Una cosa che abbiamo notato è che quando proviamo a spiegare alle persone ciò in cui crediamo e rispondiamo alle loro domande, molte delle critiche nei nostri confronti sono le stesse che c’erano 200 anni fa.
Ma questa volta, andremo indietro nel tempo di circa 2000 anni, quando il Cristianesimo era una minoranza religiosa, e vedremo cosa aveva da dire a riguardo uno dei primi scrittori anti-cristiani, un filosofo pagano greco di nome Celso.
Per farlo ci baseremo su un articolo di Aaron Christensen, collaboratore presso FAIR (The Foundation for Apologetic Information & Research).
Rimarrete sorpresi dalle numerose similitudini che sarà possibile riscontrare. Lo scopo è quello di riconoscere uno schema ricorrente.
Critica al Cristianesimo #1: scarsa credibilità dei testimoni
Per esempio, per scoraggiare le persone ad apprendere di più sul Cristianesimo, oltre ad attaccare il fondatore del gruppo,Celso attaccava anche il carattere di coloro che erano vicini al fondatore o che avevano assistito ad eventi chiave.
In merito alla resurrezione, Celso scrisse:
“Chi ha visto davvero questo evento? Una donna isterica e forse un’altra persona, entrambe ingannate dalle stregonerie di Cristo, oppure così straziate dal dolore del suo fallimento che hanno avuto un’allucinazione di lui che risuscitava dai morti, dovuto a qualche loro desiderio.
Scambiare la fantasia per realtà non è affatto raro; infatti, è successo a migliaia di persone.”
Ai giorni nostri, le persone hanno un approccio molto simile verso i testimoni delle tavole del Libro di Mormon. Una scettico ha scritto che Joseph Smith causò allucinazioni nei testimoni “forse mediante forti suggestioni o qualcosa come l’ipnosi.”
Un sito internet afferma che ciò che i testimoni videro era “il risultato di una fervida immaginazione, di forti desideri e di una visione magica del mondo.”
I primi critici della nostra fede hanno anche lanciato attacchi al carattere generale dei membri. Una rivista del 1831 descrive i Santi degli Ultimi Giorni come “generalmente feccia della comunità, le persone più illetterate che si possano trovare in giro…
L’intera banda di questi illusi mortali, salvo pochi ipocriti, credono profondamente nella stregoneria, nei fantasmi, nei folletti, ecc…”
Critica al Cristianesimo #2: ignoranza e analfabetismo dei credenti
Dei primi cristiani, Celso scrisse:
“Mettendo radici nelle classi inferiori, la religione continua a diffondersi tra il volgo: si può dire che si diffonda per il suo essere volgare e per l’analfabetismo dei suoi credenti”.
I dirigenti cristiani “vogliono e possono convincere solo gli stolti, i disonorevoli e gli stupidi…” Inoltre, Celso definiva i cristiani creduloni o volutamente ignoranti: “solo una fede cieca spiega la presa che Gesù ha sulla loro immaginazione.”
Critica al Cristianesimo #3: infondatezza delle scritture
E Celso non si ferma qui. Attacca anche le scritture cristiane. Definisce i libri di Mosè “assoluta spazzatura”, e afferma che alcune scritture e pratiche cristiane erano state plagiate o rubate da altre fonti:
“Mi è chiaro che gli scritti dei cristiani sono una menzogna, e che le vostre favole non siano state costruite abbastanza bene da nascondere questa mostruosa finzione.”
Una fonte del XIX secolo fa notare che il Libro di Mormon “è forse una delle produzioni più deboli che abbiano mai tentato di spacciare come rivelazione divina.
È per lo più una massa vuota di parole, intrecciate a linguaggio scritturale e citazioni, senza un buon piano o un progetto di base.”
Naturalmente, non mancano le speculazioni secondo cui Joseph Smith abbia rubato le idee da altre fonti.
Critica al Cristianesimo #4: contraddittorietà nelle dottrine
Celso fa notare che i cristiani credono sia alle parole di Mosè che a quelle di Gesù, ma dice: “Quest’uomo di Nazaret da una serie di leggi contraddittorie… a chi non dovremmo credere, a Mosè o a Gesù?”
Allo stesso modo, i Santi degli Ultimi Giorni credono sia nella Bibbia che nel Libro di Mormon, ma molti affermano che il Libro di Mormon contraddica la Bibbia, quindi o l’uno o l’altro deve essere falso.
Celso sosteneva che i cristiani credevano in un Dio diverso:
“…quando voi cristiani trovate che le cose vi siano state rese difficili dai giudei, venite e dite di adorare il loro stesso Dio! Cosa dovremmo credere? Perché quando il vostro maestro, Gesù, stabilisce leggi contrarie a quelle di Mosè … trovate subito un altro Dio, uno diverso dal Padre.”
Allo stesso modo, è facile trovare affermazioni in cui ci viene detto che i Santi degli Ultimi Giorni credono in un “Gesù diverso”, perché questo Gesù presumibilmente contraddice quello biblico.
Critica al Cristianesimo #5: incapacità di insegnare la verità
Celso suggerisce anche che i cristiani non sono affidabili nell’insegnare la verità sulla loro fede perché “gli scritti dei discepoli contengono solo quei fatti su Gesù in cui mostra un volto accattivante sugli eventi della sua vita. […] Infatti, quello che è successo e quello che raccontano i discepoli, sono due storie molto diverse.”
Accuse simili di pregiudizio e inganno vengono mosse anche contro la nostra fede. L’elenco potrebbe continuare, ma perché stiamo parlando di queste cose?
Beh, prima di tutto, mentirei se vi dicessi che non ho notato un po’ di ironia nei parallelismi, e mi chiedo se la fede dei Santi degli Ultimi Giorni possa essere un po’ fraintesa, come quella dei primi cristiani.
Non giudicate affinché non siate giudicati
Su una nota un po’ più seria, penso che Cristo l’abbia spiegato bene in Matteo 7: “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro…”
Celso sembra giustificare la dura aggressione nei confronti dei cristiani dicendo che le sue parole erano “per l’edificazione [dei cristiani], affinché possano vedere da sè il vero carattere delle dottrine che hanno scelto di abbracciare e le vere fonti delle loro opinioni.”
Ricorda la classica frase: “Lo sto facendo solo perché ti amo.”
Cristiani (o chiunque altro), vi piace l’approccio di Celso al Cristianesimo?
Se la risposta è no, allora stiamo attenti a non usare il suo stesso approccio con le altre fedi. Lasciamo alle persone il beneficio del dubbio e siamo pazienti – ma anche attenti – a chi agisce come Celso.
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La cura o la preoccupazione per la salvezza o il benessere spirituale degli altri, secondo me, non giustifica il tentativo di sfatare o screditare la loro fede.
Se qualcuno sta cercando di insegnarmi di più sulla propria fede, preferirei di gran lunga sentire in cosa crede e perché, piuttosto che sentire perché le mie convinzioni non sono valide.
Non sto dicendo che non dovremmo mai essere in disaccordo con gli altri o offrire critiche costruttive, e non sto dicendo che ogni critico della nostra fede sia come Celso, nè che i primi cristiani o i Santi degli Ultimi Giorni non abbiano mai fatto nulla da criticare.
Ma cerchiamo di non essere così pronti a giudicare gruppi che potremmo non comprendere o il cui credo potrebbe essere diverso dal nostro.
Personalmente, ho trovato utile presumere che ciascuno stia prendendo le decisioni spirituali che ritiene migliori per la propria vita, a prescindere da quale fede religiosa segua.
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