Ho perso il mio bimbo prima del termine della gravidanza, un aborto spontaneo, questo è considerato uno Spirito che ha ricevuto un corpo?
Val D. Greenwood, responsabile dei servizi speciali, Dipartimento per il Tempio, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. La prima domanda trova facilmente una risposta:
La politica della Chiesa consente ad una famiglia di registrare un bambino nato morto nel proprio registro del gruppo famigliare, se questi lo desiderano.
Se la morte in utero (dopo la ventiquattresima settimana di gravidanza) accade dopo il suggellamento dei genitori, questi bambini possono essere identificati nei registri come nato nell’alleanza.
Tuttavia, gli aborti spontanei che avvengono prima della ventesima settimana di gravidanza non vengono normalmente riportati nei registri del gruppo famigliare.
Aborto spontaneo e morte in utero
Un aborto spontaneo che avviene prima della ventesima settimana di gravidanza, è il parto di un feto morto, prima che sia in vita – cioè prima che abbia potuto vivere da solo al di fuori del grembo materno.
Una morte in utero, dopo la ventiquattresima settimana, è la nascita di un feto morto che si è sviluppato fino al punto in cui di solito sarebbe normalmente stato vitale, ma per una qualche ragione è nato morto.
La linea tra un aborto spontaneo precoce ed una morte in utero non è una linea chiara e definita, ed a volte ci sono dei quesiti sul fatto che il feto fosse in vita oppure no.
In questo caso, la decisione sull’inserirlo nel registri familiari oppure no è interamente della famiglia. La famiglia può scegliere di dare il nome ad un bambino nato morto anche solo per inserirlo nel registro familiare, se lo desidera, e può anche avere luogo un funerale. Ma questi bambini non vengono riportati tra i registri di nascita o di morte della Chiesa.
E’ importante segnalare, ad ogni modo, che non verranno svolte le ordinanze del Tempio per questi bambini nati morti.
L’Anziano Joseph Fielding Smith, citando il Presidente Brigham Young, ha scritto che “loro stanno bene… e non c’è bisogno che vengano svolte delle ordinanze o il suggellamento per loro”. (Bruce R. McConkie, comp., Dottrine di Salvezza, Salt Lake City: 1955, 2:281.)
La domanda riguardo al fatto che se i bambini nati morti verranno risorti e se apparterranno ai loro genitori dopo la vita, è davvero il punto cruciale della questione. Fino ad ora, è impossibile dare una risposta certa a questa domanda.
L’Anziano Joseph Fielding Smith ha scritto che “non ci sono state date tramite rivelazioni delle informazioni riguardo alla stato dei bambini nati morti. Ad ogni modo, esprimerò la mia opinione personale che dovremmo avere speranza che questi piccoli verranno risorti e che ci apparterranno.” (Dottrine di Salvezza, 2:280.)
Cosa dice la Prima Presidenza
Il messaggio rilasciato dalla Prima Presidenza nel 1909 dal titolo “L’origine dell’uomo” afferma:
“Il corpo umano entra nella sua carriera della vita come un piccolo embrione, il quale diventa un infante, mosso in uno certo stadio dallo spirito che gli fa da tabernacolo e dal bambino, che dopo essere nato, si sviluppa fino a diventare un uomo” (James R. Clark, comp., Messaggi della Prima Presidenza della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Salt Lake City: 1970, 4:205.)
L’Anziano Bruce R. McConkie, riferendosi all”L’origine dell’uomo”, esprime la sua opinione che il messaggio “sembra mostrare il concetto che lo spirito eterno entra nei corpi prima della nascita naturale e quindi i bambini nati morti verranno risorti” (Mormon Doctrine, 2d ed., Salt Lake City: 1966, p. 768.)
Non è molto chiaro in quale punto esatto dello sviluppo sia quel “certo stadio” di movimento, quando lo spirito fa la chiamata eterna al corpo.
Anche se il movimento avviene prima della nascita, ancora non sappiamo esattamente quando un’anima vivente inizia la sua esistenza.
Infatti, alcuni dirigenti della Chiesa hanno suggerito che un’anima non è vivente fino a quando non ci sono questi tre elementi essenziali – il corpo, lo spirito, e l’alito della vita.
Sfortunatamente a volte dolore, delusione e mancanza di conoscenza, conducono alcune persone al dubbio della giustizia e dell’amore di Dio quando un bambino nasce senza aver mai respirato.
In questi momenti il Salvatore Gesù Cristo, il quale ha sofferto per tutti, ci ha invitato a rivolgerci a Lui così che Egli ci possa aiutare a sopportare i nostri fardelli:
“Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo.” (Matteo 11: 28)
Per quanto possa essere traumatica vista dalla nostra prospettiva l’esperienza di un aborto spontaneo o di una morte in utero, in qualsiasi periodo della gravidanza, è necessario che non finiscano in dolore.
L’Apostolo Paolo ha scritto riguardo a quanto le sofferenze possano essere trasformate in speranza quando proviamo l’amore di Dio:
“Ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza;
“La pazienza esperienza, e la esperienza speranza:
“Or la speranza non rende confusi, perché l’amor di Dio è stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci è stato dato.” (Romani 5: 3- 5)
Anche se la nostra conoscenza del piano di salvezza non spiega perché avvengano gli aborti spontanei e le morte in utero, ne quale sarà il risultato eterno di tale avvenimento, possiamo sapere con fiducia che Dio, il quale è il padre di tutti gli spiriti, è misericordioso e giusto.
Possiamo anche sapere che c’è fede. I Genitori degni si possono fidare di Lui e possono sapere che loro e tutti i Suoi figli di spirito riceveranno – in un modo o in un altro – la giusta ricompensa per i loro sforzi e sacrifici, anche se magari in modi che al momento non possiamo comprendere.
Questo articolo è stato pubblicato su lds.org e poi tradotto da Fanny Bagnò
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