Se avete mai aperto il Libro di Mormon, avrete notato che all’inizio c’è la testimonianza dei 3 testimoni (Oliver Cowdery, David Whitmer e Martin Harris) e la testimonianza degli 8 testimoni.
I 3 testimoni affermarono: “un angelo di Dio scese dal cielo e portò e posò le tavole dinanzi ai nostri occhi, perché potessimo guardarle e vederle con le loro incisioni”. Questo è un tema controverso perché in precedenza era stato comandato a Joseph di non mostrare gli antichi testi del Libro di Mormon a nessuno.
Ma all’improvviso questi 3 testimoni e molti altri iniziano ad affermare:
“Sì, sono reali. Li abbiamo visti”. Quindi come la mettiamo? Joseph li ha ingannati in qualche modo? O queste persone forse hanno mentito e cospirato insieme a Joseph? O è possibile che stessero dicendo la verità?
Questo è l’ultimo dei tre articoli dedicati ai tre testimoni e vi raccontiamo di Martin Harris.
Martin Harris: da scettico a fervente sostenitore della missione di Joseph
Martin Harris nacque nel 1783. Quando nel 1816 la famiglia Smith si trasferì a Palmyra, nello stato di New York, Martin e la sua famiglia vivevano in una fattoria a circa 5 km e mezzo di distanza.
Inizialmente era scettico nei confronti della storia di Joseph riguardo al ritrovamento delle tavole del Libro di Mormon. Infatti, intervistò separatamente la moglie e i fratelli di Joseph in merito alle tavole, paragonando i dettagli delle loro versioni.
Quando si trattò di finanziare il progetto, disse a Joseph:
“… se è opera del diavolo non voglio averci niente a che fare, ma se è l’opera del Signore, puoi avere tutto il denaro necessario per portarla dinanzi al mondo… Non devi biasimarmi per non aver creduto alla tua parola. Se il Signore mi mostrerà che questa è la Sua opera, puoi avere tutto il denaro che vuoi.”
Martin si convinse presto dell’autenticità del Libro di Mormon al punto da donare per la sua pubblicazione quelli che oggi sarebbero tra i 70 e gli 80mila dollari.
In un’altra occasione, sostituì la pietra del veggente, usata da Joseph per tradurre il Libro di Mormon, con una pietra simile. Quando Joseph provò a usarla, disse: “Martin! Che succede? È tutto scuro”.
Martin allora confessò di aver sostituito la pietra per “chiudere la bocca degli sciocchi, che gli avevano detto che il profeta aveva memorizzato quelle frasi e le stava semplicemente ripetendo.
Martin veniva descritto a volte come una persona superstiziosa, ma anche come “astuto nei suoi calcoli aziendali” e “frugale nelle sue abitudini”. Molto diffidente nei confronti della persistente possibilità di essere truffato, si percepisce il sollievo che abbia provato dopo aver visto le tavole, quando esclamò:
“Così è sufficiente; i miei occhi hanno visto!” Lucy Smith ricorda che Martin “sembrava quasi sopraffatto dalla gioia e testimoniò con coraggio di ciò che aveva visto e sentito”.
Martin Harris diede la stessa coraggiosa testimonianza per il resto della sua vita, anche dopo essersi allontanato dalla Chiesa per diversi decenni. Prima di ritornare in Chiesa nel 1870, Martin si unì ad alcune diverse fazioni di Santi degli Ultimi Giorni, tutte aventi chiaramente in comune il fattore Libro di Mormon.
Anche durante un periodo di quasi-dedizione con gli Shakers, rimase fedele alla sua testimonianza.
Molti cercano di smentire la sua testimonianza
Di tutti i testimoni, Martin Harris è quello che ha ricevuto il maggior numero di critiche dagli oppositori. Oliver Cowdery divenne un avvocato di tutto rispetto. David Whitmer divenne sindaco per un periodo.
Invece Martin rimase semplicemente un contadino. Un contadino di grande successo, ma pur sempre un contadino. Non era particolarmente istruito e non lasciò molte informazioni di suo pugno a nessuno.
Ma le persone, sia all’interno che fuori dalla Chiesa, consideravano Martin Harris onesto e retto. Quindi, invece di contestare la sua onestà, la maggior parte degli scettici oggi contesta la sua sanità mentale o la sua visione della realtà per mettere in dubbio la sua credibilità.
Ad esempio, potreste imbattervi in citazioni di dubbia provenienza secondo cui Martin presumibilmente parlò con Cristo, sotto forma di una renna, o secondo cui vide Cristo su un architrave.
Ciò che i critici probabilmente tralasciano volutamente è che entrambe le affermazioni provengono da fonti dell’opposizione di terza mano, il che significa che dobbiamo prenderle con le pinze. Gli storici stessi non considerano le fonti di terza mano proprio l’apice dell’affidabilità.
