Erano ventisei: i propositi per il nuovo anno scelti con cura, scritti su carta bianca immacolata e poi meticolosamente corretti. Avevo attaccato questo ammirevole elenco sull’armadio accanto al mio letto, in modo da poterlo vedere ogni giorno.

Alla fine dell’anno, dopo aver mantenuto perfettamente ogni proposito, sarei stata un gigante spirituale, in condizioni fisiche notevoli, la moglie più dolce, la madre più paziente e l’insegnante visitatrice più affidabile del mondo.

Naturalmente, ogni angolo della mia casa sarebbe stato completamente ripulito e organizzato.

Alcuni giorni dopo, con le guance piene di lacrime, ho strappato la lista dall’anta dell’armadio e l’ho fatta a pezzi. Perché? Perché non ero riuscita a rispettare tutti e ventisei gli obiettivi ogni giorno da quando li avevo trascritti.

Nonostante le esperienze simili degli anni precedenti, ero riuscita a convincermi che quell’anno sarebbe stato diverso, se solo avessi formulato i miei obiettivi in modo più preciso, se li avessi studiati fedelmente ogni giorno, se mi fossi impegnata di più, se fossi stata più determinata a migliorare.

Guardando al passato, mi preoccupa ricordare quanta pressione mettessi su me stessa e quanto fosse demoralizzante non riuscire ad essere all’altezza di aspettative impossibili.

Perfezione o Perfezionismo

Molti anni dopo, dopo aver gradualmente riconosciuto il mio perfezionismo tossico per quello che era, scrissi:

“Se sommassi tutte le ore del mio passato consumate dalla paura, dal senso di colpa e dalla preoccupazione dovuti al mio essere imperfetta, sono sicura che il risultato equivarrebbe ad anni di vita sprecati, a causa di una comprensione errata dell’Espiazione, tra cui l’idea sbagliata che il Padre Celeste esiga da me la perfezione immediata.

In innumerevoli occasioni ho sottolineato il fatto che la mia vita poteva finire in qualsiasi momento e sarei morta senza essermi pentita di ogni minimo peccato e certamente senza aver raggiunto uno stato di perfezione”.

Apprezzo le seguenti considerazioni dell’educatore religioso Allen D. Rau: “… è… vitale far luce su come un paradigma perfezionista distorca la dottrina della perfezione.

Quando la dottrina viene fraintesa, ne possono derivare problemi spirituali ed emotivi… Il perfezionismo corrompe la dottrina della perfezione e aggiunge fardelli inutili alla vita di coloro che cercano la perfezione attraverso un paradigma perfezionista.

“Il problema del perfezionismo non è la ricerca della pietà, ma la ricerca della pietà senza “affidarsi completamente ai meriti di Colui che è potente per salvare” (2 Nefi 31:20).

In parole povere, il perfezionismo non è ciò che il Signore ci ha chiesto quando ci ha comandato di essere perfetti”.  

Il perfezionismo non tiene conto di Gesù. Lo strumento più efficace per combattere il perfezionismo tossico è studiare seriamente l’Espiazione di Gesù Cristo. Consiglio vivamente la lettura di “L’Espiazione infinita” di Tad R. Callister.

La lettura del libro di Anziano Callister sull’Espiazione del Salvatore, incentrato sulle scritture, ha avuto su di me un effetto liberatorio.

Man mano che aumentava la comprensione di ciò che Gesù Cristo ha fatto e di ciò che offre, più chiaramente vedevo che anche i miei sforzi mortali più grandiosi non avrebbero mai potuto salvarmi.

Che sollievo è stato sentire il peso della mia salvezza rimosso dalle mie deboli spalle.

Traiettoria 

Ho imparato ad apprezzare un semplice aiuto visivo che qualcuno ha utilizzato durante una lezione di scuola domenicale molto tempo fa.

Per prima cosa, l’insegnante aveva disegnato una freccia orizzontale che andava da sinistra a destra sulla lavagna.

Poi aveva tracciato una seconda freccia che iniziava dallo stesso punto della prima, ma puntava solo qualche grado più in alto.

Sebbene le due linee partissero dallo stesso punto, quando la seconda freccia raggiunse l’altro lato della lavagna, era più alta di diversi centimetri rispetto alla linea originale.

L’insegnante sottolineò che se le due linee fossero andate avanti all’infinito, avrebbero continuato ad allontanarsi sempre di più.

“Anche una semplice regolazione della nostra traiettoria spirituale può portare a una profonda trasformazione nel tempo”.

Questo è stato un momento di illuminazione per me. Due semplici righe illustravano come l’innalzamento della nostra traiettoria spirituale, anche di poco, possa alla fine produrre risultati significativi, persino celestiali.

Nei miei primi anni di perfezionismo, avevo puntato la mia freccia dritta verso l’alto.

Volevo la perfezione immediata, ma non è così che funziona il piano di salvezza. Ora, quando il pensiero di raggiungere la perfezione mi travolge, mi concentro invece sulla parola progresso spirituale.

