Poco dopo il Suo battesimo, Gesù si ritirò nel deserto e digiunò per 40 giorni. Dei 4 evangelisti, solo due, Matteo e Luca, parlano in maniera approfondita di questo episodio.
Marco si limita a citarlo nel primo capitolo.
Tuttavia, non è tanto ciò che Gesù fece durante quei 40 giorni l’oggetto dei capitoli che ne parlano, quanto più quello che accadde al termine dei giorni nel deserto: le tentazioni di Gesù.
Le tentazioni di Gesù: premesse
Il capitolo 4 di Matteo comincia dicendo che:
“Allora Gesù fu condotto dallo Spirito su nel deserto, per esser tentato dal diavolo” (Matteo 4:1).
A questo punto è doveroso fare una precisazione. Da questo versetto parrebbe che lo Spirito condusse Gesù nel deserto con lo scopo di essere tentato.
In realtà, al contrario, Gesù si ritirò nel deserto in vista della lunga e faticosa missione di tre anni che lo attendeva, proprio per sottrarsi alle cure mondane e avvicinarsi ancora di più al Padre, e ricevere da Lui quella conoscenza che Gli sarebbe servita da lì in poi per affrontare il Suo ministero.
Questo concetto appare più chiaro nella traduzione del nuovo testamento di Joseph Smith (da qui in poi TJS):
“Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per stare con Dio.”
Nessuno, soprattutto non il Salvatore, si metterebbe deliberatamente nella posizione di essere tentato.
Quindi, è alla fine dei 40 giorni nel deserto che le tentazioni hanno inizio. Matteo 4:2 specifica che: “ [. ..] dopo che ebbe digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame (corsivo dell’autore).
Pertanto l’avversario si presentò quando Gesù si trovò nel punto di massima debolezza fisica. Allo stesso tempo però Egli si trovava nel momento di massima forza spirituale, grazie al quale riuscì a resistere a tutte le tentazioni.
È interessante notare lo schema delle tentazioni di Gesù, soprattutto perché possono trovare un corrispettivo nella nostra vita e nel modo in cui Satana cerca di farci cedere alla nostra natura carnale, come vedremo nel corso di questo articolo.
Un altro aspetto interessante è il significato simbolico del numero 40. In effetti non sappiamo se Gesù rimase realmente 40 giorni nel deserto o se sia semplicemente un modo per intendere “un lungo periodo di tempo”.
Il numero 40, infatti, è un numero ricorrente nelle Scritture. Di solito simboleggia un periodo di difficoltà o di prova. Vediamo il 40 nei 40 anni in cui i figli di Israele vagarono nel deserto.
40 sono gli anni che intercorsero tra la crocifissione di Gesù e la distruzione di Gerusalemme. Per 40 giorni Mosè rimase sul monte a ricevere la legge.
Quindi questi 40 giorni sono un’idea molto importante e significano un tempo molto, molto lungo.
Le tentazioni di Gesù: le pietre in pani
“E il tentatore, accostatosi, gli disse: Se tu sei Figliuol di Dio, di’ che queste pietre divengan pani.
Ma egli rispondendo disse: Sta scritto: Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di Dio” (Matteo 4:3-4)
È interessante notare come le tentazioni di Gesù seguano un certo schema. In questa prima tentazione, Satana fa appello agli appetiti fisici di Gesù. È come se Gli stesse dicendo: “Rinuncia a ciò che conosci.
Rinuncia ai principi con cui vivi e trasforma queste pietre in pane. Lo stesso avviene anche con noi; questo tipo di tentazioni arrivano quando siamo esausti, stanchi, ed è allora che Satana sembra dire: oh, fai questo, non fa nulla; o fai quello, non importa; sei annoiato, sei stanco, sei esausto.
Questi appelli agli appetiti sono una delle grandi tentazioni di Satana.
Ma Cristo risponde con una scrittura. Le scritture che ha imparato in gioventù. Questo mostra molto di Lui. Mentre è nel mezzo della tentazione, tira fuori le Scritture. Che grande modello per noi.
Tuttavia, questa prima tentazione non riguarda solo il soddisfacimento degli appetiti fisici. Sappiamo che Gesù aveva appena terminato un digiuno di 40 giorni, e che prima di poter soddisfare la Sua fame sarebbe dovuto tornare in città.
