Come dice una vecchia canzone americana, quello di Natale “is the most wonderful time of the year!”, è il periodo più straordinario dell’anno.

E in effetti la canzone non ha tutti i torti, soprattutto per i più piccini. L’aria è frizzante, le strade sono cosparse di luci, le case e le vetrine dei negozi sono addobbate a festa, le persone, indaffarate nella ricerca del regalo perfetto, sono naturalmente più generose.

Ma non per tutti è così. In questo periodo, non tutti riescono a sentire “lo spirito del Natale”. Cosa facciamo quando le nostre circostanze non ci permettono di avere il “Natale perfetto”? 

Il Natale perfetto non esiste, e va bene così 

Natale perfetto di GesùUno dei miei personaggi preferiti della tradizione natalizia è Ebenezer Scrooge. Prima delle vicende che lo portano a subire un cambiamento di cuore, non ama il Natale.

Forse alcuni di noi si rivedono nel suo atteggiamento scontroso quando si sentono sopraffatti dalle festività natalizie.

Come Scrooge, siamo probabilmente circondati da persone emozionate per questa festa. Ogni anno, l’allegro nipote di Scrooge, Fred, tenta inutilmente ma insistentemente di convincere lo zio Scrooge a unirsi a loro per festeggiare il Natale.

Nel classico di Charles Dickens, leggiamo come Scrooge rifiuti puntualmente l’invito annuale di Fred:

“Se potessi fare a modo mio, ogni idiota che se ne va attorno con cotesto ‘allegro Natale’ in bocca, avrebbe a esser bollito nella propria pentola” … “Tieniti il tuo Natale tu, e lasciami il mio”.

Anche se Scrooge non ha affatto intenzione di “celebrare il Natale”, la sua reazione all’invito a partecipare a tutti i divertimenti e alle celebrazioni può essere in qualche modo comprensibile.

In un periodo in cui miliardi di persone in tutto il mondo decorano alberi, fanno regali e sono indaffarate in tradizioni profondamente radicate, alcuni cercano a fatica di essere all’altezza di quelle che potremmo definire “aspettative natalizie”.

Alcuni sentono il peso di dover creare il Natale “perfetto”, tenendo testa ad amici e parenti. Altri si sentono stressati dagli acquisti dei regali, a causa di risorse economiche limitate o nella speranza di trovare quello “giusto”.

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Altri ancora non amano affatto il Natale, magari a causa di eventi traumatici o di altre esperienze negative.

Ne consegue un sottoinsieme di persone che non sembrano avere lo “spirito natalizio”, il che li “costringe” a dover sentire domande innocenti ma inadeguate da parte degli altri, come “Ti senti bene? Non ti piace il Natale?

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Come mai non sei in sintonia con lo spirito della stagione?”. Queste esperienze possono esacerbare un’esperienza già di per sé difficile.

E se siete voi quelli descritti sopra? E se, come Scrooge, vi piacerebbe che la gente vi lasciasse “festeggiare il Natale” a modo vostro? Se vi sentite così o vivete così il Natale, sappiate due cose. Primo, non siete soli. Secondo, non siete strani.

In qualità di psicologo, ho trascorso la maggior parte della mia vita cercando di aiutare le persone a conoscere se stesse e a raggiungere una maggiore pace e felicità.

Credo che esistano alcuni principi che, se correttamente compresi e applicati, possono dare conforto in un periodo altrimenti infelice.

Il mio intento non è quello di arrivare al cuore del vostro malessere natalizio o di dirvi che state sbagliando il modo di vivere il Natale. Il mio intento è quello di condividere alcuni spunti che possano essere d’aiuto.

Festeggiare il Natale a modo vostro

La nascita di Gesù CristoIn larga misura, non importa qual è il motivo per cui vi sentite giù durante le feste. Ciò che conta è come vi sentite, se vi piace come vi sentite e cosa potete fare per migliorare le vostre condizioni.

