Il Libro di Mormon racconta che Enos invocò ferventemente Dio in preghiera in favore della sua anima. Di conseguenza, sentì la voce di Dio che gli diceva che i suoi peccati erano stati perdonati e che sarebbe stato benedetto.

5 Passi da seguire per sentire l’amore di Dio… o forse 4?

Questa settimana, stavo leggendo un commentario su Enos. Ho notato una dichiarazione che diceva che Enos ebbe la sua gloriosa esperienza con Dio seguendo un modello composto da cinque passi.

Personalmente, concordo con 4 di essi:

  1. Ascoltare la parola;
  2. Lasciare che la parola penetri nel nostro cuore;
  3. Avere fame di giustizia;
  4. ?
  5. Alzare la voce in preghiera.

Ottimo! Tutte queste fasi sono descritte nel racconto di Enos e corrispondono all’esperienza che ho avuto io nella mia ricerca di Gesù.

Ho dei dubbi sul passo numero 4: Seguire obbedientemente le leggi del Vangelo. Non ho trovato chiari riferimenti al fatto che Enos stesse seguendo le leggi del Vangelo.

Infatti, fu dopo aver lottato che “ricevette la remissione dei [suoi] peccati” (v. 2). Il racconto non ci dice se Enos fosse un comune peccatore o un estremo ribelle, ma sappiamo che cercava la redenzione.

Il racconto NON suggerisce che Enos “seguisse obbedientemente le leggi del Vangelo”. Si tratta di un’aggiunta non autorizzata al processo del Vangelo?

Possiamo verificare quest’idea esaminando altre eclatanti trasformazioni presenti nel Libro di Mormon. Un possibile banco di prova che viene subito in mente è Alma.

L’esperienza di Alma

orgoglio - miracolo della conversioneAlma udì la parola: “mi ricordai pure di aver udito mio padre profetizzare al popolo riguardo alla venuta di un certo Gesù Cristo, un Figlio di Dio, per espiare i peccati del mondo” (Alma 36:17).

Alma lasciò che la parola penetrasse nel suo cuore: “Ora, mentre la mia mente si soffermava su questo pensiero, gridai nel mio cuore…”. (Alma 36:18).

Alma desiderava ardentemente qualcosa di meglio: “Sì, ricordavo tutti i miei peccati e tutte le mie iniquità, per le quali ero tormentato dalle pene dell’inferno; sì, vedevo che mi ero ribellato contro il mio Dio, e che non avevo obbedito ai suoi santi comandamenti” (Alma 36:13).

Alzò la voce in una preghiera possente e trasformatrice:

“O Gesù, tu, Figlio di Dio, abbi misericordia di me che sono nel fiele dell’amarezza e sono circondato dalle catene eterne della morte” (Alma 36:18).

E il passo n. 4? Alma stava seguendo con obbedienza le leggi del Vangelo?

“Sì, e avevo uccisi molti dei suoi figlioli, o piuttosto li avevo condotti alla distruzione; sì, e infine talmente grandi erano state le mie iniquità, che il solo pensiero di venire alla presenza del mio Dio angosciava la mia anima con un orrore inesprimibile” (Alma 36:14).

La risposta è “No!”. Alma chiaramente NON stava seguendo le leggi del Vangelo. Lui e i suoi colleghi “erano i più vili tra i peccatori” (Mosia 28:4).

Non fraintendetemi. Non sto proponendo il peccato come strada verso il rinnovamento spirituale. Per niente. Ma noi mortali non dobbiamo preoccuparci di questo.

“A causa della caduta, la nostra natura è diventata continuamente malvagia” (Ether 3:2).

Siamo tutti peccatori. Siamo tutti caduti. E se non infrangiamo attivamente i comandamenti, probabilmente stiamo trascurando malamente quei comandamenti che non ci piacciono.

E potremmo essere colpevoli di molti peccati meno evidenti come l’orgoglio, il giudizio o il non perdonare chi ci ha fatto un torto. Noi esseri umani decaduti non possiamo pretendere di essere pienamente obbedienti a tutte le leggi del Vangelo, anche quando ci sforziamo.

Dal momento che non vi sto invitando a peccare, perché questo ha importanza? Perché mi infastidisce la “necessità” di obbedire alle leggi del Vangelo? Il motivo è che questa idea fraintende il piano di Dio e quindi è un insulto alla Sua grazia.

Il Suo Vangelo è più bello e misericordioso del nostro

L’anziano Patrick Kearon ha affrontato questo potenziale malinteso nella recente Conferenza generale: “il bellissimo piano di nostro Padre — il Suo “favoloso” piano — è progettato per riportarvi a casa, non per tenervi fuori.

Nessuno ha posto un blocco stradale e ha piazzato lì qualcuno a dirvi di fare inversione e andare via.

Anzi, è proprio il contrario. Dio vi cerca instancabilmente. “Vuole che tutti i Suoi figli scelgano di tornare a Lui” e adotta ogni misura possibile per riportarvi a casa” (L’intento di Dio è di riportarvi a casa, aprile 2024).

L’anziano Kearon suggerisce che Dio ci è vicino, che ci tende una mano. Questo non significa che dobbiamo seguire obbedientemente le leggi del Vangelo prima di ottenere il Suo favore.

Suggerire che dobbiamo seguire obbedientemente le leggi del Vangelo prima di sperimentare l’abbraccio amorevole di Dio, suggerisce che Dio è un pagatore riluttante. Non ci benedirà finché non ci saremo guadagnati tale benedizione.

Ma Dio non è riluttante. Egli ci cerca. Colui che ci incoraggia a impegnarci con ansia in una buona causa è Egli stesso impegnato con ansia nella causa di trovarci e redimerci.

