Se avete mai aperto il Libro di Mormon, avrete notato che all’inizio c’è la testimonianza dei 3 testimoni (Oliver Cowdery, David Whitmer e Martin Harris) e la testimonianza degli 8 testimoni.
I 3 testimoni affermarono: “un angelo di Dio scese dal cielo e portò e posò le tavole dinanzi ai nostri occhi, perché potessimo guardarle e vederle con le loro incisioni”.
Questo è un tema controverso perché in precedenza era stato comandato a Joseph di non mostrare gli antichi testi del Libro di Mormon a nessuno.
Ma all’improvviso questi 3 testimoni e molti altri iniziano ad affermare: “Sì, sono reali. Li abbiamo visti”.
Quindi come la mettiamo? Joseph li ha ingannati in qualche modo? O queste persone forse hanno mentito e cospirato insieme a Joseph? O è possibile che stessero dicendo la verità?
Nei prossimi articoli parleremo dei 3 testimoni. In questo articolo ci soffermeremo su un uomo chiamato Oliver Cowdery.
Oliver Cowdery: il periodo da scrivano e la successiva apostasia
Oliver Cowdery nacque nel Vermont nel 1806, ed era un cugino di secondo grado di Joseph Smith. Nel 1828 iniziò a lavorare come maestro di scuola a Palmyra, New York.
Si trattenne per un po’ con i genitori di Joseph, poi sentì parlare delle tavole d’oro e andò ad incontrarlo per la prima volta a Harmony, in Pennsylvania, nel 1829, dove divenne il suo scrivano per la traduzione del Libro di Mormon.
Nel giugno del 1829 divenne uno dei tre Testimoni. Negli anni ‘30 le finanze di Oliver subirono un duro colpo a causa del fallimento della banca Kirtland Safety Society. Oliver e Joseph ebbero un duro diverbio. Il primo si dimise e fu scomunicato dalla Chiesa nel 1838.
Secondo il ricercatore Richard Anderson: “Durante il decennio non-mormone [di Oliver], egli fu anche un politico, giornalista, promotore dell’istruzione e funzionario pubblico.
Le dichiarazioni degli amici frequentati durante quel periodo mostrano chiaramente quanto Oliver Cowdery venisse ampiamente rispettato e ritenuto un uomo di statura più che ordinaria”.
All’incirca tra il 1840 e il 1847, Oliver praticò la professione di avvocato. Un uomo chiamato William Lang fu apprendista di Oliver per un po’ e in seguito servì come giudice, sindaco e senatore dello Stato dell’Ohio. Ecco la descrizione che fece di lui:
“Il signor Cowdery era un abile avvocato e un grande difensore. I suoi modi erano semplici e gentili; era educato, composto, ma cortese.
Aveva un viso aperto, la fronte alta, gli occhi marrone scuro, il naso aquilino, le labbra serrate e la mascella inferiore prominente. Era sbarbato e la sua persona era ordinata e pulita.
Di statura media, alto circa 1.65 m, con una camminata sciolta e agile. Nonostante la sua indole gentile e amichevole, possedeva un certo grado di tristezza che sembrava pervadere tutto il suo essere.
Il suo rapporto con gli altri era caratterizzato dalla grande quantità di informazioni che impartiva nelle sue conversazioni e dalla bellezza della sua voce musicale.
I suoi discorsi alla corte e alla giuria erano caratterizzati da un alto livello di oratoria, con un’energia brillante e forense.
Era modesto e riservato, non parlava mai male di nessuno, non si lamentava mai”.
Oliver non rinnegò mai la sua testimonianza del libro di Mormon
Nel 1848 Oliver ritornò in Chiesa ma non poté unirsi ai Santi nello Utah. Dopo essere stato costretto a letto per la maggior parte del 1849, morì a causa di una malattia polmonare nel marzo del 1850.
Nonostante si fosse allontanato dalla fede per un decennio, Oliver non ritrattò mai la sua possente testimonianza del libro di Mormon, e non rinnegò mai di aver visto le antiche tavole e l’angelo. I
nfatti, come gli altri due testimoni, Oliver ribadì la veridicità della sua testimonianza sul letto di morte.
