Una delle principali caratteristiche che distingue le persone che hanno frequentemente successo, che riescono nei loro intenti e che si sentono soddisfatte di sé stesse, da coloro che non riescono a perseguire efficacemente le proprie scelte quotidiane, anche a dispetto della propria volontà e dell’impegno, è quella di stabilire mete e obiettivi ben scelti e programmati.
Fissare degli obiettivi abbraccia ogni aspetto della vita: dal modo in cui si gestisce una relazione ad un piano di lavoro, tutto si riconduce alla definizione di un punto di arrivo e alla necessità di stabilire delle priorità.
Stabilire mete e obiettivi adeguati
Come spiegato dalla psicologa Monica Monaco, il processo di programmazione degli obiettivi deve rappresentare innanzitutto un valido strumento di crescita personale e di sviluppo delle proprie potenzialità e deve essere spinto dall’ascolto dei propri desideri.
Per questo motivo, una delle principali operazioni da compiere per iniziare a stabilire delle mete è quella di classificarle per aree, provando a suddividerle in alcune principali categorie che permettono di individuare gli aspetti più importanti di ciascuna meta.
Una delle cose che mi piace fare, è quella di stabilire una meta o un obiettivo in almeno 2 o 3 aree in cui desidero migliorare. Ci sono molte aree in cui prefiggersi degli obiettivi; ad esempio:
- obiettivi lavorativi;
- obiettivi scolastici;
- obiettivi spirituali;
- obiettivi culturali;
- obiettivi fisici/di salute;
- obiettivi economici/finanziari;
- obiettivi di svago.
Una volta individuate le categorie in cui si desidera fissare un obiettivo, è fondamentale avere una visione di quale sia la meta finale e, allo stesso tempo, stabilire mete più piccole lungo il percorso che ci permettano di riconoscere se stiamo lavorando bene e che ci motivino a continuare.
Inoltre, riflettere sui propri obiettivi rappresenta un modo per vedere dei possibili risultati positivi, una prospettiva che “mobilita gli sforzi”, combattendo le tendenze pessimistiche automatiche di chi ha una bassa fiducia in sé e, conseguentemente ad essa, tende a concentrarsi spesso sulle possibili sconfitte, demotivandosi.
L’azione motivazionale che deriva dalla programmazione di obiettivi adeguati non solo ci spinge a fare di meglio, ma ci fortifica nella costanza e nella tenacia poiché, spesso, il raggiungimento di alcune mete richiede un tempo ed uno sforzo prolungati.
Perché è importante stabilire mete e obiettivi?
Come membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, crediamo di essere sulla terra per un motivo. Crediamo che questa sia la nostra opportunità per crescere e progredire, per “prepararci ad incontrare Dio”.
Tuttavia, che crediate o meno nella vita dopo la morte e nella possibilità di tornare dal nostro Padre Celeste, anche solo la vita fine a sé stessa, per essere vissuta a pieno, richiede che si raggiungano mete che ci rendano felici e soddisfatti.
Quando non lavoro ad un obiettivo nella mia vita, mi rendo conto di perdere proprio il senso e lo scopo dei miei giorni.
Al contrario, avere uno o più obiettivi, mi fa sentire viva, mi dà uno scopo, qualcosa su cui lavorare per essere una persona migliore.
Ricordo una citazione che mi colpì tanti anni fa: “La vita è come un tapis roulant: se stai fermo, vai all’indietro. Se vuoi andare avanti, devi correre”.
Credo che sia esattamente così. Se non ci poniamo degli obiettivi per crescere e progredire, in realtà non stiamo rimanendo fermi, stiamo andando indietro.
Inoltre, stabilire e raggiungere degli obiettivi, ci permette di diventare più autosufficienti.
La Prima Presidenza dichiarò che in questo modo possiamo “imparare e mettere in pratica i principi della fede, dell’istruzione, del duro lavoro e della fiducia nel Signore che [ci] permetteranno di ricevere meglio le benedizioni materiali promesse dal Signore”.
Stabilire mete e obiettivi è alla base della felicità.
Come posso sapere se il mio obiettivo è adeguato?
Le caratteristiche di un buon obiettivo vengono spesso racchiuse nell’acronimo S.M.A.R.T. (dall’inglese: “intelligente”). Vediamole insieme.
S sta per Specific ovvero Specifico. È indispensabile sapere dettagliatamente cosa si vuole, oppure si rischia di fare scelte sbagliate tra le opportunità quotidiane.
