Le tavole d’oro eil Libro di Mormon. Il “World News Daily Report” ha scritto recentemente un articolo riguardante gli archeologi della BYU che stanno esplorando una caverna nascosta vicino al sito della collina di Cumorah.

Non solo si sono trovati di fronte ad un altare e un focolare fuligginoso, ma sono anche stati in grado di trovare un gruppo di tavole d’oro che ipotizzano possano essere collegate a Joseph Smith.

La storia ha generato grande interesse sui social media ed è stata largamente diffusa trai Santi degli Ultimi Giorni.

C’è un solo problema: la storia è una menzogna. Il “World News Daily Report” è un sito creato per indurre gli ingenui a cliccare sui loro sensazionali titoli inventati.

Molte altre storie come questa sono circolate in internet e ciò che molte di esse hanno in comune è rappresentata da tavole d’oro o di qualche metallo. Non importa cosa una persona pensi della Chiesa Mormone, non si può negare che la scrittura su tavole fosse una pratica comune nell’antichità.

Queste sono vere immagini di antiche scritture su tavole d’oro. Nonostante non fossero state trovate tracce di scrittura antica su tavole d’oro prima di Joseph Smith, dalla pubblicazione del Libro di Mormon a oggi l’antica pratica di scrivere su tavole di metallo è stata ripetutamente convalidata da ritrovamenti archeologici.

Le vere tavole d’oro della collina di Cumorah

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Nonostante non sappiamo esattamente come fossero esteticamente, sappiamo svariate cose a loro riguardo.

Per noi Mormoni, la storia della chiesa è molto importante. Il mondo ha sempre trovato la nostra religione controversa, sopratutto quando si parla delle tavole d’oro.

Noi crediamo che Joseph Smith le dissotterrò nella parte settentrionale di New York sotto la direzione dell’Angelo Moroni. Esse erano un compendio di antichi immigrati delle Americhe che venivano dal Medio Oriente.

Ciò che sappiamo loro riguardo arriva dalle poche persone alle quali il Signore diede il permesso di vederle.

  • Avevano l’aspetto di oro
  • Il loro peso era di circa 40 – 60 libbre
  • Erano unite da tre anelli d’argento
  • Erano di circa 8 pollici di lunghezza per 7 di larghezza
  • Le pagine erano abbastanza sottili da frusciare quando toccate
  • Metà del libro era sigillato, duro come il legno.

Undici testimoni di sesso maschile hanno dato le loro testimonianze in difesa delle tavole d’oro. Mary Whitmer e Emma Smith furono le uniche donne cui fu permesso di vederle. La descrizione data da Emma è, forse, la più dettagliata di tutte:

“Le tavole d’oro sembravano essere flessibili come carta spessa, e frusciavano con un suono metallico quando le estremità venivano mosse dal pollice, come spesso fa uno col pollice sul bordo di un libro” – Emma Smith

Le tavole d’oro etrusche dai tempi di Lehi

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Il libro d’oro etrusco scritto parallelamente alle tavole di Lehi

Circa settanta anni fa venne scoperto un libro d’oro etrusco in una tomba in Bulgaria. Questo paese, come Israele, è nella regione mediterranea del mondo.

Sorprendentemente il libro risale allo stesso periodo in cui Lehi lasciò Gerusalemme, nel 600 a.C. e fu utilizzato sopratutto quale libro di preghiere.

Questo fu il primo libro antico trovato che rientrasse nella descrizione delle tavole d’oro. Questa scoperta ci dice varie cose:

  • La rilegatura dei libri era praticata in quella regione nel periodo intorno al 600 a.C.
  • Scrivere su tavole era parte della cultura laddove il Libro di Mormon trovò origine
  • La scrittura su tavole d’oro era probabilmente utilizzata per il mantenimento di scritture sacre

Tavole dal medio oriente

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Molti antropologi SUG (Santi degli Ultimi Giorni) credono che Lehi e la sua famiglia si portarono dietro le tavole attraverso buona parte del Medio Oriente, compresa l’Arabia Saudita.

