Il primo weekend di Aprile, si è tenuta la Conferenza Generale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Uno dei primi discorsi, ed anche uno di quelli che più abbiamo commentato i giorni seguenti con i fratelli e le sorelle della chiesa, è stato quello dell’anziano Dieter F. Uchtdorf: “Dio tra noi”.
Perché è un discorso che ha colpito così tanto tutti noi? Perché ci ha fatto riflettere sul fatto che realmente Dio è tra noi e su quanto Egli sia personalmente coinvolto nella vita dei Suoi figli.
C’è ancora speranza nel mondo?
Anziano Uchtdorf ha iniziato il suo discorso parlando della sua infanzia e dell’atmosfera post-bellica alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Ha raccontato di come la sua famiglia fosse stata costretta a scappare per ben 2 volte e di come il mondo vivesse in un momento di confusione, paura ed incertezza.
Quando tutto era ormai finito, in un momento di malinconia e desolazione, egli si era posto questa domanda: “C’è ancora speranza nel mondo?”.
Quando ho sentito pronunciare quelle parole, mi sono suonate così familiari. Tante volte le ripeto anche io.
Non ho vissuto la guerra, non conosco l’angoscia del vivere sotto la paura costante. Eppure, mi capita di chiedermi se c’è speranza per noi, nella nostra vita, nella vita delle generazioni future.
Nonostante ci siano molte parti del mondo che vivono la realtà della guerra, le altre zone vivono in una pace che è solo apparente.
Basta guardare un telegiornale per rendersi conto che gli episodi di violenza continuano a susseguirsi nelle case, nelle strade, tra familiari, amici.
Abbiamo un pianeta meraviglioso, che stiamo distruggendo, giorno dopo giorno. L’egoismo sembra dilagare.
A volte, ho la sensazione che non cambierà mai nulla e che le cose non potranno che peggiorare.
Poi, però, mi rendo conto che al mondo non c’è solo il male. Sicuramente fa più notizia del bene, ma ci sono spiragli di luce ovunque, basta cercarli. L’anziano Uchtdorf, in quel periodo della sua vita, ha trovato quella luce nei missionari.
“Gli angeli tra noi”
Nonostante Stati Uniti e Germania avessero combattuto su due fronti diversi durante la guerra, i missionari americani andarono comunque tra i tedeschi a portare il vangelo di Gesù Cristo. Ecco cosa racconta anziano Uchtdorf:
“…ho pensato ai nostri giovani missionari americani che in quegli anni hanno servito tra noi. Avevano lasciato la sicurezza delle loro case dall’altra parte del mondo ed erano venuti in Germania — la patria dei loro nemici recenti — per offrire speranza divina al nostro popolo.
Non erano venuti per biasimare, rimproverare o recare onta. Offrivano volontariamente la loro giovane vita senza pensare alle ricompense terrene, col solo intento di aiutare gli altri a trovare la gioia e la pace che loro stessi avevano provato.
Per me, questi giovani uomini e donne erano perfetti. Sono certo che avessero dei difetti, ma non per me. Penserò sempre a loro come agli esseri migliori del mondo — angeli di luce e di gloria, ministri di compassione, bontà e verità.
Mentre il mondo stava sprofondando nel cinismo, nell’amarezza, nell’odio e nella paura, l’esempio e gli insegnamenti di questi giovani mi riempivano di speranza.
Il messaggio evangelico che offrivano trascendeva la politica, la storia, il risentimento, l’ingiustizia e i programmi personali. Dava risposte divine alle domande importanti che avevamo in quei tempi difficili”.
Ancora oggi, i missionari della chiesa vanno nel mondo e portano un messaggio, lo stesso messaggio che portarono nella Germania del dopo guerra, che portarono a me 25 anni fa, quando li incontrai, e che portano a chiunque li voglia ascoltare:
“Dio vive e si prende cura di noi, anche nei momenti di tumulto, confusione e caos… è tra noi ed è personalmente coinvolto nella nostra vita”.
In determinate circostanze della propria vita, ognuno di noi si sente insignificante, inutile, incapace di fare qualcosa di buono.
Eppure, siamo figli di Dio e, nonostante spesso non riusciamo a vedere noi stessi nel modo migliore, Egli ci offre di diventare Suoi eredi, di ricevere una pienezza di gioia, per l’eternità.
Questa promessa fa parte del piano che il Padre Celeste ha per ognuno di noi. Egli vuole che noi siamo felici e che possiamo vivere per sempre alla Sua presenza, insieme a coloro che amiamo.
Ha disseminato il nostro cammino di guide e consigli, per aiutarci a tornare a Lui, perché siamo davvero importanti ed unici. Ed una volta che impariamo questa verità, possiamo ancora sentirci così inutili?
Una promessa di salvezza
Anche se Dio ci promette di diventare Suoi eredi ed anche se il nostro valore è immenso ai Suoi occhi, questo non ci rende sicuramente persone migliori o perfette. Siamo umani, in un corpo mortale, imperfetti e fallibili.