Nel chiedergli di trasformare le pietre in pane, il subdolo avversario stava implicando tre cose: per prima cosa stava chiedendo a Gesù di dimostrare di essere chi diceva di essere; con quel “se” tenta di instillare in Gesù il dubbio riguardo alla sua natura di figlio di Dio.
È come se gli stesse dicendo “se sei il figlio di Dio dimostra il tuo potere E soddisfa la tua fame”.
Gesù avrebbe potuto effettivamente usare il Suo potere, donatoGli da Dio, e trasformare le pietre in pane, proprio come aveva trasformato l’acqua in vino durante le nozze di Cana.
Ma “il potere superiore che Gesù possedeva non gli era stato concesso per soddisfare le Sue esigenze personali, ma per servire gli altri” (James E. Talmage, Gesù il Cristo p. 96).
Allo stesso tempo, lo stava spingendo a cercare la gratificazione istantanea degli appetiti, cosa che fa anche con noi.
Seconda tentazione di Gesù: il volo dal pinnacolo del tempio
Non essendo riuscito a farlo cedere sugli appetiti carnali, Satana approccia il Salvatore una seconda volta.
Il Vangelo di Luca inverte l’ordine della seconda e terza tentazione di Gesù, ma noi ci atterremo all’ordine seguito da Matteo.
“Allora il diavolo lo menò seco nella santa città e lo pose sul pinnacolo del tempio,
e gli disse: Se tu sei Figliuol di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: Egli darà ordine ai suoi angeli intorno a te, ed essi ti porteranno sulle loro mani, che talora tu non urti col piede contro una pietra.
Gesù gli disse: Egli è altresì scritto: Non tentare il Signore Iddio tuo” (Matteo 4:5-7)
Da questi versetti parrebbe che il Diavolo avesse il potere di condurre Gesù dove voleva, lo stesso accade alcuni versetti più avanti quando Gesù si trova sul monte.
Ovviamente non è così. Anche in questo caso era stato lo Spirito a condurre Gesù sul pinnacolo del tempio e Satana lo aveva avvicinato soltanto in seguito.
Nella TJS infatti si legge:
“Allora Gesù fu portato nella santa città, e lo Spirito lo pose sul pinnacolo del tempio.
Allora il diavolo venne da lui, e gli disse …”
Ma qual è il punto esatto del tempio su cui si trovava Gesù? In effetti non lo sappiamo per certo. Alcuni pensano che possa essere l’angolo sud-est della piattaforma del tempio.
È un angolo molto grande e alto del muro. In quel periodo era probabilmente la più grande altezza costruita dall’uomo dalla cima del muro alla base della valle del Kidron.
Quindi, alcuni pensano che sia il pinnacolo del tempio, cioè l’angolo sud-est della piattaforma.
Altri pensano che l’angolo sud-ovest della piattaforma sia un candidato migliore, perché lì Egli avrebbe guardato la piazza del mercato.
Ci sarebbero state migliaia di persone potenzialmente in quel mercato, e se si fosse gettato da lì, l’intervento divino e degli angeli che acchiappano Gesù prima che tocchi suolo, sarebbe stato visto da molte più persone in un colpo solo, cosa che avrebbe dato a Gesù una popolarità istantanea, e che in qualche modo fa leva su un aspetto importante dell’essere umano, ovvero l’orgoglio.
Ancora una volta, questo schema che Satana segue per tentare Gesù può essere applicato a noi. Egli ci spinge a cercare le lodi del mondo.
Ci sussurra: “assicurati di essere bravo e che tutti lo sappiano; sii speciale; sii migliore degli altri”.
Questo richiamo ha un grande effetto corrosivo e Satana lo usa spesso su di noi. Basti pensare all’uso odierno dei social media e all’effetto che ha sui loro utenti, in particolar modo i più giovani.
Un altro aspetto importante di questa seconda tentazione riguarda il legame tra fede e miracoli.
Ancora una volta Satana mette in dubbio la natura divina di Gesù, reiterando la frase “SE tu sei il Figlio di Dio” e allo stesso tempo lo spinge a mettere in dubbio la fedeltà di Dio attraverso la richiesta di un miracolo, quale prerequisito per credere.
“Satana tentò Gesù affinché a sua volta Egli tentasse il Padre. Porre dei limiti o fissare il tempo o il luogo in cui il potere di Dio si manifesterà, è un’ingerenza tanto ampia quanto lo è il tentare di usurpare quel potere.
