho saputo della loro avanzata, pochi giorni prima che entrassero a Kabul, mi sono tornate alla mente le tante cose lette negli anni passati, su di loro e sul loro regime.

E, ad essere onesta, ho avuto, e ho, paura per la gente che è rimasta lì, in quelle città. Per le donne, i bambini, gli uomini che vorrebbero solo poter vivere la loro vita liberamente.

Ed ancora una volta mi sono chiesta come sia possibile che l’uomo, in nome di Dio, possa togliere la libertà e la vita ad altri suoi fratelli. Perché Dio non è solo il padre dei talebani o dei cristiani o degli Ebrei. Egli è il padre di ogni essere umano e, come tale, Dio ama i Suoi figli, tutti i Suoi figli, indistintamente.

Dio ama i Suoi figli: amare come Egli ama

In un discorso di anziano Taniela B. Wakolo, intitolato proprio “Dio ama i Suoi figli”, ci vengono offerti degli spunti di riflessione molto importanti, soprattutto in questo momento storico. Egli dice:

“Oggi desidero concentrarmi sull’amore del Padre Celeste e di Gesù Cristo per tutti, che è manifesto tramite l’Espiazione di Gesù Cristo. “Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo” (Giovanni 3:16).

Quando un angelo gli chiese cosa sapesse di Dio, il profeta Nefi rispose semplicemente: “So che egli ama i suoi figlioli” (vedere 1 Nefi 11:16–17)… L’amore universale del Salvatore è la forza che motiva tutto ciò che fa.

Sappiamo che è lo stesso amore che il Padre Celeste prova per noi, perché il Salvatore ha insegnato umilmente che Lui e il Padre sono “uno” (vedere Giovanni 10:30; 17:20–23)”.

La frase “L’amore universale del Salvatore è la forza che motiva tutto ciò che fa”, mi ha colpito moltissimo e mi ha fatto pensare. L’amore dovrebbe essere la spinta, per ogni essere umano, che motiva ogni azione.

Un amore universale, ovvero per tutti. Non importa di quale colore, religione, orientamento sessuale, ceto sociale. Dovremmo amarci gli uni gli altri, indipendentemente dalle nostre differenze.

E quest’amore dovrebbe essere manifesto in ogni nostro comportamento. Come sarebbe il mondo, se ognuno di noi amasse in questo modo? E, soprattutto, come possiamo amare come Egli ama?

Possiamo seguire il Suo esempio, comprendere in che modo il Padre Celeste ci ama e, nel nostro piccolo, fare lo stesso. Di seguito, possiamo leggere alcuni dei modi grazie ai quali Dio ci mostra il Suo amore e dai quali possiamo imparare.

1 – La famiglia è eterna: il piano di felicità ci mostra quanto Dio ami i Suoi figli

Vangelo incentrato sulla casa

Fonte: LDS.org

Anziano Wakolo dice:

“I nostri rapporti più preziosi sono quelli con il Padre e il Figlio e con la nostra famiglia, poiché i nostri legami con loro sono eterni.

Il grande piano di felicità è una meravigliosa manifestazione dell’amore di Dio per noi… CercarLo e invocarLo… creerà lo spazio per costruire e rafforzare i nostri rapporti eterni.

Amplierà la nostra prospettiva spirituale e ci aiuterà a concentrarci sul cambiare ciò che è sotto il nostro controllo, invece che su paure che sono fuori dal nostro controllo. Studiare la vita e il ministero del nostro Salvatore, Gesù Cristo, ci permette di vedere queste altre preoccupazioni sotto una prospettiva eterna”.

La nostra famiglia è il luogo dove ognuno di noi può imparare ad amare gli altri, ad aiutarli, a trovare compromessi, a crescere nella reciproca collaborazione e nel reciproco rispetto.

Ognuno di noi può vedere i propri comportamenti errati e può cambiarli. Non abbiamo potere su ciò che fanno gli altri, ma su quello che facciamo noi, sì. Essere migliori, dipende da noi.

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Se ci affidiamo al Padre Celeste, se seguiamo l’esempio di Gesù Cristo, studiando la Sua vita, le Sue azioni, seguendo i Suoi insegnamenti, saremo persone migliori.

Non siamo su questa terra da soli: abbiamo fratelli e sorelle ovunque. Essere in grado di seguire l’esempio del Padre Celeste ed amarli è uno dei doni più grandi che possiamo fare a Dio, per ricambiarLo del Suo amore e dell’opportunità che abbiamo di vivere qui ed imparare, tramite le nostre esperienze umane.

2 – Dio ama i Suoi figli e non li lascia soli: i profeti

profeti mormoni - profeti non sono perfettiMolti di noi si lamentano, spesso, che Dio non esiste o ci abbia lasciati soli, perché non risponde alle nostre preghiere, perché nel mondo c’è il male, perché ci sono troppe ingiustizie, guerre, malattie. Eppure, in questo caos, Egli non ci lascia soli.

