Spero che qualcuno tra voi che ha paura, è scoraggiato, triste, soffre di dubbi o, semplicemente, è generalmente appesantito dai terribili fardelli di questa vita, troverà utile questo articolo.
Bianca Palmieri Lisonbee, una nostra cara amica, che attualmente serve con il marito, mentre egli presiede alla missione di Salvador, in Brasile, per la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ha condiviso il seguente saggio personale, con me, qualche giorno fa, e mi ha dato gentilmente il permesso di pubblicarlo qui.
In diversi punti, mi sono ritrovata a pensare: “Sì. Esattamente. Ho vissuto cose simili e so come ci si sente”. La sua esperienza e i suoi consigli sono stati molto utili, per me.
Lo scudo della fede e le paure
Qualche anno fa, non molto tempo dopo che a mia sorella venne diagnosticato un cancro, sono stata praticamente immobilizzata dalle mie paure. Non riuscivo a sbarazzarmi dell’ansia alla bocca dello stomaco, con la quale mi svegliavo ogni mattina, e che rimaneva con me per tutto il giorno e la notte. Ho avuto paura di perderla.
La paura di vederla soffrire, la paura della mancanza delle capacità per aiutarla attraverso quello che stava vivendo, ha dominato la mia mente. Non importa quale scenario mi si fosse presentato, è stato uno di quelli che hanno indotto in me una grande paura. Ho pregato per avere la pace. C’erano momenti in cui ho avuto scorci di pace, ma erano di breve durata. Ho pensato che una delle ragioni per le quali erano di breve durata era perché il Signore volesse farmi capire quanto fossero preziosi e che erano veramente un dono da Lui e che forse, se mi fossi sentita in questo modo per tutto il tempo, sarei cresciuta dando quella pace per scontata. Così ho pensato che avrei dovuto convivere con la paura.
Questo fino a quando ho partecipato ad una riunione alla BYU, con l’anziano Roger Merrill. Non dimenticherò mai l’effetto che le sue parole hanno avuto su di me. Ha detto che Satana lavora contro i membri della Chiesa buoni e fedeli, attraverso il dubbio e la paura. Ha detto: “Dobbiamo avere tolleranza zero per il dubbio e la paura, nella nostra vita!” Tolleranza zero? Ho pensato tra me e me: “Come possiamo avere tolleranza zero per qualcosa che è una reazione involontaria?”. Potevo capire la tolleranza zero per l’abuso di droga o per la pornografia, o qualsiasi altra cosa per la quale sembri che abbiamo una scelta per poterla evitare, ma come potevo respingere quello che per me sembrava una reazione involontaria e fuori dal mio potere di controllo?
Gesù e le tentazioni
Ho pensato a questo per giorni e, poi, ho riflettuto su come Cristo ha gestito le Sue tentazioni nel deserto. Ogni volta che Satana lo tentava, Egli usava il potere delle Scritture per mandarlo via. Certo, sapevo che leggere le Scritture era un buon modo per dissipare la paura e il dubbio, ma come potevo riuscire a trascorrere tutti i miei momenti di veglia, leggendole? Stavo davvero usando il potere della Parola di Cristo, nel modo più semplice? Ho guardato molto da vicino i pensieri sui quali stavo permettendo a me stessa di intrattenermi. Molti di essi erano pieni di dubbi e paure.
Anche se l’aspetto iniziale di quei pensieri e di quei sentimenti sembrava involontario, stavo davvero facendo qualche sforzo per scacciarli? Ho sentito dire che un uccello può atterrarci sulla testa, ma non ha bisogno di costruirvi un nido. Ho scoperto che avevo ospitato nella mia mente dei nidi aggrovigliati, creati dagli effetti della paura e del dubbio. Mi sono resa conto che molti dei pensieri che avevo avuto “innocentemente”, erano un affronto diretto alla cose in cui avrei dovuto credere. Erano in sostanza un insulto al Signore. Non c’è da stupirsi che non ero in pace. Stavo portando lontano da me lo Spirito.
