La Chiesa cattolica, nel 31 marzo 2008, ha pubblicato un articolo sul loro quotidiano ufficiale “L’osservatore romano” il quale tratta la predicazione del Vangelo di Gesù Cristo nelle antiche americhe in un periodo di tempo antecedente alla conquista spagnola e portoghese.
In altre parole, sostiene che il Vangelo di Gesù Cristo fu predicato nelle antiche americhe prima della scoperta del nuovo mondo, proprio come afferma il Libro di Mormon.
L’articolo (che potete trovare qui, a pagina quattro), intitolato “ La leggenda di un apostolo chiamato Viracocha”, è una sintesi di una conferenza che è stata tenuta il giorno dopo l’articolo (il primo aprile).
Luigi Guarnieri Calò Carducci, l’autore, inizia parlando di un cronista del XVI secolo (cioè un autore in ambito storico-letterario), Gonzalo Fernández de Oviedo che ha formulato l’ipotesi di una “predicazione evangelica in tempi remoti, anche se non v’è n’era più traccia nelle loro storie”, seguito poi da altri che riportano varie notizie e testimonianze simili al culto cristiano.
Tra le più interessanti notiamo quella del cronista Juan de Betanzos, il quale “trascrisse racconti sulla presenza di una divinità che sembrava combinare elementi cristiani e andini”, chiamata Viracocha (da cui è derivato il titolo dell’articolo): questa divinità era descritta come un uomo alto, vestito di bianco, con un libro in mano.
Secondo la descrizione di un altro cronista (Pedro Cieza de León), Viracocha era uscito dal lago Titicaca (situato tra i moderni Bolivia e Perù), aveva creato il mondo, dettato le norme di coesistenza tra gli uomini, predicando la carità e l’amore, prima di scomparire.
Viracocha, a quanto traspare dall’articolo, sembra essere associato all’apostolo Tommaso, a causa del ritrovamento di orme a lui attribuite.
Sudamerica precolombiana
L’idea però trovò molti ostacoli, perché (sempre secondo l’articolo) se gli indigeni avessero davvero ricevuto una predicazione religiosa, perlopiù da un apostolo, allora dovevano averla necessariamente rifiutata, il che costituiva un grande capo d’accusa contro di loro, soprattutto nell’europa postcolombiana; perciò nei due concili di Lima la Chiesa si pronunciò contro l’ipotesi prima, e accantonò l’argomento dopo.
Successivamente, però, l’argomento fu riportato da Pedro Sarmiento de Gamboa, ma trattato in modo tale da eliminare ogni collegamento tra Viracocha e l’apostolo, considerando il culto indigeno inizialmente puro, ma poi mescolato a leggende e “falsità introdotte dal demonio”; mentre il gesuita José de Acosta liquidò ogni parallelismo tra i culti locali e il cristianesimo, etichettandoli come introdotti dal demonio, ma indicando gli indigeni come vittime di quest’ultimo, e non suoi agenti (eliminando così il problema di una probabile infedeltà indigena).
L’articolo si conclude con l’intervento di Antonio de la Calancha, un agostiniano creolo (cioè spagnolo nato in Perù), che alla fine sostenne la predicazione apostolica precedente agli spagnoli, sostenuta da diversi argomenti: primo, la somiglianza tra il cristianesimo e le religioni indigene; secondo, affermò che l’escludere una parte così grande del mondo dalla predicazione del Vangelo era un’offesa alla misericordia e alla giustizia di Dio, oltre che contro la legge naturale; infine, egli fornì altre prove basate sulle tradizioni orali che, anche se non sono decisive, non erano meno dimostrative.
La pubblicazione di un articolo di questo stampo da parte della Chiesa cattolica è, semplicemente, incredibile: infatti, questo concetto era aspramente rifiutato dalla chiesa in precedenza, secoli fa.
Nonostante ciò, questo articolo mostra una grande disponibilità da parte della Chiesa a sostenere la discussione e l’apertura mentale, e a valutare le nuove prove portate alla luce.
Il vangelo di Gesù Cristo
Come insegna la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, fu Gesù Cristo stesso a predicare il Suo Vangelo alle civiltà precolombiane. I Suoi insegnamenti sono contenuti nel Libro di Mormon, in 3 Nefi. (per saperne di più riguardo al Libro di Mormon, o per richiederne una copia, contatteci qui).
In ogni caso, non sono queste o altre prove, discussioni, o conferenze a provare che i fatti contenuti nel Libro di Mormon sono veritieri (nè possono prove, discussioni o conferenze provare ch’esso sia falso), perché l’unica vera “prova” del Libro di Mormon può venire solo dallo Spirito Santo (vedere l’ultimo paragrafo del link precedente); ma tutto ciò certamente aiuta un essere umano a rafforzare la sua fede e le sue convinzioni, o almeno a suscitare interesse verso qualcosa che prima non avrebbe accettato.
Sta a noi, alla fine, decidere in cosa credere.
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