Viviamo in una società che ci bombarda continuamente di messaggi su come “dovremmo essere”; come sono e cosa fanno le donne ideali e gli uomini ideali, com’è una famiglia e una casa ideale, come dovrebbero comportarsi i figli ideali, e così via.
Non essere all’altezza di questi standard potrebbe farci perdere la stima di noi stessi e convincerci che dovremmo vergognarci di essere chi siamo e ciò che siamo.
Il senso di vergogna che deriva dal non sentirsi “degni”
Pur se in modo forse indiretto, anche le istituzioni religiose spesso contribuiscono alla creazione di uno stereotipo di persona perfetta.
Non c’è nulla di sbagliato nel modellare la propria vita in base ai principi del Vangelo ma, nella vita quotidiana, provare a raggiungere continuamente degli ideali abbastanza alti può farci sentire “non abbastanza degni”, perché non siamo abbastanza bravi a rispettare questo o quel comandamento.
Allora, come possiamo superare questo senso di “vergogna”?
Intanto, è bene definire il significato di senso di vergogna. La vergogna è un’emozione universale che tutti abbiamo provato ad un certo punto della nostra vita.
La ricercatrice Brené Brown l’ha descritta come “la sensazione dolorosa di credere di essere imperfetti e, quindi, non degni di ricevere amore e inclusione: qualcosa che abbiamo fatto o non fatto ci rende indegni di connetterci agli altri”.
Di conseguenza, questo sentimento ci porta a nasconderci dagli altri, perché la vergogna può essere innescata non solo dal modo in cui ci vediamo, ma anche da come pensiamo che gli altri ci vedano.
Potreste pensare che questo sentimento possa anche essere positivo, perché in fin dei conti potrebbe portarci ad avere il desiderio di migliorare.
Tuttavia, non è esattamente così. La vergogna non porta all’auto-miglioramento, anzi, molto spesso alimenta comportamenti autodistruttivi.
Quindi, ecco alcune cose che possono aiutarci a perseguire gli ideali che ci vengono insegnati senza la costante sensazione di non essere all’altezza.
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Tracciare una chiara distinzione tra ideale e reale
Essere un marito o una moglie ideale, un membro della chiesa ideale, un adolescente ideale, non è qualcosa che si può raggiungere in tempi brevi.
A volte, non è neanche raggiungibile in questa vita. Pensare che lo sia porta ansia, scoraggiamento e depressione.
Avere e sforzarsi di raggiungere degli obiettivi è lodevole, ma dovremmo smetterla di pensare sempre che ci sia qualcosa di sbagliato in noi solo perché non siamo perfetti.
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Comprendere la differenza tra vergogna e senso di colpa
Il senso di colpa deriva da: “Ho fatto qualcosa di sbagliato”. La vergogna deriva da: “Sono una persona sbagliata”.
Il senso di colpa in qualche modo tocca la nostra coscienza e ci aiuta a capire quali sono i comportamenti giusti e quelli sbagliati. Separa la persona dal comportamento.
La vergogna (sono imperfetto, sono cattivo, non sono degno di amore, ecc…) alimenta, invece, dei comportamenti errati.
Il senso di colpa condanna il peccato, la vergogna condanna il peccatore.
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Sviluppare la resilienza alla vergogna
Quando ci sforziamo di raggiungere un obiettivo dovremmo farlo in modo sano, e di conseguenza gestire il senso di inadeguatezza e vergogna in modo sano. Come possiamo farlo?
La stessa ricercatrice Brené Brown ha suggerito 4 passi:
- Riconoscere quando proviamo questi sentimenti e capire quali sono i fattori scatenanti.
- Essere consapevoli che si tratta di sentimenti normali che tutti provano prima o poi
- Non nascondere questi sentimenti ma esternarli con persone di cui ci fidiamo
- Parlare con qualcuno che ci darà supporto e che risponderà con compassione ed empatia
L’empatia come antidoto al senso di vergogna
A proposito di empatia. Questo è veramente uno degli antidoti alla vergogna, che viene incrementata dal silenzio e dal giudizio.
Abbiamo bisogno di qualcuno che ascolti le nostre storie e risponda con comprensione.
Molte volte, quando qualcuno esterna le proprie emozioni dolorose, la nostra reazione istintiva è quella di cercare di portare allegria e sollievo, offrendo consigli che aiutino quel qualcuno a “vedere il lato positivo”.
Sebbene questo approccio derivi da buone intenzioni, non è utile per guarire la vergogna perché la persona in questione non percepisce alcun tipo di empatia.
Empatia significa comprendere il sentimento emotivo dell’altro, riuscire a vedere il mondo come lo vede l’altro e farlo sentire ascoltato e compreso.
Quando riconosciamo di provare sentimenti di inadeguatezza o vergogna, differenziamola dal senso di colpa, parliamone e riconosciamo che gli ideali proposti dalla Chiesa sono sì obiettivi a cui mirare ma che raramente sono tutti raggiungibili in breve tempo o in questa vita.
Diamo a noi stessi tempo, comprensione e pazienza per superare i sentimenti negativi che ci buttano giù e offriamo noi stessi per comprendere ed aiutare altre persone che provano la stessa cosa e hanno bisogno di conforto e aiuto.
Se avete altri consigli o volete condividere con noi la vostra esperienza, scriveteci nei commenti!
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Superare la vergogna: quando non si è all’altezza dell’ideale mormone è stato scritto da Julie De Azevedo Hanks e pubblicato sul sito ldsmag.com.
Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.
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