Tutti noi abbiamo sperimentato una perdita, in una forma o nell’altra. Tuttavia, la maggior parte delle volte, non ne consideriamo il significato a meno che la perdita non riguardi un membro della nostra famiglia.

E non sempre è facile comprendere e confortare una persona a lutto. Nel mio lavoro come terapeuta, ho scoperto che subiamo molte perdite nel corso della nostra vita.

Ciò può riguardare il lavoro, un animale domestico o un’amicizia, nonché la malattia, la morte di una persona cara o il divorzio.

La maggior parte delle perdite ci cambierà e, se lo vogliamo, questi eventi, il dolore ed il lutto che li accompagnano, hanno il potere di avvicinarci al Signore e gli uni agli altri.

Sfortunatamente, la nostra società non è molto preparata alla perdita e al dolore che la accompagna.

Più di ogni altra cosa, coloro che soffrono hanno bisogno che le loro esperienze e le loro emozioni siano “viste”.

Hanno bisogno di un testimone impegnato, qualcuno che possa sedersi con loro nel loro dolore, dando loro spazio per guarire.

Per molti di noi, questo è un compito per il quale spesso ci sentiamo mal equipaggiati.

Se vogliamo seguire il mandato del Salvatore di piangere con coloro che piangono e confortare coloro che hanno bisogno di conforto (vedere Mosia 18:9–10), dobbiamo essere preparati.

Possiamo chiedere la guida del Signore e rivolgerci anche alle informazioni che abbiamo già a disposizione, a cominciare dal sito della Chiesa.

Possiamo anche informarci di più sull’ “analfabetismo empatico” – l’incapacità di aiutare coloro che soffrono – e prendere a cuore i comportamenti che lo contrastano.

Questi sette suggerimenti offrono proprio alcuni modi per superare tale analfabetismo mentre aiutate qualcuno che sta vivendo il processo del lutto.

  1. Non ignorate la loro perdita

Il dolore è spesso un territorio inesplorato in un’amicizia. A volte, quando ci sentiamo impotenti o incerti di fronte alla perdita di qualcuno, facciamo finta che non sia successo.

Potremmo parlare del tempo o di altri argomenti superficiali per evitare di sentirci a disagio. Ma questo comportamento non fa che isolare ulteriormente colui o colei che ha subìto una perdita.

persona a luttoDopo aver perso una persona cara o aver divorziato, il mondo di chi resta cambia irrimediabilmente e quando non riconosciamo quel cambiamento, la persona può sentirsi come se fosse invisibile, come se non fosse importante o non lo fosse la sua perdita.

Questo è uno dei motivi per cui il dolore deve essere condiviso. Aiutare chi soffre a sentirsi “visto” e a sapere che è abbastanza importante da essere riconosciuto come qualcuno che sta soffrendo.

Fate questo invece. Porgete una mano. Riconoscete la sua perdita. Il lutto è l’espressione esteriore del dolore e quando aiutiamo gli altri a piangere, siamo al servizio del Salvatore.

Anche i piccoli sforzi fanno la differenza, come inviare una lettera per posta o fare una breve telefonata.

Dopo la morte di mia madre, rimasi a casa per più di due settimane. Non mi sentivo in grado nemmeno di fare una passeggiata intorno all’isolato.

Fu durante quelle due settimane che ricevetti una telefonata da un consigliere del vescovato che mi diceva di essere dispiaciuto per la mia perdita.

Non sono sicura di come lo avesse saputo, ma quella breve telefonata fece la differenza. Il suo riconoscere quello che stavo passando, mi ha aiutato a tornare alla vita quotidiana.

Nel 1992 l’allora anziano Russell M. Nelson dichiarò che “il lutto è una delle espressioni più profonde del puro amore”. Quando aiutiamo gli altri a piangere, condividiamo quell’amore.

Se la relazione che avete con la persona a lutto è stretta e non siete sicuri di come procedere, basta ammettere di voler essere d’aiuto, ma di non sapere come fare.

Questo tipo di ammissione può essere un tale sollievo sia per voi, che per chi sta vivendo il dolore.

Affermazioni come “Voglio aiutarti, ma ho paura di offenderti” o “Voglio essere presente per te, ma non sono sicuro di cosa fare” possono rimuovere parte della pressione e aiutare voi e il vostro amico a camminare onestamente sul sentiero del dolore.