Sapevo quello che dovevo fare. Aumentare la mia consapevolezza di questi pensieri, identificarli ogni volta che uno di essi arrivava nella mia mente e trattarli come dei dardi infuocati, contro cui avrei dovuto sostenere lo scudo della fede, con la forza della parola di Dio, per combatterli uno per uno. Per esempio: quando avrei lasciato la casa di mia sorella, visto che stava peggiorando, e avrei pensato a tutte le cose che non avremmo potuto fare insieme e che avevamo previsto per tutta la vita, il pensiero che avrei avuto sarebbe stato: “Questo non sarebbe dovuto accadere”. Ma avrei detto subito (a volte anche ad alta voce): “Tutte le cose cooperano al bene di coloro che amano il Signore” oppure “Confida nel Signore con tutto il cuore, non ti appoggiare sul tuo discernimento”.
Oppure, quando avrei pensato al fatto che stesse per perdere la vita e mi sarei detta tra me e me: “Che ingiustizia! Non è giusto!”, avrei subito ripetuto le parole che Joseph Smith ha insegnato: “Tutte le vostre perdite saranno risanate, nella risurrezione, se rimarrete fedeli. Per il potere dell’Onnipotente che ho visto”. Un altro ramoscello nel mio nido di paura e di dubbio era nato dai pensieri di autocommiserazione. “Non avrò più nessuno della mia famiglia. Perché doveva succedere a me?”. Questo pensiero sarebbe stato scacciato via con: “Tutte queste cose ti daranno esperienza e saranno per il tuo bene. Il Figlio dell’Uomo è sceso al di sotto di tutti. Sei tu più grande di Lui?” oppure “Il Signore corregge colui ch’Egli ama”. Uno dei pensieri molto più difficili, per me, era: “Perché deve soffrire così tanto?”. Poi, mi sono ricordata le parole di Pietro: “Le nostre prove saranno più preziose, per noi, dell’oro”. Ed io sapevo che, anche se avrei voluto fare tutto il possibile per alleviare la sua sofferenza, non dovevo scongiurare Dio scioccamente, perché ella stava andando a conoscerlo.
La pace tramite lo Spirito di Dio
La cosa meravigliosa che ho scoperto è stato l’effetto immediato che questo esercizio ha avuto su di me. Era come se lo Spirito Santo fosse così attratto da questi pensieri, che il dubbio e la paura non potevano persistere. Ho visto che il Signore onorava il mio impegno con una tale misura aggiunta del Suo Spirito, che le mie ansie hanno cominciato a dissiparsi del tutto, istantaneamente.
E la pace che avevo, durante le parole e pensieri, non era più di breve durata. Persiste ancora oggi, anche dopo che tutte quelle cose terribili che temevo, sono avvenute. Questa pace era lì per sostenermi attraverso gli ultimi giorni e gli ultimi momenti della sua vita, e non solo. E ora ho scoperto di dover continuare a fare la stessa cosa, con le altre paure nella mia vita, paure per i miei figli, i miei nipoti, la nostra attività ed il futuro. Tutti i “se” della mia vita.
E ogni volta che uno di quei pensieri arriva, reggo lo scudo della fede e devio veramente i dardi infuocati della paura e del dubbio, che possono essere così paralizzanti, nella vita, e per la mia capacità di servire.
Non dobbiamo avere paura
In passato, ho certamente potuto imparare dalle scritture, mentre preparavo un discorso o una lezione sul tema, ma ho scoperto che non le avevo usate come il Salvatore avrebbe fatto, per combattere la tentazione paralizzante del dubbio e della paura. Quando ho raccontato alla mia classe d’Istituto, alla BYU, la mia esperienza, abbiamo deciso di praticare questo esercizio in classe. Avrebbero tirato fuori un pensiero negativo o un dardo infuocato. Dicevano cose come: “Sono un perdente.” E, a quel punto, avremmo trovato una scrittura da citare per placare quel dardo come, ad esempio: “Il valore della mia anima è grande agli occhi di Dio”. O se il nostro pensiero era: “Egli è un perdente”, “Il valore della sua anima è grande agli occhi di Dio.”