In realtà, Dio è sempre pronto a rispondere alle nostre preghiere e lo fa in molteplici modi: attraverso le scritture, attraverso gli altri, tramite eventi che ci accadono o quando preghiamo nel silenzio della nostra stanza ed Egli parla al nostro cuore.

Ma da sempre, Egli ci ha mandato i profeti, la cui voce è chiara e senza possibilità di dubbie interpretazioni. I profeti ci possono dare una guida, dei consigli, possono farci sentire il Suo amore e sostenerci. Ed oggi abbiamo ancora la fortuna di avere un profeta vivente, che ci parla e ci dice quale sia la volontà di Dio per i Suoi figli.

Ecco cosa dice anziano Wakolo sul presidente Nelson, profeta di Dio: “Ricordo molto bene quella volta… mentre rientravo al lavoro dopo aver subito un intervento chirurgico. All’improvviso, ho sentito la voce del presidente Russell M. Nelson che mi chiamava: “Taniela, Taniela”.

Gli sono corso incontro e lui mi ha chiesto come stavo. Gli ho detto: “Mi sto riprendendo molto bene, Presidente Nelson”. Mi ha dato un consiglio e un abbraccio. Ho sentito veramente il ministero personale di un profeta verso il “singolo”.

Il presidente Nelson ha viaggiato in molte nazioni del mondo. Per me, egli non ministra semplicemente a migliaia di persone, ma a migliaia di “singoli individui”.

Così facendo, condivide l’amore che Dio prova per tutti i Suoi figli” e prosegue: “Tuttavia, le parole del profeta sono giunte come una colonna di luce che splende tra le nubi oscure della paura, della solitudine e della disperazione”.

3 – Amare non vuol dire non rimproverare

amare il prossimoAmare tutti, provare a seguire l’esempio di Dio, non vuol dire non rimproverare coloro che agiscono in modo errato.

Non significa abbracciare i loro errori o i loro peccati. So che, in questo momento, può risultare un discorso forse estremo e irrealizzabile, ma se penso ai talebani e a quello che fanno, so che mi è richiesto di amarli, in quanto figli di Dio, ma non di accettare le azioni di repressione che mettono in atto, in Afghanistan.

Amare vuol dire anche essere in grado di parlare con gli altri e dir loro qual è il nostro punto di vista. Significa rimproverare, senza giudicare. Anche Dio fa così con i Suoi figli: li ama, ma li rimprovera, se e quando è necessario.

Lo stesso faceva Gesù Cristo. Non dobbiamo essere rabbiosi, ma amorevoli nel nostro riprendere gli altri. E così facendo potremmo davvero aiutarli a restare sul cammino che porta al Padre Celeste.

Anziano Wakolo dice:

“A volte Dio manifesta il Suo amore rimproverandoci. È un modo per ricordarci che ci ama e che sa chi siamo. La benedizione di pace che Egli ci ha promesso è fruibile da tutti coloro che percorrono coraggiosamente il sentiero dell’alleanza e sono disposti a essere corretti.

Quando lo riconosciamo e siamo disposti ad accettarlo, il rimprovero diventa un intervento chirurgico spirituale. D’altra parte, a chi piacciono gli interventi chirurgici? Ma possono salvare la vita a coloro che ne hanno bisogno e sono disposti a sottoporvisi. Il Signore corregge colui ch’Egli ama”.

Nella mia vita, ci sono stati momenti in cui ho compiuto azioni non proprio degne di me oppure ho commesso degli errori, a volte volontariamente, altre in buona fede.

La cosa di cui sono sempre stata grata, sono le persone che, senza giudizio, mi sono state accanto e mi hanno fatto capire ciò che avevo sbagliato. Non ho mai visto quei “rimproveri” come qualcosa di negativo, anzi. Mi hanno aiutato a crescere e migliorare.

Mi sono sentita amata e ho sentito di essere importante per qualcuno.

Migliorare noi stessi significa migliorare il mondo

Andare in tutto il mondo e predicare il VangeloSapere che Dio ama tutti i Suoi figli, sapere che Egli ci conosce e ci ama esattamente come siamo, è una spinta a fare lo stesso per me. Se ognuno di noi seguisse l’esempio del Padre, saremmo tutti sulla strada giusta per migliorarci e, di conseguenza, migliorare il mondo.

So che sembra, a volte, che troppe cose siano fuori controllo. So che accendere la TV e guardare un telegiornale ci riempie il cuore di sgomento e smarrimento. So che non è facile credere che le cose possono migliorare o che persone violente possano davvero essere figli di Dio ed essere amate.

Ma noi dobbiamo mantenere un cuore aperto, amare indistintamente senza lasciare il cammino verso il Padre Celeste, porgere la mano a chi ne ha bisogno, iniziando da coloro che abbiamo accanto, fino ad arrivare a chi non conosciamo.

E questo può davvero essere un modo per rendere il mondo un posto migliore, un passo alla volta.

Con questo atteggiamento ho deciso di voler guardare le notizie che arrivano dal mondo, dall’Afghanistan in questi giorni. E voglio davvero sperare che, in un qualche modo, si inizi a diffondere amore e sostegno ovunque, anche tra le strade di quella nazione.

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