  1. Non dite che sapete come si sentono

Il dolore è un viaggio sia universale che personale, quindi anche se potrebbero esserci somiglianze tra la vostra esperienza e quella del vostro amico, ogni perdita è unica.

Il modo in cui viviamo la nostra perdita è influenzato da molti fattori, comprese le circostanze, la nostra personalità e il nostro rapporto con la persona amata.

Ad esempio, qualcuno che ha perso il coniuge a causa del cancro avrà un’esperienza diversa rispetto a qualcuno che ha perso il coniuge a causa di un improvviso infarto.

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Entrambe le perdite sono diverse da qualcuno che ha perso la persona amata in un incidente d’auto o per un divorzio.

Anche se avete subito una perdita simile a quella di qualcun altro, ci saranno molti dettagli che saranno singolari per la loro situazione unica.

Non ci sono mai due strade esattamente uguali.

Fate questo invece. Chiedete alla persona a lutto come si sente. Questo manda il segnale che siete disposti ad ascoltare, mentre vi viene offerta l’opportunità di praticare l’ascolto attivo e la partecipazione. Ascoltare è uno dei più grandi doni che possiamo offrire.

L’anziano Marvin J. Ashton ha dichiarato:

“Il tempo per ascoltare è il momento in cui il nostro interesse e il nostro amore sono vitali per colui che cerca il nostro orecchio, il nostro cuore, il nostro aiuto e la nostra empatia”.

L’ascolto non è passivo. È un’azione, che ci richiede di essere coinvolti emotivamente.

Se siete disposti ad ascoltare veramente, siate preparati. È possibile che possiate sentire alcune cose difficili e dolorose.

Se è troppo per voi, o se la conversazione vi fa scattare qualcosa dentro, potete semplicemente affermare la vostra verità e trasmettere i vostri sentimenti, partendo con un “io”.

“Io faccio fatica a sentire tutto questo” o “Questo mi spezza il cuore”, sono buoni punti di partenza se vi ritrovate ad ascoltare cose difficili.

Non lasciate che i vostri sentimenti diventino un problema, dicendo loro che devono tenere per sé le loro esperienze o che non dovrebbero dire certe cose.

È meglio comprendere la difficoltà di ciò che sentite e dirlo.

Questa ammissione può aiutare a migliorare la conversazione, mentre entrambi lavorate insieme durante questo percorso.

Ma, prima, fate del vostro meglio per essere emotivamente disponibili verso il loro dolore.

Seguendo la stessa linea, assicuratevi anche di prendervi buona cura di voi stessi.

Essere presenti con qualcuno che sta affrontando il dolore può essere faticoso e, a volte, nel nostro tentativo di aiutare, possiamo sovraccaricarci.

A causa di tutto ciò, è facile imbattersi nella stanchezza da compassione. Per evitare il burnout, è importante trovare il tempo di ricaricarsi.

Pianificate il tempo per voi in anticipo, in modo da avere già tutto ciò di cui avete bisogno una volta che siete con l’altro.

  1. Non iniziate una frase con “Beh, almeno…”

A coloro che hanno perso un coniuge a causa della morte o del divorzio viene spesso detto: “Almeno hai i tuoi figli”, mentre a coloro che hanno perso un figlio viene spesso detto:

“Beh, almeno hai gli altri figli e il tuo coniuge”.

Per quanto belle possano essere queste benedizioni, per coloro che soffrono per la perdita le persone rimaste non potranno mai prendere il posto di colui che è scomparso.

Fate questo invece. Per coloro che stanno soffrendo per la morte di una persona che amano, riconoscete il loro rapporto con colui che è scomparso.

Le Scritture insegnano che dobbiamo vivere “insieme con amore, tanto da piangere per la perdita di coloro che muoiono” (Dottrina e Alleanze 42:45).

Frasi come “Mi dispiace tanto. Devi sentire la sua mancanza” possono aiutarvi ad avvicinarvi alla persona a lutto, sia nel suo dolore che nel suo amore per la persona che è morta.

come riconoscere una crisi della fede

Inoltre, non abbiate paura di parlare di colui che non c’è più durante una conversazione casuale. Spesso, a coloro che hanno perso una persona cara fa piacere sentirne il nome. Dice loro che non è stata dimenticata.