“Ho troppi punti deboli, io non ce la farò mai” → “Verrò a Cristo e sarò perfetto in Lui.”
“Questo è troppo difficile per me.” → “Grazie a Dio nulla è impossibile.”
“Sono troppo stanco.” → “Io vi darò riposo.”
“Ho paura”. → “Io non vi ho dato uno spirito di paura.”
“Mi sento solo”. → “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo.”
In pochi minuti lo spirito in quella classe era così forte, mentre illustravo a tutti noi, ancora una volta, la potenza della Parola. Mi sono resa conto che questo avviene perché queste sono molto più di semplici parole. Sono più di belle frasi, in un bigliettino di auguri. Sono più che affermazioni positive. Queste parole, pronunciate nella fede, sfruttano le immense potenzialità delle verità che esse rappresentano. Queste parole sono le parole di Cristo, che ci permettono di parlare con la lingua degli angeli ed essere serviti da loro. Sono parole che il Verbo fatto carne pronunciò e attraverso le quali il potere di creare tutte le cose venne manifestato. Queste parole, pronunciate nella fede, ci danno l’accesso ad una fonte divina di grazia e di verità che non si può trovare in nessun altro modo.
Fin da quando ero bambina, ho lottato con la paura e l’ansia. So che questa è una verità che ho dovuto imparare e re-imparare nella mia vita. Ma porto testimonianza del potere di dimostrare la fede nella parola di Dio, per placare i dardi infuocati dell’avversario. Rendo testimonianza che nella mia vita non ho dovuto pensare che non mi resta che vivere con l’ansia paralizzante, sia che si tratti di dover volare su velivoli o sia che riguardi il benessere dei miei figli e dei miei nipoti. In letteratura, ci sono leggende che dicono che se si è in possesso di una certa parola, i nemici possono essere vinti dall’espressione di quella parola. Come se la potenza non accessibile prima, potesse essere ottenuta attraverso quella parola.
La Parola di Dio
Forse queste idee sono nata dalla Parola di Dio, il Verbo fatto carne in Cristo, che ci ha insegnato che tramite il potere delle Sue parole, tutte le cose possono essere soddisfatte da coloro che conoscerle e viverle e Lo amano.
L’anziano Holland ha detto:
Il Salvatore disse: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace… Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27)
Vi dico che questo può essere uno dei comandamenti del Salvatore che è anche nel cuore dei fedeli non Santi degli Ultimi Giorni, ed è quasi universalmente disobbedito; e tuttavia mi chiedo se la nostra resistenza a questo invito potrebbe essere più grave nel cuore misericordioso del Signore.
Posso dirvi questo, che come genitore, vorrei essere presente da qualche parte nella vita di uno dei miei figli, in un momento in cui è gravemente turbato o infelice o disobbediente.
Ma sarei infinitamente più devastato se sapessi che, in un momento così, quel figlio non si fida di me, pensando che io non possa aiutarlo o pensando che non mi interessi o non avendo certezza che mi prenderei cura di lui.
Allo stesso modo, sono convinto che nessuno di noi può sapere quante ferite profonde sono nel cuore amorevole del Salvatore del mondo, quando scopre che il suo popolo non si sente sicuro della sua cura o sicuro nelle sue mani o non ha fiducia nei suoi comandamenti” (Venite a me, La Stella, Aprile 1998, p. 19).
E vorrei aggiungere “e non confida nelle Sue parole.”
“Guardate a me in ogni pensiero, non dubitate, non temete”. Dottrina e Alleanze sezione 6:36
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