Spesso mi trovo al buio, di notte, a guardare fuori dalla finestra della mia camera. Con un albero che oscura l’unico lampione di una fattoria dall’altra parte della valle, posso guardare un tranquillo paesaggio notturno senza l’interferenza delle luci artificiali, ed immaginare di osservare un mondo selvaggio e bello, non contaminato dall’umanità. È profondamente terapeutico per la mia anima.
Più vado avanti negli anni, più i ricordi mi perseguitano e più sento di non appartenere a questo mondo. Quando arriverà il momento della dipartita, me ne andrò senza rimpianti, passando ad un mondo che non ha mai conosciuto il male e non lo farà mai.
Le ultime settimane trascorse dall’uccisione di George Floyd sono state particolarmente brutte, con molte notti insonni passate a pensare al dolore, al razzismo, al male e alla violenza che assorbono una parte così grande della storia umana. Molti dei miei brutti ricordi sono riaffiorati. Quella appena trascorsa, è stata un’altra di quelle notti.
Il razzismo è un sintomo; il problema reale è più profondo, più grande e più pervasivo.
Gran parte di ciò che ho visto accadere nelle ultime settimane non è una soluzione. Invece che costruire ponti, la violenza, la vergogna, il bullismo hanno distrutto più di quanto non sia stato costruito. Vorrei suggerire una soluzione positiva: vi costerà tutto ma la ricompensa non ha prezzo.
Non esiste soluzione umana
La scorsa settimana, ho sentito un manifestante dire: “Questo è un problema umano ed esiste una soluzione umana”. Sembrava avere sui vent’anni, con gran parte della difficoltà della vita ancora davanti a lui e ho pensato tristemente a me stesso e a quello che lo aspetta: “Buona fortuna per il futuro”.
Nella prima parte della mia vita, ho lavorato in diversi paesi in via di sviluppo, in diverse parti del mondo. Ho visto corruzione, razzismo ed episodi di violenza in ogni cultura; alcuni dei più orribili mi perseguitano ancora oggi e trovo difficile parlarne senza essere sopraffatto dall’emozione.
Per quattro anni, ho avuto l’esperienza insolita (per un canadese bianco) di trovarmi in una situazione in cui io e molti altri abbiamo subito numerosi attacchi fisici a causa del colore della nostra pelle.
Non c’era niente che potessimo fare al riguardo, se non cercare di mantenere un profilo basso e fare molta attenzione per evitare di fare o dire qualsiasi cosa che potesse essere in qualche modo offensivo. Di solito, era un calcio sprezzante o un pugno, ma una volta è stato un po’ peggio.
La cicatrice psicologica di essere stato picchiato a causa del colore della mia pelle, da parte di un gruppo di persone che non mi conoscevano ancora, persiste ancora oggi.
La mia esperienza, tuttavia, è solo una parte della mia vita ed è quasi nulla in confronto a ciò che le persone, in tutto il mondo, sperimentano ripetutamente lungo il corso di una vita intera.
Visitai piazza Tiananmen pochi giorni prima del massacro del 1989. I manifestanti sembravano essere per lo più studenti universitari e provai un certo entusiasmo e affinità con loro.
La settimana seguente mi recai in Corea del Nord, senza poter ascoltare le notizie internazionali, quindi non seppi cosa fosse accaduto fino al mio ritorno a Pechino, alcuni giorni dopo il massacro.
Solo, in un hotel vuoto, sperimentai una rabbia disperata che non durò ore, ma giorni, per l’ingiustizia immane commessa con l’impunità dal Partito Comunista.
Cinque anni dopo, nel 1994, il mondo apprese le notizie sul genocidio in Ruanda di oltre 500.000 tutsi uccisi dalla maggioranza degli Hutu in un periodo di soli tre mesi, molti usando il machete. Inoltre, tra le 250.000 e le 500.000 donne tutsi furono violentate.
Nel mio paese, il Canada, le popolazioni indigene hanno subìto maltrattamenti e discriminazioni per quasi quattro secoli. La maggior parte subisce sistematicamente attacchi di ostilità razziste e disprezzo per tutta la vita.
È la grande vergogna nazionale del Canada. Un paio di settimane fa, un amico iraniano ha pubblicato un articolo in cui riporta che negli ultimi dieci mesi il regime iraniano ha ucciso, per strada, 1.500 persone innocenti che protestavano contro il loro governo.
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Mentre parliamo, centinaia di migliaia di uiguri sono detenuti dal Partito Comunista Cinese in campi di concentramento in nome “dell’antiterrorismo”. Stranamente, la maggior parte di coloro che sostengono che “il silenzio è violenza” hanno detto poco o niente su nessuna di queste atrocità.
Le reazioni umane e antirazziste sono spesso ben intenzionate, ma sono anche contaminate dalla loro stessa forma di razzismo ed ipocrisia.