Per qualcuno che soffre a causa di un divorzio, aiuta ricordare che qualcosa è davvero morto: una famiglia non sarà più la stessa e un matrimonio è finito.

Ogni singola visione del loro futuro è, ora, alterata. È utile avvicinarsi con empatia a qualcuno che ha subìto un divorzio.

Spesso, le persone rimaste single da poco mi dicono di aver perso la maggior parte dei loro amici. Quindi non solo perdono il coniuge, ma perdono anche la cerchia di amici e parte della famiglia acquisita.

A volte, un divorzio significa anche che la persona in questione debba trasferirsi altrove, lasciare una casa, un rione o un quartiere amati, aggravando i sentimenti di disorientamento e perdita.

Riconoscere semplicemente la situazione con frasi del tipo

“Mi dispiace così tanto”, “Sto pensando a te” o “Non te lo meritavi” può aprire la porta per offrire maggiore aiuto.

Per lo meno, quando riconosciamo la loro esperienza, diamo a chi soffre per un divorzio un posto sicuro in cui stare.

Ricordate: quando si parla di sofferenza, i vostri sforzi gentili non hanno la capacità di far sentire triste qualcuno, il crepacuore e la malinconia ci sono già.

Se piangono o si addolorano mentre parlano con voi, non stanno creando una nuova emozione, piuttosto gli state dando l’opportunità di esprimere quei sentimenti che sono già dentro di loro.

  1. Non prendete le cose sul personale

Quando qualcuno è a lutto, i suoi sentimenti sono molto forti. È possibile che abbia un basso livello di tolleranza.

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Può essere irritabile, nervoso, sconsiderato o potrebbe piangere facilmente. Può fare dei piani e poi annullare all’ultimo minuto. Lasciate perdere, soprattutto all’inizio.

Fate questo invece. Siate misericordiosi e scegliete di non offendervi. Nel Suo Sermone sul Monte, il Signore menziona specificamente la misericordia (vedere Matteo 5:7).

Spesso, quando pensiamo alla misericordia, pensiamo ad offrire perdono.

Ma la misericordia è qualcosa di molto più ampio che include anche amore, empatia e compassione, in ogni tipo di circostanza. Quindi offrite anche pietà al vostro amico in lutto.

Se, ad un certo punto, ritenete che il comportamento della persona a lutto stia influenzando la vostra capacità di essere disponibile o stia minacciando di rovinare un’amicizia, parlatene gentilmente, senza accusare.

Mostrare misericordia non significa che non potete esprimere i vostri sentimenti e, quando si tratta del vostro amico a lutto, vi è richiesto di farlo con amore e tenerezza.

  1. Non portate la conversazione su di voi

A volte, nel nostro sforzo di trovare un punto di connessione con la persona in questione, potremmo aver voglia di raccontare la nostra storia di perdita o la storia di qualcuno che conosciamo.

Ma, a meno che la persona a lutto non lo chieda, questo non aiuta. Può zittire qualcuno che sta soffrendo, mentre voi iniziate a parlare della vostra esperienza, invece che della sua.

Fate questo invece. Lavorate per incanalare i vostri sforzi di connessione emotiva essendo presenti e permettendo alla conversazione di svolgersi.

Alma insegnò che dobbiamo avere i nostri “cuori legati in unità ed in amore, gli uni verso gli altri” (Mosia 18:21).

Questo significa connettere cuore a cuore e, quando qualcuno è a lutto, questo è esattamente ciò di cui ha bisogno. Essere reali e gentili, appena si presenta il momento, ha il potere di avvicinarci gli uni agli altri.

  1. Evitate frasi banali

In una recente trasmissione, all’anziano Bednar è stata posta una domanda da un giovane marito che aveva perso la moglie a causa di un cancro.

Nello sforzo di offrire conforto, l’anziano Bednar dichiarò onestamente che l’ultima cosa che voleva fare era “dare risposte banali e scontate”. Questo è un ottimo consiglio per tutti noi!

La maggior parte delle volte, specialmente quando qualcuno muore in giovane età, non abbiamo una risposta sul perché.

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Semplicemente non sappiamo come mai una persona venga richiamata in paradiso. Ciò richiede a noi, come a colui che sta cercando di offrire empatia, di imparare a sentirci a nostro agio con l’ignoto, il che è un compito enorme.