Comprendere il vero scopo del Natale, insieme al permesso di festeggiarlo (o meno) a modo proprio, può portare sollievo.

Prendiamo in considerazione un’altra icona del Natale: il Grinch. Molti conoscono il suo tentativo di cancellare il Natale per i Nonsochi di Chinonsò.

Quando portò via tutti gli orpelli, i regali e le leccornie, si aspettava di sentire un lamento straziante la mattina di Natale. Ma accadde il contrario. I Nonsochi si riunirono in canti, grati per il giorno.

Un Grinch pentito e riflessivo ipotizzò:

“Forse il Natale… non viene dai negozi. Forse il Natale ha un significato più profondo e vitale”.

Impariamo che anche se il Natale ha assunto molti significati, alcuni più commerciali di altri, c’è un’essenza che trascende le tradizioni.

E ciò che i Santi degli Ultimi Giorni e gli altri Cristiani capiscono meglio della maggior parte delle persone è che, nel loro cuore, il Natale è semplicemente un momento per ricordare e onorare il nostro Salvatore, Gesù Cristo.

Il fatto che il Natale venga vissuto in modo diverso dagli altri non significa che sia sbagliato. Il Natale può essere un momento meraviglioso per riflettere in modo più profondo sul Salvatore.

Il fatto che la vostra casa non sia illuminata e addobbata non significa che non stiate approfondendo il vostro legame con Gesù. È bello che dedichiamo quasi un mese intero a celebrare la nascita del Signore.

Allo stesso tempo, siamo incoraggiati ad averLo sempre presente nei nostri pensieri. Le preghiere sacramentali settimanali invitano a “ricordarsi sempre di Lui” (Dottrina e Alleanze 20:77). Ci viene comandato di “guardare a [Lui] in ogni pensiero” (Dottrina e Alleanze 6:36).

Helaman insegnò ai suoi figli che, nella misura in cui avrebbero costruito la loro vita sul fondamento della roccia di Gesù Cristo, sarebbero stati in grado di resistere a sfide e tentazioni di ogni tipo (vedere Helaman 5:12).

Sebbene il periodo natalizio possa essere un momento naturale per riflettere più profondamente sul Signore, l’invito è quello di considerare la Sua vita, i Suoi insegnamenti e il Suo esempio perfetto su base continuativa.

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Il Natale perfetto

Se per qualche motivo il vostro Natale non è come quello degli altri, non preoccupatevi. Smettete di stressarvi. Accettatelo. Siete unici, il che significa che potete “vivere il Natale” a modo vostro.

Forse può essere un momento di rinnovamento spirituale in cui migliorare il vostro rapporto con il Salvatore. O forse sarà una stagione che dovrete semplicemente sopportare. Va bene così.

Non ho intenzione di fornirvi un elenco di prescrizioni o altre idee per aiutarvi; potete tracciare voi il vostro percorso.

Fornire ulteriori aspettative, anche se provenienti da uno psicologo, non sarebbe utile in questo caso. Lasciare andare le aspettative della società può essere liberatorio. Darsi il permesso di fare le cose in modo diverso è una benedizione.

Se vi trovate in difficoltà nel periodo natalizio, il mio consiglio generico è di non perdere di vista il vero scopo del Natale. Sforzatevi di ricordare Gesù Cristo e di seguire al meglio il suo esempio. Il modo in cui sceglierete di farlo dipende da voi.

C’è un’enorme pace e felicità per chi segue Gesù Cristo e osserva i suoi comandamenti, anche e soprattutto a Natale. Che Dio vi benedica nel fare le cose per vivere questa esperienza.

Vivere le feste a modo proprio: abbandonare l’idea del “Natale perfetto” è stato originariamente scritto da David T. Morgan ed è stato pubblicato su ldsliving.com, intitolato You can let go of a ‘perfect’ Christmas: The reminder from a psychologist we all need this season. Italiano ©2023 LDS Living, A Division of Deseret Book Company | English ©2023 LDS Living, A Division of Deseret Book Company