A volte la gente dice cose del tipo:”dammi tre motivi scientifici per cui il Libro di Mormon è vero, o continuerò a non credere”, oppure “okay, qual’è la tua migliore prova del Libro di Mormon?”
È impossibile trovare una prova definitiva
Daniel C. Peterson (autore e studioso) disse, in occasione di una conferenza di FAIRMormon (un’organizzazione distaccata dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni che fornisce risposte ben documentate alle critiche verso quest’ultima):
“Io non credo che ci siano cose del genere. Credo invece che quello che gli studiosi Mormoni (o apologeti, se volete), stanno cercando di fare con il Libro di Mormon… è di costruire una tesi cumulativa, nella quale nessuno degli elementi è definitivo, né porteranno a forzare o costringere i non credenti ad arrendersi improvvisamente.
Io non credo che questo sia il piano di Dio, e non credo ci saranno mai cose del genere.”
Egli disse che anche se trovassimo una stele in Centro America con su scritto “Io, Nefi, sono stato qui”, sicuramente la gente riuscirebbe a trovare un modo per confutare anche una prova del genere.
Per quanto ci abbia provato, non riesco a non credere
Nonostante ciò, ci fa notare Peterson, che ciò che lui non è riuscito a fare “credo di avere seriamente ed onestamente provato a compilare una tesi o una spiegazione del Libro di Mormon, oltre a quella di Joseph Smith, che spiegasse davvero ogni cosa”.
I critici di Joseph Smith si sono inventati molte storie per spiegare le origini del Libro di Mormon, ma sono tutte contorte e complicate.
Peterson disse: “Ritengo che tutte le contro-spiegazioni del Libro di Mormon che ho studiato, e penso di averle studiate tutte, sono dei vicoli ciechi. Alla fine ti portano ad un punto che semplicemente non ti può portare a destinazione; non spiegano tutto ciò che dev’essere spiegato”.
“Se ritieni che Joseph Smith l’abbia scritto, come ha fatto? Se ritieni che in realtà non ci fossero le tavole, allora cosa succede? È importante trovare delle spiegazioni sostitutive se si vuole essere convincente.”
Poi disse: “Trovo un sacco di problemi con tutte queste spiegazioni alternative”.
Jeff LIndsay scrisse una satira in cui Joseph Smith stava scrivendo il Libro di Mormon ed in cui i suoi amici continuavano a portare degli spunti per aiutarlo. Ci sono Sidney Rigdon, Oliver Cowdery e Parley P. Pratt che gli portano vagonate di roba da leggere.
Ad un certo punto Rigdon trova una bella citazione per il Libro di Mormon, presa da “Foglie d’erba” di Walt Whitman, e Joseph gli dice: “Ma Sidney, questo libro non verrà scritto per i prossimi trentacinque anni” al che Sidney risponde: “Beh, stai fingendo di essere un profeta, no? Voglio dire, segui il copione”.
Peterson continua dicendo: “Per me, la spiegazione di Joseph Smith è semplice ed elegante, mentre tutte queste altre spiegazioni alternative non stanno in piedi.
In passato ho semplicemente detto di non avere la fede per non credere alla storia di Joseph Smith. Mi spiace, non ci riesco. Non posso farlo”.
Ecco le varie spiegazioni possibili
“Queste sono le possibili alternative secondo me, seguendo un ragionamento logico: o Joseph aveva le tavole o non le aveva. Da qui poi si può suddividere il ragionamento secondo le varie possibilità per valutare quale di esse è la più vicina alla realtà.”
- Joseph non aveva le tavole.
- Sapeva di non averle.
- Era un impostore con cattive intenzioni.
- Era un impostore con buone intenzioni.
- Pensava di averle.
- Joseph aveva le tavole.
- Le ha fatte.
- Era un impostore con cattive intenzioni.
- Era un impostore con buone intenzioni.
- Le ha ricevute da qualcun’altro.
- Le ha ricevute da un suo contemporaneo.
- Le ha ricevute da qualcuno che non era un suo contemporaneo.
Peterson prosegue:
“RIcordo che il mio amico BIll Hamblin era in contatto con un critico della Chiesa: un ex-membro, che un tempo era molto rinomato. Lui gli disse: “ascolta, ipotizziamo per un secondo che hai ragione e che Joseph Smith non avesse le tavole.
Sapeva di non averle o pensava di averle? In altre parole, era consapevole di essere un imbroglione, o era un pazzo?
Al che il critico rispose: ‘non ho bisogno di abbassarmi a queste tue piccole dicotomie semplicistiche’”.
Peterson affermò, invece, che questa è una domanda legittima, alla quale tutti coloro che affermano che Joseph Smith non aveva le tavole devono rispondere.