Come ha detto splendidamente l’anziano Maxwell, “la Sua inesorabile redenzione eccede i miei torti ricorrenti” (Gesù di Nazareth, Salvatore e Re, aprile 1976).

Una preoccupazione di fondo che ho riguardo al prerequisito dell’obbedienza è che lascia i cercatori coscienziosi, anche se imperfetti, senza speranza. Lascia i ribelli al freddo. Riduce la portata e il potere dell’Espiazione.

“Quando sottovalutiamo abitualmente il significato dell’Espiazione, corriamo rischi più gravi del semplice lasciarci l’un l’altro senza rassicurazioni confortanti: alcuni potrebbero semplicemente abbandonare la gara, logorati e abbattuti dalla dura e falsa convinzione di non avere la stoffa per il paradiso” (pp. 5-6, Hafen, B. C. (1989). The broken heart. Salt Lake City, UT: Deseret Book – N.d.T.).

Dio desidera benedirci più di quanto pensiamo

le benedizioni del lavoroSatana vuole che i santi sinceri ma imperfetti si scoraggino; Dio vuole redimerci.

Non dovremmo aggiungere requisiti che il Signore non specifica. Il Suo vangelo è migliore del nostro. È più benevolo, espansivo, glorioso, gioioso e molto più redentore di quanto immaginiamo!

La maggior parte di noi sarà sorpresa da quanto Egli sia felice di benedire i Suoi figli.

“Tutte le facoltà di Dio, tutte le sue inclinazioni sono pronte a benedire alla minima occasione. Oh, come Dio ama essere misericordioso e benedire i suoi figli! Forse questa è la Sua gioia più grande.

È la qualità intrinseca che lo spinge con instancabile vigilanza a salvare i Suoi figli” (p. 313, Tad R. Callister (2000). Infinite Atonement. Deseret Book – N.d.T.)

Questa è la novella incredibilmente lieta del vangelo di Gesù Cristo! Non dobbiamo sostituire il Suo “grande ed eterno piano di redenzione” (Alma 34:16) con i nostri miseri e caduchi piani di riluttanza divina.

Quando comprendiamo il Suo cuore benevolo, amorevole e redentore, sappiamo che possiamo fidarci di Lui e probabilmente raddoppieremo i nostri sforzi per entrare in contatto con Lui.

Forse questo è un punto chiave. Noi, che siamo caduti, possiamo scoraggiarci; siamo tentati di arrenderci a causa dei nostri ripetuti fallimenti nel fare il bene e nell’essere buoni. 5Dio ci invita a concentrarci sulla Sua bontà piuttosto che sulle nostre cadute.

Penso alla parabola di Gesù del Nuovo Testamento sul figliol prodigo. Il figlio ribelle fece ritorno a casa solo perché aveva fame ed era infelice.

“ma mentr’egli era ancora lontano, suo padre lo vide e fu mosso a compassione, e corse, e gli si gettò al collo, e lo baciò e ribaciò” (Luca 15:20).

Quando ci volgiamo verso casa, sia per misera disperazione, sia per stanchezza e solitudine, sia per desiderio spirituale, il Padre ci corre incontro! Ci abbraccia! Annuncia una festa per accoglierci.

Non importa se siamo stati cercatori sinceri o prodighi, spreconi, sprovveduti, ribelli e riluttanti. Egli ci vuole a casa tra le Sue braccia! Vuole che tutti noi torniamo a casa da Lui!

Mentre il fratello maggiore era rancoroso e risentito del caloroso benvenuto riservato al fratello non meritevole, niente dovrebbe darci più gioia del ritorno di un qualsiasi membro della famiglia, per quanto sia stato ribelle.

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Se dovessi modificare l’elenco dei passi per avvicinarsi a Dio, sostituirei “seguire obbedientemente le leggi del Vangelo” con “affidarsi ai meriti, alla misericordia e alla grazia di Gesù”.

Credo che questo sia in accordo con il piano di Dio e con tutti i racconti scritturali sulla trasformazione. Questo è il Vangelo di Gesù Cristo.

Naturalmente, il nostro viaggio spirituale non si limita ad una corsa verso l’abbraccio celeste.

“Pertanto voi dovete spingere innanzi con costanza in Cristo, avendo un perfetto fulgore di speranza e amore verso Dio e verso tutti gli uomini.

Pertanto, se vi spingerete innanzi nutrendovi abbondantemente della parola di Cristo, e perseverare fino alla fine, ecco, così dice il Padre: Avrete la vita eterna” (2 Nefi 31:20).

Il processo di discepolato richiede molto. Ma non dobbiamo confondere il costo del discepolato con il processo per creare un rapporto. Dio si rallegra anche dei piccoli passi.

Tuttavia, richiederà una crescita dell’anima nel corso del Suo piano per diventare nuove creature in Cristo. L’intero processo è reso possibile dall’abbraccio gioioso di un Padre amorevole.

Come esclamò Alma dopo aver sentito il potere redentore dell’amore di Dio:

“Ed, oh! quale gioia e quale luce meravigliosa vidi; sì, la mia anima fu riempita da una gioia tanto grande quanto era stata la mia pena! Sì, io ti dico, figlio mio, che non può esservi nulla di così intenso e così amaro quanto lo furono le mie pene.

E ti dico di nuovo, figlio mio, che d’altra parte non può esservi nulla di così intenso e dolce quanto lo fu la mia gioia” (Alma 36:20-21).

La gioia del legame con il Cielo può dare energia a tutto il nostro cammino.

chatta con noiQuesto articolo è stato pubblicato su Our Gospel is NOT as Good as His. Questo articolo è stato tradotto da Ginevra Palumbo