Dio soltanto deve decidere quando e come compiere i Suoi prodigi. Una volta ancora gli scopi di Satana furono frustrati e Cristo risultò il vincitore.” (Talmage p. 98)
Le tentazioni di Gesù: le ricchezze del mondo
Terza (ma non ultima) tentazione: la gloria e le ricchezze del mondo.
“Di nuovo il diavolo lo menò seco sopra un monte altissimo, e gli mostrò tutti i regni del mondo e la lor gloria, e gli disse:
Tutte queste cose io te le darò, se, prostrandoti, tu mi adori. Allora Gesù gli disse: Va’, Satana, poiché sta scritto: Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il culto” (Matteo 4:9-10).
Con quanta arroganza Satana offrì a Gesù tutto quello che Gli spettava di diritto e che in realtà possedeva già. Gli promise le ricchezze di un mondo che Gesù in persona aveva creato.
Notate come Satana usi le Scritture per rispondere al Signore. E quando lo fa, cerca sempre di far sembrare bene il male.
Questo è ciò che fece con il Signore in questa occasione e ciò che fa con noi nella nostra vita. Tenta di far apparire bene il male, e viceversa.
Egli cerca di convincerci che ciò che ha da offrirci è meglio e più buono, più moderno, più inclusivo, più caritatevole. È un modo di fare che si ripete.
La prova continua del Salvatore
Come menzionato poco fa, la terza tentazione molto probabilmente non fu l’ultima. È verosimile che il Salvatore abbia subito le vessazioni dell’avversario lungo il corso di tutto il Suo ministero.
Luca 4:13 sottolinea che il diavolo si dipartì da Gesù “fino ad altra occasione”. Più avanti, in Luca 22:28 lo stesso Maestro lo conferma: “Or voi siete quelli che avete perseverato meco nelle mie prove”.
In effetti, perché Satana avrebbe dovuto arrendersi dopo tre soli tentativi quando sapeva che l’opera che Gesù si apprestava a compiere avrebbe portato la Resurrezione e la Salvezza nel mondo?
Infatti, riuscite a immaginare quale potere Satana e tutti i suoi tirapiedi avrebbero diretto verso Gesù per cercare di farlo cadere?
Nessuno sarebbe stato perseguitato dal diavolo più del Salvatore del mondo; eppure Egli non peccò mai. Non è confortante sapere questo quando sentiamo una forte opposizione nella nostra vita?
Se sentiamo che l’avversario stia unendo tutte le sue forze contro di noi, vuol dire che abbiamo un’opera importante da compiere per il Signore, proprio come accadde a Gesù.
E in Lui noi possiamo trovare la forza per superare i nostri ostacoli.
“Non è dato a noi, né fu dato a Gesù, incontrare il nemico, combatterlo e vincerlo in un solo incontro, una volta per tutte. La battaglia fra lo spirito immortale e la carne, fra la progenie di Dio da un lato, e il mondo e il demonio dall’altro, continua tutta la vita.” (Talmage p.99).
Pertanto non dovremmo abbatterci quando veniamo tentati. Ogni tentazione è in un certo senso un invito ad essere più come Cristo.
Quando riusciamo a resistere alla tentazione, facendo prevalere la nostra natura di figli di Dio, veniamo raffinati e diventiamo inevitabilmente più simili a Lui.
E se di quando in quando non ci riusciamo e permettiamo alla nostra natura umana e carnale di avere la meglio, non tutto è perduto.
Leggi anche: Il primo anno del ministero di Cristo
Il Signore ha previsto nel Suo piano misericordioso e perfetto il dono del pentimento.
Grazie al fatto che Gesù resistette alle tentazioni possiamo anche noi trovare la forza di resistervi, e grazie all’infinito sacrificio espiatorio che compì, possiamo rialzarci quando cadiamo ed essere purificati ancora una volta.
Le tentazioni di Gesù: alcuni approfondimenti è stato scritto da Ginevra Palumbo.
Grazie mille per questo sito è utilissimo
Grazie Veronica, ci fa piacere che ti sia servito! 🙂
Stiamo dedicando al Padre nostro lo studio biblico, e il pastore ci ha dato di commentare la differenza fra “esporci” alla tentazione e “indurci” alla tentazione e la differenza tra “male” e maligno” due diversi termini usati da Luca e Matteo. Ho pensato subito di partire dalle tentazioni di Cristo per capire il senso profondo della tentazione. Ho trovato molto utile la lettura di questi vostri commenti. Grazie