Primo caso: se Joseph non avesse avuto le tavole…
Se Joseph Smith sapeva che di non avere le tavole ma ha fatto finta di averle, allora ci sono un sacco di problemi da risolvere. Bisogna chiedersi (ribadisce Peterson): “Allora era semplicemente un impostore, un genio della truffa, un truffatore del XIX secolo?”
… E lo sapeva
Eppure, tutti gli scritti di Joseph Smith sono stati pubblicati o verranno pubblicati nei Joseph Smith Papers (Fogli di Joseph Smith), riguardo ai quali Peterson ha commentato: “Se Joseph Smith fosse stato sincero, allora io non saprei giudicare se un altro essere umano sia sincero.
Questo è un uomo che invoca il Signore di continuo nei suoi scritti personali, che siano delle lettere per sua moglie, annotazioni sul diario, o altro. Prega sempre: quando scrive a sua moglie, prega per lei; ai suoi figli dice di ricordarsi di pregare di sera, e cose del genere.
Ogni volta nei suoi scritti mostra di essere un credente. Non c’è niente, assolutamente niente in Joseph Smith che possa anche solo far pensare che sia manipolativo, cinico ed impostore.
Non c’è da nessuna parte. Il suo travestimento regge dappertutto. Se è davvero un impostore, non c’è nessuna prova evidente che io sia riuscito a trovare.”
“Questo è un giovane… che se era preoccupato, se c’era qualcosa che lo turbava, se non riusciva a decidersi o era alterato, allora andava nel bosco a pregare.
Si può notare nei suoi scritti che c’è un’abitudine di questo tipo. Se c’è qualcosa che si può dedurre dai suoi scritti che sono stati pubblicati, è che lui crede davvero che stava ricevendo delle rivelazioni, non di essere un genio della truffa.”
“E c’è dell’altro. È davvero possibile reputarlo un truffatore dopo aver visto tutto ciò che ha dovuto sopportare?
Pensate al carcere di Liberty. Se ci siete mai stati, siete consapevoli di quando sia buio, stretto ed angusto.. Quando era rinchiuso lì era veramente infelice.
Anzi, dovete capire che era vicino alla disperazione. Possiamo solo immaginare quanto era difficile per lui stare lì.
Quando ha scritto: ”O Signore, dove sei?” nella famosa epistola contenuta in sezione 121 di Dottrina e alleanze, non penso che ciò andrebbe visto come una recita o come un’opera letteraria; no, lui si sente davvero abbandonato, questo è un momentaccio per lui.”
“E il fatto che i santi sono stati scacciati e lui non può fare nulla a riguardo rende la situazione ancora più terribile. Riuscite ad immaginarvelo? Se uno avesse almeno una briciola di coscienza, e stesse mentendo, il senso di colpa sarebbe quasi impossibile da sopportare.
Sappiamo che questo è stato il periodo più difficile in assoluto per lui, ma lo ha attraversato senza che la sua fede ne venga intaccata, proprio come suo fratello Hyrum.”
“Pensate a tutto quello che hanno fatto ai santi a causa delle sue affermazioni. Ripeto, potete immaginarvi di inventare una storia e poi vedere persone letteralmente morire per te e a causa della tua storia?
Solo un sociopatico sarebbe in grado di fare una cosa del genere, ma ripeto, non ci sono prove che lui lo fosse.”
“E poi, ovviamente, c’è il suo martirio. Lui credeva che sarebbe morto nel carcere di Liberty, ma invece è morto pochi anni dopo. E lui sapeva che sarebbe successo così.”
“È facile per noi stare qui seduti tranquilli e dire:un impostore ci sarebbe sicuramente riuscito, ma non molti lo farebbero davvero. Anche questo gioca in realtà a favore della sua sincerità invece che del presunto cinismo e inganno.
Lui è davvero morto, ed è morto fedele alla sua testimonianza. E così fece Hyrum Smith, cosa che mi colpisce molto, che Hyrum, il fratello maggiore, lo accompagnò al carcere di Carthage.”
… e non lo sapeva
Poi c’è anche la supposizione che Joseph Smith era in realtà pazzo, che credeva di avere le tavole ma in realtà non le aveva. Al che Peterson risponde: “Immaginiamo di dire che Joseph aveva le allucinazioni. E tutti gli altri?
È davvero riuscito a trovare 8 contadinotti in giro che hanno avuto la stessa allucinazione giusto in tempo? Onestamente non ho idea di come uno possa persino pensare una cosa del genere.”
“Ci sono gli otto testimoni, ci sono i tre, e ci sono anche altri testimoni che ho citato prima.
Alcuni dei miei preferiti sono quelli che avevano le tavole quando Joseph non c’era: per esempio, Emma e sua sorella Katherine che hanno toccato le tavole, hanno toccato gli anelli a forma di D che le tenevano insieme, giocherellare con i bordi, e far grattare la tavola sopra e quella sotto tra di loro, e cose del genere.”