Molti scettici cercarono e cercano ancora oggi di confutare la testimonianza di Oliver Cowdery e degli altri due testimoni, o di dimostrare che fosse falsa.
Ovviamente, Oliver sapeva che ciò era già successo e che sarebbe continuato a succedere. In una lettera a suo cognato, Oliver scrisse:
“Ho nutrito una speranza, e quella è una delle mie più care, che potessi lasciare un tale carattere, affinché coloro che credessero nella mia testimonianza, dopo che fossi chiamato altrove, potessero farlo non solo per amore della verità, ma anche senza arrossire per il carattere privato dell’uomo che ha portato quella testimonianza”.
Gli scettici tentano di smentire la testimonianza di Oliver
Nonostante la speranza di Oliver, alcune persone pensano che il suo uso di una bacchetta da rabdomante sia una buona ragione per mettere in discussione la sua persona.
La rabdomanzia era una pratica popolare comunemente impiegata ai tempi di Oliver per localizzare, tra le altre cose, acqua sotterranea o minerali. Era associata alle pratiche cristiane di guarigione per fede dei “tedeschi della Pennsylvania”.
Non sappiamo per cosa lo usasse Oliver o quanto spesso. Anche diverse compagnie idriche usano sorprendentemente ancora questa tecnica.
Dottrina e Alleanze 8 dice che la capacità di Oliver di usare la verga (o il dono di Aaronne) per ricevere rivelazioni era un dono di Dio.
Le scritture sono piene di esempi in cui Dio permette l’uso di ausili materiali per ricevere rivelazione o compiere miracoli e, a volte, quello che funziona per una persona non funziona per un’altra.
Ad esempio, alla corte del Faraone, il bastone di Aronne divenne un serpente grazie al potere di Dio. Per il potere … “non di Dio”, i maghi di corte fecero la stessa cosa con le loro verghe.
Quello che alcune persone chiamano divinazione magica, altri lo chiamano rivelazione divina.
Ad esempio, gli apostoli scelsero chi dovesse prendere il posto di Giuda tirando a sorte, come oggi faremmo lanciando una monetina o tirando i dadi. Ma credevano che Dio avesse manifestato la Sua volontà attraverso quel mezzo e, francamente, Dio può fare tutto ciò che vuole.
Affermare che qualcuno crede nella “magia”, sia disconnesso dalla realtà o che sia inaffidabile è un’accusa incredibilmente facile da muovere contro chiunque sia religioso.
Alla fine della fiera, Oliver o è stato ingannato, o ha mentito o ha detto la verità sulle tavole.
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La testimonianza di Oliver Cowdery e di altri è così forte che persino alcuni degli autori antagonisti più incalliti, dai tempi di Joseph ad oggi, sembrano convinti che almeno i testimoni pensassero realmente di star dicendo la verità.
Essi sostengono che Joseph fosse un abile prestigiatore o un mago, o che ipnotizzò i testimoni, inducendoli ad avere delle allucinazioni.
Alcuni invece, contrariamente alle molte dichiarazioni dei testimoni, ipotizzano che questi abbiano solo immaginato la loro esperienza, che si trattò di una visione onirica e non di una realtà fisica.
Le persone avanzarono teorie simili quando Oliver era ancora in vita, e lui stesso rispose:
“Era una bella giornata, limpida, aperta, distanti da altre persone, in un campo lontano, quando vedemmo le tavole di cui si è parlato, portate e posate dinanzi a noi da un angelo rivestito di una luce gloriosa … Ora, se si tratta di manipolazione umana – giudicate voi”.
(-Oliver Cowdery e Martin Harris, in una lettera datata 29 Novembre 1829)
Di seguito le parole e le testimonianze di Oliver e di alcune persone che lo conoscevano:
“Circa due settimane dopo che alcune persone vennero qui con quel libro, di cui una sembrava aver visto gli angeli e che ha aiutato a tradurre le tavole… il nome della persona in questione, che sembra avere una missione divina ed aver visto e conversato con gli angeli, è Cowdery.”
-“The Golden Bible,” Painesville Telegraph, 16 Novembre 1830
“Ho scritto, con la mia stessa penna, l’intero Libro di Mormon (salvo alcune pagine) mentre venivano dettate dalla bocca del profeta Joseph, che l’ha tradotto tramite il dono ed il potere di Dio, mediante l’Urim e il Thummim, o come li chiamano nel libro, gli Interpreti.