Una delle scoperte archeologiche religiose più recenti sono settanta libri scritti su tavole di piombo, datate tra il 200 a.C. e il 600 d.C. Vennero trovati dai beduini del giordano in caverne che erano un tempo rifugi per i cristiani dopo la caduta di Gerusalemme.

Nonostante alcuni considerino queste tavole una scoperta maggiore rispetto ai rotoli del Mar Morto, la loro legittimità non è ancora conosciuta. Gli archeologi dibattono se questi libri siano contraffatti oppure se siano la “scoperta religiosa più importante del passato”.

Jeff Chadwick, un professore della BYU (università di Brigham Young), dice che potrebbero semplicemente essere amuleti medievali ebraici e definisce le tavole “sciocchezze”.

Altri professionisti sono in disaccordo. Alcuni sono interessati nella profonda connessione giudaico – cristiana che questi libri sembrano avere. Se questa connessione esiste davvero allora potrebbero  sicuramente averne una minima anche con il Libro di Mormon, che dichiara di avere una connessione simile.

“Sì, faccio una storia nella lingua di mio padre, che consiste del sapere dei Giudei e del linguaggio degli Egiziani”. –  1 Nefi 1:1–2

Tavole d’oro in mesoamerica

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Molti studenti SUG pensano che il popolo del Libro di Mormon vivesse in Mesoamerica.

Grazie a Edward Thompson, un archeologo, il museo di Peabody, ad Harvard, ha una delle migliori collezioni Mesoamericane. Molte poche persone sanno che tra questi artefatti estratti in Messico ci sono tavole d’oro.

La maggior parte dei quali sono composti da una lega di rame ed oro ed hanno gerogligici maya e altri simboli su di essi.

Non sono stati fatti ulteriori studi su queste tavole, ma si presume che non fossero usate con lo scopo di prendere nota, a differenza delle tavole d’oro.

Alcuni apologisti SUG credono che ci sia una forte connessione tra la Mesoamerica e il Libro di Mormon. Essi pensano addirittura che la tradizione di scrivere su oro significhi che Moroni fosse uno scriba Mesoamericano.

La storia di un nativo americano

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Molte storie sacre dei nativi americani hanno qualche forma di connessione con le storie del Libro di Mormon.

Durante la mia missione in Oklahoma ho avuto l’opportunità di incontrare molti nativi americani. Essi mi raccontavano storie dei loro trisavoli che, meno di duecento anni fa, furono obbligati a trasferirsi nel territorio dell’Oklahoma. Il loro esodo divenne noto come il “sentiero delle lacrime”.

Una volta il mio collega ed io eravamo seduti con una coppia di anziani nativi americani che venivano dalla Creek Nation. Ora, è risaputo che molte storie nativo americane sono correlate a quelle descritte nel Libro di Mormon, e questa storia dimostra di non essere da meno.

La coppia ci raccontò una storia di un profeta indiano nella storia della loro tribù. Il suo lavoro era di portare con se e proteggere due sacre tavole con geroglifici che sembravano egizi scritti sopra.

Questo profeta era l’unico cui fosse concesso di maneggiare queste tavole.

Per la sua protezione egli aveva sempre con se due guardie, ma l’esodo era un periodo pericoloso per la sua gente. Quando furono obbligati a lasciare le loro terre egli temette per la salvezza delle tavole e perciò le sotterrò pensando di tornare e recuperarle successivamente.

Un giorno, al campo migratorio nel quale stavano soggiornando, l’esercito degli Stati Uniti diede loro di proposito delle coperte infette con il virus del vaiolo. Questo causò la morte di molti, incluso il profeta.

Oggi quelle tavole sono probabilmente ancora sotterrate da qualche parte, quasi dimenticate sia dalla tribù che dal mondo.

Non c’è bisogno di prove fisiche

Non importa quante tavole vengano tirate fuori dalla terra, che siano fatte d’oro o meno, nulla ci dirà mai che la storia della nostra chiesa è vera. Nulla che non sia altro che una voce dentro di noi che dice “è vera”.

È più importante che la nostra testimonianza essere incisa nei nostri cuore piuttosto che un gruppo di Libri di Mormon scritti su delle tavole sia scoperto dagli archeologi di oggi.