Con una metafora, la selezione di obiettivi specifici viene spesso paragonata ad un preciso ordine fatto ad un cameriere: se si specifica la pietanza che si desidera nei suoi dettagli, sarà altamente probabile che essa corrisponda a ciò che desideriamo.
Così, per esempio, un obiettivo generico potrebbe essere “dimagrire” mentre uno specifico può essere “perdere cinque chili”.
M sta per Measurable, cioè Misurabile, e ricorda la necessità di verificare i miglioramenti e i benefici periodici, per sapere con certezza di quanto ci si sta avvicinando ad un obiettivo.
Ad esempio, se si intende raggiungere una diminuzione di peso la misurazione si potrà esprimere in chili o in centimetri; mentre se ci si pone come obiettivo l’essere più pazienti, ci si dovrà autovalutare in base ad altri fattori, per esempio quante volte alziamo il tono di voce durante la giornata.
A sta per Achievable che vuol dire Raggiungibile. È necessario sentire che, tramite l’impegno, si può realmente arrivare alla meta. “Raggiungibile” perciò è un obiettivo rispetto al quale la persona si sente attratta e per il quale si considera capace.
R sta per Realistic ossia Realistico e indica il bisogno di stabilire mete “possibili”, cioè relativamente facili, anche se non così facili da farci perdere l’interesse. Esse vanno scelte tenendo conto del proprio punto di partenza.
Per capire se un obiettivo è realistico, occorre sempre avere le idee chiare nei minimi dettagli su cosa si debba fare per raggiungerlo, in modo da comprendere se si è in condizioni di arrivarci, sia in termini di disponibilità che di capacità.
Ad esempio, non posso sperare di perdere 15 chili in un mese, perchè non sarebbe realistico.
Quando lavoravo in una scuola di inglese per stranieri, spesso e volentieri entravano persone che, partendo da un livello base, volevano iscriversi ad un corso di lingua credendo che entro il mese successivo sarebbero riusciti a raggiungere un livello fluente, che gli avrebbe permesso di essere ammessi all’università o ad un concorso lavorativo.
Non si può immaginare di raggiungere alti livelli in così poco tempo, a prescindere da quanto decidiamo di impegnarci. Purtroppo, non era realistico.
T sta per Time phased ossia Temporalmente Scandito, il che significa che occorre stabilire una scadenza, entro la quale raggiungere l’obiettivo, ed eventuali tappe intermedie ben scandite.
In relazione al tempo, si distinguono: obiettivi a breve termine, obiettivi a medio termine e obiettivi a lungo termine.
Nel primo caso in genere ci si propone di raggiungerli entro un mese, nel secondo entro 3-6 mesi e nel terzo caso si può andare da un anno solare ad un periodo completo in cui si svolge un’attività (es. una stagione sportiva per un atleta, una stagione teatrale per un attore, un anno scolastico per uno studente, ecc.).
Così facendo, riusciamo a mantenere alta la motivazione perché iniziamo a vedere dei piccoli risultati in modo regolare.
Recentemente, una delle più note organizzazioni mondiali di professionisti che si occupa di “Goal Setting” ha ampliato la descrizione delle qualità ottimali degli obiettivi, giungendo alla più completa sigla S.M.A.R.T.E.R., che comprende altre due qualità fondamentali per ogni meta.
E sta per Exciting ossia Entusiasmante, e sottolinea che l’obiettivo dovrebbe suscitare entusiasmo quando viene conseguito, o quando si intravede la possibilità che si realizzi.
Immaginare l’obiettivo è una chiave fondamentale per mantenerlo al centro delle proprie attività ogni giorno e per rendere sempre più probabile il suo raggiungimento.
R sta per Recorded ossia Registrato. È importante che l’impegno per raggiungere un obiettivo venga annotato, in modo che divenga un visibile “contratto” con sé stessi e traduca l’idea in azione.
Gli ingredienti per il successo
L’anziano Christopher Charles, membro dei Settanta, dichiarò:
“Se solo potessimo impegnarci duramente un giorno all’anno e poi lasciar perdere fino all’anno successivo! Ma non può essere così! […] la capacità di prenderci cura di noi stessi, delle nostre famiglie e degli altri è un impegno che dura una vita.
Richiede duro lavoro, preghiera, studio e meditazione. Richiede determinazione e, forse, soprattutto fede e autocontrollo.
Decidete ciò che volete, fissate delle mete e dei progetti che vi permetteranno di esaudire i vostri desideri tramite una programmazione […]. Pregate e lavorateci sopra. Sono questi gli ingredienti per il successo!”
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