Ho visto con i miei occhi e maneggiato con le mie mani le tavole d’oro da cui è stato trascritto. Ho anche visto con i miei occhi e maneggiato con le mie mani gli Interpreti.
Quel libro è vero. …Contiene il Vangelo eterno ed è venuto alla luce per i figlioli degli uomini in adempimento alle rivelazioni di Giovanni, dove dice di aver visto un angelo recante il Vangelo eterno da predicare ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo.
Contiene i principi di salvezza e voi, miei ascoltatori, se camminerete nella sua luce e obbedirete ai suoi precetti, sarete salvati con una salvezza eterna nel regno di Dio lassù.”
-Andrew Jenson, LDS Biographical Encyclopedia
“Oliver Cowdery, poco prima di esalare l’ultimo respiro, chiese ai suoi assistenti di sollevarlo dal letto per poter parlare alla sua famiglia e ai suoi amici che erano presenti.
Poi disse loro di vivere secondo gli insegnamenti contenuti nel Libro di Mormon e promise loro che, se l’avessero fatto, lo avrebbero incontrato in cielo. Poi disse: ‘Mettetemi giù e lasciatemi addormentare.’ Pochi momenti dopo morì senza problemi.”
-Andrew Jenson, LDS Biographical Encyclopedia
“Il signor Whitmer si è sentito molto indignato mentre parlava di certe dichiarazioni pubblicate di recente secondo le quali lui e Oliver Cowdery avrebbero negato la propria dichiarazione come pubblicata nel Libro di Mormon e ha denunciato che queste fossero false.
Egli ha detto: ‘Oliver non ha mai vacillato nella sua testimonianza e quando era sul letto di morte io ero lì, con molti dei suoi amici, fino alla sua morte.
Egli ha reso la stessa testimonianza sul suo letto di morte che ha sempre reso durante la sua vita e ha invitato ferventemente tutti ad attenersi alla verità rivelata tramite il profeta Joseph e servire il Signore.
Per quanto mi riguarda, non ho mai rinnegato la mia testimonianza, pubblicata nel Libro di Mormon, poiché so che Dio ha rivelato queste cose per la salvezza dei figlioli degli uomini, e a Lui appartiene tutto l’onore, il potere e la gloria.”
-David Whitmer, intervista con James H. Hart, 10 marzo 1884
“Rendo anche testimonianza al mondo che né Oliver Cowdery né Martin Harris hanno in alcun momento rinnegato la loro testimonianza… ero presente sul letto di morte di Oliver Cowdery e le sue ultime parole sono state: ‘Fratello David, resta fedele alla tua testimonianza del Libro di Mormon.’”
-David Whitmer, 1887
“Oliver Cowdery viveva a Richmond, in Missouri, circa 40 miglia da qui, al momento della sua morte. Sono andato a trovarlo e sono stato con lui alcuni giorni prima della sua dipartita.
Non l’ho mai sentito rinnegare la verità della sua testimonianza del Libro di Mormon in nessuna circostanza. …né credo l’avrebbe mai negata, anche a rischio della sua vita; era così saldo che non sarebbe stato possibile costringerlo a negare ciò che aveva affermato essere una rivelazione da Dio.
Non ho mai sentito nessuno dei tre o degli otto testimoni rinnegare la testimonianza che hanno reso del Libro di Mormon pubblicata nella prima edizione del Libro di Mormon.
Ci sono solo due testimoni di quel libro ancora in vita, ovvero, David Whitmer, uno dei tre, e John Whitmer, uno degli otto. I nostri nomi si sono diffusi tra tutte le nazioni, lingue e popoli come rivelazione divina da Dio.
E i piani di Dio si compiranno secondo la dichiarazione ivi contenuta.”
-Letter of John Whitmer to Mark Forscutt, dated 5 March 1876, cited in Richard L. Anderson, “Personal Writings of the Book of Mormon Witnesses,” in Book of Mormon Authorship Revisited: The Evidence for Ancient Origins, ed. Noel B. Reynolds.
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