Si arriva ad un punto in cui una persona ha vissuto così tanti traumi che perde fiducia nell’umanità e vuole solo ritirarsi da tutto. Io ho raggiunto quel punto circa venti anni fa. Il mio mondo era diventato molto buio. Sapevo che non andava bene, quindi iniziai a chiedere a Dio una mente diversa.
È per questo che spesso mi ritrovo alla finestra della mia camera da letto ed immagino di guardare fuori, in una notte bella e tranquilla, in un altro mondo incontaminato e non deturpato dall’umanità.
Il razzismo è sintomo di un male più profondo
Il razzismo è sintomo di un male più generale: l’incapacità di trattare tutte le persone con la stessa dignità, valore, cura e significato con cui noi stessi vogliamo essere trattati; l’incapacità di amare il prossimo come noi stessi, per così dire.
Questo fallimento fondamentale si traduce in maltrattamenti e persino nell’uccisione di persone di altri gruppi sulla base delle differenze etniche, del colore della pelle, delle differenze religiose e delle differenze politiche.
La pericolosa polarizzazione ideologica negli Stati Uniti è un esempio attuale di questo male più strutturale. L’incapacità di amare il prossimo come se stessi è globale, abbraccia tutta la storia ed è universale per tutte le persone. Come scrisse Aleksandr Solzhenitsyn:
“Se solo ci fossero persone malvagie da qualche parte, che commettono insidiosamente azioni malvagie, basterebbe semplicemente separarle dal resto di noi e distruggerle. Ma la linea che divide il bene ed il male attraversa il cuore di ogni essere umano.”
Per molti anni, ho desiderato ardentemente ritirarmi in una remota capanna lontano dalla civiltà, ma ho un forte obbligo spirituale e morale di servire Dio e l’umanità al meglio delle mie limitate capacità durante la mia breve vita, indicando alle persone una soluzione per il loro cuore mutevole attraversato dal male, una soluzione che promette una ricompensa inimmaginabile. Quindi, qual è?
La soluzione vi costerà tutto, ma c’è una ricompensa enormemente più grande.
Se l’incapacità di stimare ogni persona quale essere creato ad immagine e somiglianza di Dio potesse essere risolta protestando per pochi minuti, o pubblicando un meme sui social media o pubblicizzando una dichiarazione di condanna contro il razzismo, non sarebbe grandioso?
Queste risposte, sebbene ben intenzionate e nate dal dolore e dalla frustrazione, in realtà banalizzano la gravità e la portata di questo fondamentale fallimento umano.
Poiché il male attraversa ogni cuore umano, tutti i tentativi fatti dall’uomo saranno contaminati e non riusciranno a costituire una risposta reale e duratura al nostro problema… ma esiste una soluzione divina.
Il primo passo
Alla fine di dicembre 1983, ascoltai il discorso di un oratore che sosteneva che “date le giuste circostanze, non c’è limite a quanto in basso una persona possa cadere”.
All’epoca, la considerai un’esagerazione, ma negli anni che seguirono, avendo sperimentato diverse culture, conclusi che se fossi stato nei panni di altre persone, molto probabilmente avrei commesso gli stessi mali. Fu una presa di coscienza estremamente umiliante.
“Date le giuste circostanze, non c’è limite a quanto in basso una persona possa cadere.”
Il primo passo verso una soluzione è rendersi conto che ognuno di noi è colpevole di non amare i propri simili come sé stesso. Pensate alla persona che disprezzate di più in questo momento. Per me, di solito è una figura politica che ha causato gravi danni a lungo termine.
Gesù ha detto che è facile amare chi ti ama, ma la vera prova è amare i nostri nemici.
Fino a quando non riusciremo a pensare alla persona che più disprezziamo e sperimentare sincera compassione e dolore per lei ed i suoi fallimenti, la radice del razzismo e dell’odio rimarrà dentro di noi.
Tutto questo richiede la consapevolezza che noi stessi non siamo in grado di guarire il male dentro di noi e che esso assume due forme principali: fare cose che sono sbagliate e non riuscire a fare le cose giuste.
Non solo ho perso la fiducia nell’umanità, ma una valutazione onesta di me stesso, che è diventata più realistica con gli anni, ha provocato una completa perdita di fiducia anche nella mia capacità di affrontare il male che mi attraversa il cuore.
Certo, a confronto di altre persone, sono un uomo quasi decente, ma non si può perdere la fiducia nell’umanità senza rendersi conto che si fa parte del problema. E questo è un grande passo avanti.
I nostri governi possono redigere ancora più leggi contro le ovvie forme di razzismo, ma un mio amico, che è un ex ufficiale di polizia, mi ha detto che quando è andato in pensione, c’erano tre volte più leggi da applicare rispetto a trent’anni prima, quando era ancora un ufficiale novellino.
Trovava deprimente osservare che non vi era alcun segno che la società stesse migliorando nonostante avesse triplicato le leggi.