Un paio di fonti (di seconda e terza mano) suggeriscono che Martin Harris abbia visto le tavole solo con un “occhio spirituale”, insinuando che, in realtà, abbia solo immaginato di vedere le tavole.
Usando le parole di David Whitmer per rispondere a quell’affermazione:
“Naturalmente eravamo nello spirito quando abbiamo avuto la visione, poiché nessun uomo può vedere il volto di un angelo, se non in una visione spirituale; ma eravamo anche nel corpo, e tutto ciò che ci circondava era naturale per noi, come sempre. Martin Harris, lo ha definito ‘essere in una visione’.
Nelle scritture leggiamo che Cornelio vide, in una visione, un angelo di Dio. Daniele vide un angelo in una visione, e anche in altre occasioni leggiamo che videro un angelo nello spirito. Una luce splendente ci avvolse dov’eravamo, riempì [i boschi come] a mezzogiorno e là, in una visione o nello spirito, vedemmo e udimmo proprio come è dichiarato nella mia testimonianza nel Libro di Mormon”.
E saremmo anche negligenti se ignorassimo le innumerevoli altre fonti che rendono molto chiaro che Martin vide le tavole e l’angelo con i suoi veri occhi fisici.
Quindi, Martin ha davvero visto le tavole o era pazzo? E tutti gli altri testimoni, erano pazzi anche loro? O stavano mentendo? O possiamo considerarlo il prodotto di allucinazioni di massa o di ipnosi, come credono alcuni critici?
O potrebbe essere che Martin stesse solo dicendo la verità?
Se avete altre domande su Martin di cui non abbiamo parlato, scriveteci nei commenti. E non dimenticate di leggere gli articoli sugli altri due dei tre testimoni
Qui di seguito alcune dichiarazioni di Martin Harris
“Ero il braccio destro di Joseph Smith, e so che era un profeta di Dio. Io so che il Libro di Mormon è vero”. Poi, battendo il pugno sul tavolo, disse: “E voi sapete che io so che è vero. So che le tavole sono state tradotte tramite il dono ed il potere di Dio, poiché la Sua voce ce l’ha dichiarato; quindi so con certezza che questa opera è vera.
Poiché… in un’occasione non ho forse tenuto le tavole sulle mie ginocchia per un’ora e mezza, mentre conversavo con Joseph, quando siamo andati a seppellirle nei boschi affinché non finissero nelle mani del nemico? Sì, l’ho fatto.
E ho tenuto in mano molte delle tavole tradotte da Joseph, tavola dopo tavola… direi che fossero lunghe circa 20 centimetri e spesse circa 10 centimetri, ed ogni tavola era più spessa della più spessa delle lattine.”
Leggi anche: Oliver Cowdery: ha realmente visto le tavole d’oro?
Leggi anche: David Whitmer: ha realmente visto le tavole d’oro?
– Dichiarazione di David B. Dille, 15 Settembre 1853, “Ulteriore testimonianza di Martin Harris in merito alla venuta alla luce del Libro di Mormon”, Millennial Star 21 (20 Agosto 1859): 545-59.
“Giovanotto, vedi il sole che splende attraverso quella finestra? Con la stessa certezza con cui il sole splende e ci dà luce di giorno, e la luna e le stelle ci danno luce di notte, il Libro di Mormon è vero.
Poiché ho visto un angelo e ho udito la sua voce, ho visto e maneggiato le tavole su cui era scritto il Libro di Mormon; e tramite il potere e l’influenza dello Spirito Santo, fu tradotto dal profeta Joseph Smith che so, tramite il potere e il dono dello Spirito Santo, essere un vero profeta di Dio…”
-Martin Harris a W.H. Homer, dicembre 1869, “Testimonianza del fratello W.H. Homer” di William Harrison Homer, 3 gennaio 1922.
“Posso provare con la Bibbia la verità dell’opera, oltre ad essere un testimone oculare, poiché ho visto il libro nelle mani dell’angelo e ho anche udito la sua voce, e rendo testimonianza che ho visto le sue parole adempiersi portando le parole del libro al professore [Charles Anthon], sebbene all’epoca non lo sapessi.”
– Intervista di Martin Harris con E. Stevenson, in Reminiscenze di Joseph, il profeta e la venuta alla luce del Libro di Mormon, di Edward Stevenson (Salt Lake City: Edward Stevenson, 1893).
“Dopo che [David Whitmer, Joseph, and Oliver] furono visitati dall’angelo, il profeta venne da me dove stavo pregando e gli chiesi di pregare con me… dopo aver pregato per un po’ di tempo, l’angelo apparve con le tavole d’oro e vidi con questi due occhi l’angelo in piedi con le tavole nelle sue mani, e lo vidi voltare pagina dopo pagina le tavole d’oro, e udii anche la voce del Signore che diceva che quelle parole erano vere.”
– Intervista a Martin Harris con John E. Godfrey, Maggio 1875; Pubblicato su Deseret News, 15 luglio 1933.
Commenti