Quindi dobbiamo compiere determinati passi per poter cambiare e migliorare. Sappiamo che nulla di impuro può stare dinanzi a Dio. Quindi come facciamo a diventare Suoi eredi e tornare alla Sua presenza?
Egli ci ha dato la possibilità di tornare ad essere puri, degni e candidi, come eravamo prima di peccare, grazie al sacrificio eterno di Gesù Cristo. Anziano Uchtdorf dice:
“Il mio cuore è colmo di gratitudine per il mio Padre Celeste. Ho capito che non ha condannato i Suoi figli ad arrancare nella vita terrena senza la speranza di un futuro brillante ed eterno.
Egli ci ha fornito le istruzioni che ci rivelano qual è la via per tornare a Lui. E il fulcro di tutto è il Suo Figlio diletto, Gesù Cristo, e il sacrificio che Egli ha compiuto per noi.
L’Espiazione infinita del Salvatore cambia completamente il modo in cui possiamo considerare le nostre trasgressioni e le nostre imperfezioni. Invece di continuare a pensarci e sentirci irredimibili o disperati, possiamo imparare da esse e nutrire speranza.
Il dono purificatore del pentimento ci permette di lasciarci alle spalle i nostri peccati e di diventare una creatura nuova”.
Il processo di pentimento che segue i nostri peccati, le nostre trasgressioni, le nostre cadute ed il dolore che proviamo, ci raffinano, ci migliorano e ci rendono più forti; se sappiamo viverli con consapevolezza, affidandoci alla guida del Padre Celeste ed applicando l’espiazione di Gesù Cristo nella nostra vita.
Rialzarci dopo ogni caduta, pentirci dei nostri peccati, cambiare i nostri comportamenti: tutto questo fa parte del nostro progresso eterno, ci aiuta a crescere e migliorare e rendere possibile la realizzazione della promessa di salvezza del Signore.
Non siamo da soli
Dio è un padre amorevole e non ci lascia in balìa delle nostre vite senza una guida. Da sempre, Egli ci parla attraverso i Suoi servitori, i profeti. Ed anche oggi, dopo la Restaurazione, abbiamo un profeta che ci parla e ci guida.
Grazie a lui, il Padre Celeste continua a farci sentire il Suo amore e la Sua presenza. Ma non lo fa solo attraverso il profeta.
Abbiamo le Scritture, antiche e moderne, e soprattutto, in quanto Suoi figli, abbiamo la possibilità di parlare direttamente con Lui in preghiera, ed avere una Sua risposta alle nostre domande.
Tramite la preghiera, possiamo costruire un nostro dialogo personale e sincero con il Padre Celeste.
Ma cosa accadrebbe se, un giorno, potessimo trovarci davanti al Signore Gesù Cristo? Cosa faremmo? Cosa farebbe Lui? Ecco cosa ci suggerisce anziano Uchtdorf:
“Lui guarderebbe dritto al vostro cuore. Le apparenze esteriori perderebbero la loro importanza. Vi vedrebbe per chi siete. Conoscerebbe i desideri del vostro cuore.
Risolleverebbe i miti e gli umili. Guarirebbe gli ammalati. Infonderebbe a chi dubita fede e coraggio per credere. Ci insegnerebbe ad aprire il nostro cuore a Dio e a tendere una mano verso gli altri.
Riconoscerebbe e onorerebbe l’onestà, l’umiltà, l’integrità, la fedeltà, la compassione e la carità. Ci basterebbe guardarLo negli occhi una volta e non saremmo mai più gli stessi.
Ci cambierebbe per sempre. Saremmo trasformati dalla profonda consapevolezza che davvero Dio è tra noi.”
Oggi non abbiamo ancora la possibilità di vedere Gesù Cristo, faccia a faccia. Ma siamo circondati dalla Sua presenza.
E ci viene richiesto di comportarci come se Lui fosse sempre al nostro fianco. Dobbiamo trovare la speranza nel mondo e portarla dove non c’è.
Studiare le Scritture e chiedere al Padre Celeste di aiutarci a diventare la migliore versione di noi stessi. Aiutare i nostri fratelli e le nostre sorelle ad invitare Gesù Cristo nelle loro vite e insegnare il Vangelo a coloro che ancora non lo conoscono.
Ma, soprattutto, dobbiamo amarci gli uni gli altri, sostenerci ed aiutarci.
Dio è tra noi
Dio è tra noi, è vero. Ed è in costante comunicazione con ognuno dei Suoi figli. Si interessa alle nostre vite.
Ci soccorre quando ne abbiamo bisogno, ci sostiene e ci rafforza quando ci sentiamo deboli, e ci consola nei momenti bui. Ma soprattutto, Egli è tra noi attraverso gli altri.
Tramite il profeta, che ci porta le Sue parole e ci fa sentire il Suo amore. Tramite la guida dei dirigenti, che ci sostengono nel nostro cammino e sono pronti ad ascoltarci.
Tramite l’amore dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, ogni volta che scelgono di essere uno strumento nelle Sue mani e fare la Sua volontà.
Dio è tra noi attraverso noi stessi, ogni volta che decidiamo di essere la speranza del mondo.
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