Il problema è che le leggi possono cambiare il modo in cui gli esseri umani si comportano in pubblico, ma non fanno nulla per risolvere la discriminazione invisibile, il male e l’odio nel cuore e nella mente umana.
A meno che non venga affrontato il problema intrinseco, ci sarà sempre una manifestazione esterna in una forma o nell’altra. La storia è molto chiara su questo.
Il razzismo non sarà mai e poi mai sconfitto da sole azioni esterne, se le fondamenta interne sono morte.
Ci sono una miriade di cose pratiche che possiamo e dovremmo fare se desideriamo trattare tutti gli altri come noi vogliamo essere trattati.
Ma a meno che non ci sia un cambiamento interno e non amiamo davvero il nostro prossimo con tutto il cuore, tutte queste altre cose diventano una facciata vuota, inesorabilmente corrotta dal male interiore.
Quindi il primo, grande passo è mettere da parte l’orgoglio umano e la sua idea delirante che possiamo trovare una soluzione umana al male che “attraversa il cuore di ogni essere umano”.
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Il secondo passo
I prossimi due passi vi costeranno tutto, ma i premi vanno oltre l’immaginazione umana.
La maggior parte delle persone nella nostra cultura sottostima ampiamente chi e cosa sia Dio.
Il secondo passo è arrivare a un punto in cui la fiducia in sé stessi e nell’umanità viene sostituita dalla fede in Dio. Sto parlando di riporre la fiducia in Gesù Cristo per il perdono del male che attraversa il proprio cuore e per una rinascita spirituale in una relazione personale con Dio.
Perché una relazione con Dio è una buona cosa? La maggior parte delle persone nella nostra cultura sottostima ampiamente chi e cosa sia Dio. Viene descritto come colui dal quale proviene “ogni cosa buona data ed ogni dono perfetto” (Giacomo 1:17).
Ciò significa che Egli è l’origine dell’onore, della bellezza, della purezza, dell’amicizia, dell’amore, della giustizia, della musica, dell’arte e di ogni altra cosa buona data. Cosa potrebbe esserci di più meraviglioso che iniziare una relazione eterna con un essere così?
Il terzo passo
Il terzo passo è mettersi nelle mani di Dio, quotidianamente, senza termini, condizioni, senza riserve, chiedendogli di fare qualsiasi cosa desideri a te, in te e attraverso te. Questa è davvero una prova di fede, ma è l’inizio di un vero e duraturo cambiamento (e sottolineo “inizio”).
Se mi ama davvero abbastanza da prendere su di sé le conseguenze del mio male e della mia morte e se in realtà Egli è l’origine di ogni cosa buona data, allora posso fidarmi totalmente di Lui.
Questo terzo passo richiede una resa continua, quotidiana, totale di tutto il mio essere. Gesù disse che se desideriamo seguirlo, dobbiamo negare noi stessi ma, oh, che resa meravigliosa è questa!
È una strada che potete percorrere per il resto della vostra vita, dove troverete la guarigione e l’inizio di una mente diversa. Non penserete immediatamente di trattare tutte le altre persone come vorreste essere trattati, è un processo che dura tutta la vita.
Piuttosto, è una strada che sale sempre più in alto e verso un’eternità non contaminata nemmeno dal pensiero o dalla memoria del male.
Questo terzo passo richiede una resa continua, quotidiana, totale di tutto il mio essere.
Ora sono consapevole di essere infinitamente lontano dalla gloria, dall’onore, dalla bellezza e dalla perfezione di Dio e non riesco a mettermi a posto da solo.
Mi resta così poco tempo prima di morire e ancora così tanto da fare che mi commuovo ogni mattina e ogni notte prima di addormentarmi, nel pregare in modo simile alla preghiera che ho scritto di seguito.
Se vi state stancando degli sforzi umani falliti per riparare al male interiore e sapete di avere un profondo desiderio di percorrere questa strada che sale sempre più in alto, verso una bellezza che non può essere descritta da parole o canzoni umane che “non son salite in cuor d’uomo” (1 Corinzi 2:9), allora potete parlarne con Dio:
Mio padre celeste, eccomi qui. Oggi mi metto nelle tue mani. Fammi ciò che desideri; cambiami come desideri… niente termini, niente condizioni, nessuna riserva. Se c’è un’area nella mia vita che ti sto nascondendo, voglio che tu la invada proprio ora.
Rendimi il tipo di persona che mi hai creato per essere. Cedo ogni aspetto del mio essere nelle tue mani amorevoli e ti ringrazio perché mi salvi e guarisci dalla mia stessa malvagità. Dico questa preghiera nel nome del mio re, mio salvatore e mio Redentore, Gesù Cristo. Amen.
Razzismo: la soluzione vi costerà tutto, ma la ricompensa è inimmaginabile è stato pubblicato sul sito thirdhour.org ed è stato tradotto da Cinzia Galasso.
Dio benedica questa persona eccezionale!