L’espiazione di Gesù Cristo ha modificato la traiettoria di ogni donna e uomo che vivrà sulla terra.

Anche coloro che scelgono di non accettarlo come Salvatore beneficiano della sua vittoria sulla morte, che ha donato a tutta l’umanità la risurrezione dai morti.

Attraverso la Sua Espiazione, Gesù offre anche la vita eterna a tutti coloro che sono disposti a scegliere una traiettoria spirituale che li riporti alla Sua santa presenza.

Il processo di progresso spirituale: avvicinarsi a Dio a piccoli passi

Come ha scritto l’anziano Neal A. Maxwell:

“Il progresso graduale non solo è accettabile per il Signore, ma è anche raccomandato da Lui…

Proprio come la rivelazione divina di solito avviene linea su linea, precetto su precetto, qui un poco e là un poco, così anche noi raggiungeremo il nostro progresso spirituale gradualmente”. 

Durante un campeggio di molti anni fa, io e mio marito portammo i nostri figli a fare un’escursione.

In quel bellissimo bosco di montagna c’erano pini e pioppi imponenti, ma a catturare la mia attenzione quel giorno fu la creatura più piccola che incontrammo: un minuscolo bruco verde, non più lungo della punta di un dito.

Non so come abbiamo fatto a individuare il bruco mentre si arrampicava su un ramo. Eravamo affascinati dai suoi movimenti.

La vera crescita avviene gradualmente, un piccolo passo alla volta.

Poiché il bruco verde ha delle zampe minuscole nella parte anteriore e posteriore del corpo, ma non in quella centrale, si muove estendendo l’estremità anteriore e tirando in avanti quella posteriore.

Quando tira su le zampe posteriori, il suo corpo forma un anello.

Sembra un modo terribilmente inefficiente di spostarsi, ma il piccolo bruco verde che la mia famiglia osservò ha perseverato fino a quando il suo lento e costante “incedere” lo ha portato per tutta la lunghezza del lungo ramo.

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Più volte di quante ne possa contare, nel corso degli anni, l’immagine di un pallido bruco verde mi è venuta in mente mentre combattevo la mia tendenza al perfezionismo.

Immaginare i progressi costanti di quella piccola creatura è stato un chiaro promemoria del fatto che Dio opera sul lungo termine. Egli apprezza l’approccio graduale.

L’anziano David A. Bednar ha insegnato l’importanza delle cose piccole e semplici:

“… se voi e io ci concentriamo e riceviamo con frequenza gocce constanti di nutrimento spirituale, allora le radici del Vangelo possono affondare in profondità nella nostra anima, possono diventare saldamente radicate e possono produrre frutti straordinari e deliziosi”. 

Ecco perché le risposte “banali” che diamo durante la scuola domenicale, “pregare, leggere le Scritture, andare in chiesa”, hanno un impatto enorme se messe in pratica in modo ponderato e costante: sostengono una sana traiettoria spirituale.

Perfezionismo vs progresso spirituale: come trovare pace nell’essere imperfetti

Ho scritto in precedenza di uno schema osservato in natura che simboleggia l’avvicinamento a Dio:

“Ogni dicembre, noi abitanti dell’emisfero settentrionale viviamo il giorno più corto dell’anno, quando il sole compie il suo percorso più basso nel cielo.

Ma il giorno dopo, mentre la maggior parte di noi non ci fa caso, si verifica un fenomeno silenzioso: gradualmente, a piccoli passi, le giornate iniziano ad allungarsi.

All’equinozio di primavera, i nostri tramonti arriveranno sensibilmente più tardi e verso la fine di giugno sembrerà che il sole sia contento di rimanere nel cielo all’infinito.

“Come mortali che hanno a che fare quotidianamente con gli effetti della caduta… ci scontriamo costantemente con le nostre debolezze e soffriamo la vergogna che deriva dal peccato.

Ma, a prescindere da quanto pensiamo di essere lontani, il cambiamento inizierà quando ci rivolgeremo al Salvatore per ottenere aiuto e grazia.

Poiché i nostri tentativi iniziali di migliorare sono così incrementali, è probabile che all’inizio non ci accorgeremo nemmeno del cambiamento.

Ma un giorno comincerà a sorgere la consapevolezza: la luce sta cambiando, sta aumentando. Questo è il bellissimo processo di perfezione. Il cambiamento e il miglioramento arrivano lentamente, ma arrivano”. 

Un fardello soffocante viene sollevato dal nostro spirito quando abbandoniamo il perfezionismo tossico e abbracciamo la verità che il cambiamento e il miglioramento avverranno quando confidiamo nell’Espiazione di Gesù Cristo e sviluppiamo una sana traiettoria spirituale, avanzando a piccoli passi verso Dio.

Perfezionismo vs progresso spirituale: come trovare pace nell’essere imperfetti è stato pubblicato su Perfectionism vs. Spiritual Progress: How to Find Peace in Imperfection. Questo articolo è stato tradotto da Ginevra Palumbo.