“Potete dire quello che volete, che Joseph pensava di aver le tavole ma era semplicemente malato di mente, però dovete anche considerare che c’è un bel po’ di gente attorno a dove vive, e a quanto pare tutti quanti si immaginano le tavole allo stesso tempo.
È incredibile. Sembra quasi un segno divino, il fatto di avere così tanta fortuna da trovare così tanti pazzoidi tutti intorno a lui, pronti ad ascoltarlo e seguirlo.”
“Richard Bushman disse che per quanto riguarda i primi anni del Mormonismo, dovrebbe essere la critica a cercare di sbarazzarsi dei documenti e delle fonti storiche, e non i mormoni. E devono anche sbrigarsi, perché ci sono i testimoni che dicono: “Io le ho tenute in mano!”
“Poi ti rispondono, beh, in realtà non hanno mai affermato di toccarle. Invece Hyrum Smith disse che sì, le ha tenute con le sue stesse mani. Si può essere più chiari di così?”
“‘Beh, non le ha viste con i suoi occhi’. Lui invece ha detto che le ha viste con i suoi propri occhi. Non so cos’altro potrebbe dire di più”.
Un’altra alternativa allora, continua Peterson, è che Joseph aveva davvero le tavole, ma allora dove le ha prese? Si può supporre che le abbia fatte, ma che prove ci sono a dimostrare che lui ne era in grado?
“Che prove ci sono a dimostrare che lui era un fabbro, un metallurgista, o un qualsiasi altra cosa c he sarebbe in grado di fabbricare le tavole?”
Altri suggeriscono che le ha fatte Oliver Cowdery, ma così facendo ci si scontra con lo stesso problema, difatti non ci sono prove che lui aveva tali capacità.
Inoltre Peterson aggiunge: “Dove lo trovi tutto quell’oro? Vi rendete conto di quanto oro si tratta? Stiamo parlando di migliaia e migliaia di euro, forse centinaia di migliaia di euro in oro con i prezzi di oggi. Si stima che le tavole pesino circa 27 kilogrammi, perciò anche se si tratta di una lega d’oro, resta comunque un sacco.”
“E poi scompare, giusto? La famiglia si ritrova con questo artefatto d’enorme valore e poi lo perdono? E continuano a vivere in povertà? Mi sembra molto strano..”
E poi, ci può davvero essere una sorta di fucina fumante dove Joseph o Oliver stavano lavorando kilo dopo kilo l’oro, trasformandolo in tavole, senza che nessuno se ne accorga? Improbabile.
“Perciò sia l’impostore buono che quello cattivo se ne vanno dal discorso, e le prove a nostra disposizione dimostranti che lui abbia fabbricato le tavole sono nulle”.
Secondo caso: Se Joseph Smith aveva le tavole
Se allora Joseph Smith aveva le tavole e non le ha fatte, dove le ha prese? Peterson afferma che le scelte sono, o una persona contemporanea, o una che non lo è. Per quanto ci abbiano provato, i critici non sono riusciti a scovare una persona contemporanea che sia credibile.
Mentre Peterson dice di aver trovato una persona non contemporanea che potrebbe fare al caso nostro.
“Lo metto per ultimo perché penso che tutti gli altri percorsi possibili siano bloccati, e perciò ce ne rimane solo uno.”
“Ora, è vero che per alcuni anche questo è impossibile. Ma se vi ricordate, Sherlock Holmes ha spiegato in questo modo il suo metodo di deduzione: molto semplicemente, bisogna eliminare tutte le strade impossibili, per rimanere con una strada sola che, per quanto improbabile, deve essere la soluzione.”
“Ci sono persone in giro che dicono cose del tipo: ‘No no no, non si ricevono libri dagli angeli’, per citare Sterling McMurrin.
La sua opinione è alquanto dogmatica e predeterministica, perciò secondo lui non può essere così. Oppure, per citare Dale Morgan:
‘Io posso accettare qualsiasi spiegazione eccetto quella data dalla Chiesa’. Beh, se la pensi così, okay. Anche questa strada allora diventa bloccata per te, e allora ne devi trovare un’altra.” Ma qual’è?
“Mi rendo conto” conclude Peterson “che sto semplificando parecchio, e che non tutti arriveranno a questo punto in questo modo, ma questo è il modo in cui ci arrivo io. Queste sono le ragioni per cui le altre strade non fanno per me.
L’ho detto: io non posso non credere, perché per me, la storia di Joseph Smith è più credibile di tutte le altre spiegazioni alternative che sono state proposte per spiegare ciò che lui afferma che sia successo”.
Questo articolo è stato scritto da Maurine Proctor, pubblicato su ldsmag.com, ed è stato tradotto da Stefano Nicotra.
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