Gli esseri umani odiano l’ambiguità. Siamo abituati alla sicurezza ed alla routine. Il dolore e la perdita possono strappare il tessuto stesso che ci tiene uniti, facendoci percepire in modo fragile ed incerto il mondo che ci circonda.

Ma quando possiamo sederci accanto a qualcuno che vive l’incertezza che deriva da un lutto, senza dirgli banalità prive di significato, vuol dire che stiamo davvero attingendo da un pozzo di fede più profondo.

Fate questo invece. Condividete un ricordo. La persona a lutto non sempre conosce ogni storia della persona che se n’è andata.

Ho condiviso storie sconosciute con persone che hanno perso i propri cari e si sono divertiti a sentire qualcosa di nuovo su coloro che non c’erano più.

Aggiunge dimensione ai loro ricordi e dà loro qualcosa di nuovo a cui pensare quando ricordano la persona amata.

Se hanno già familiarità con la storia che state raccontando, potete aiutarli a rivivere un evento divertente o un momento tenero che ora possono condividere con voi, aiutandoli a sentirsi più legati a voi e a colui che è andato oltre.

  1. Non offrite consigli indesiderati e non dite ad una persona a lutto di cosa ha bisogno

Potremmo pensare che una persona che sta vivendo un lutto abbia bisogno di andare più spesso in chiesa o al tempio.

 

Forse pensiamo che dovrebbe provare ad avere un altro bambino, prendere in considerazione la terapia di gruppo, andare in vacanza, iniziare a frequentare altre persone o provare una miriade di altre cose.

consigli su come combattere la pornografiaMa le nostre buone intenzioni possono far arrivare il messaggio che loro non sono capaci di comprendere i propri bisogni.

Gli individui a lutto non sono da “aggiustare”. Anche se non si sentono bene, non hanno bisogno di qualcuno che gli organizzi la vita e, il più delle volte, il loro dolore non è malsano.

Il nostro sforzo per offrire dei consigli è spesso basato sul nostro disagio o su sentimenti di impotenza.

Fate questo invece. Valutate i motivi per cui volete dar loro dei consigli. Chiedetevi cosa vi fa venire voglia di dare tutte queste informazioni.

Avete avuto un’esperienza di lutto e sentite che ciò che avete da offrire sarebbe utile?

State mettendo a frutto la vostra empatia o, invece, l’idea di dare dei consigli vi aiuta a farvi sentire utili, piuttosto che impotenti?

Se siete a conoscenza di qualcosa che ritenete possa essere applicabile, chiedete se potete condividerla.

Se dicono di sì, condividete i vostri pensieri con la consapevolezza che il vostro amore e la vostra amicizia non diminuiranno se non seguiranno i vostri consigli.

Accompagnare qualcuno nel proprio viaggio nel dolore è un duro lavoro.

Ci richiede di sederci provando disagio di fronte ad emozioni difficili come il dolore, la rabbia e la paura dell’incertezza.

Porta a galla la fragilità della nostra vita terrena dentro di noi, e la maggior parte delle persone preferirebbe chiudere la porta di fronte a tale realtà.

Questo può rendere difficile aiutare le persone a lutto, perché c’è una cosa di cui hanno bisogno più di ogni altra: noi.

Hanno bisogno della nostra presenza amorevole e disponibile. Hanno bisogno di noi per testimoniare sia il loro amore per i defunti che la loro perdita.

Che stiano soffrendo per la morte di una persona cara, per un divorzio o per qualche altra perdita, hanno bisogno che noi offriamo il nostro io più autentico, il che richiede che siamo vicini ed ascoltiamo il loro dolore.

Quando abbiamo un umile desiderio di aiutare, possiamo aprire loro la porta per approfondire il nostro amore e la nostra amicizia reciproca.

E, così facendo, seguiamo il mandato del Salvatore di “piangere con quelli che piangono” (Mosia 18:8–10).

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Questo articolo è stato originariamente scritto da Shelly Johnson-Choong ed è stato pubblicato su ldsliving.com, intitolato Overcoming ‘grief illiteracy’ to comfort others—7 suggestions from a Latter-day Saint therapist. Italiano ©2022 LDS Living, A Division of Deseret Book Company.

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